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24 - Stagione 6

Creato il 30 maggio 2013 da Misterjamesford
24 - Stagione 6 Produzione: FoxOrigine: USAAnno: 2007
Episodi: 24



La trama (con parole mie): gli Stati Uniti, sotto la guida di Wayne Palmer, fratello del compianto ex Presidente David, sono da settimane sotto attacco. Una misteriosa organizzazione terroristica, infatti, ha preso di mira le principali città del Paese seminando vittime e panico, ed una delle richieste del suo leader, Abu Fayed, è che Jack Bauer sia liberato dalla prigionia in Cina per essergli consegnato personalmente.
Il ritorno sul suolo americano dell'agente più spaccaculi del piccolo schermo innescherà una serie di vicende che porteranno all'esplosione di un ordigno nucleare nella periferia di Los Angeles, ad un avvicendamento alla guida degli USA e al confronto finale tra lo stesso Jack ed una serie di suoi vecchi nemici, dallo stesso Fayed al generale russo Gredenko, passando per i cinesi prima di finire con il suo stesso padre.
Ma non abbiate dubbi. Bauer sistemerà tutti come solo lui sa fare.
24 - Stagione 6


Nel corso degli ultimi anni poche serie sono state in grado di incarnare l'idea di action meglio di 24: prodotto in bilico tra la tamarrata selvaggia e lo specchio delle paure figlie degli States negli anni del "bushismo", poggiato sulle spalle di un Kiefer Sutherland monoespressivo e di stagione in stagione sempre più reazionario, girato sempre "in tempo reale" ed ambientato nell'arco di una giornata, le soddisfazioni regalate dallo stesso agli occupanti di casa Ford sono state molteplici, in particolare con le stagioni quattro e cinque, vere e proprie chicche del genere e non solo.

La sesta annata, chiamata a mantenere un livello ugualmente alto, ha rappresentato al contrario il primo passo indietro qualitativo - e soprattutto di idee - della serie, con una catena di situazioni già affrontate da Jack Bauer - e dagli spettatori - nel corso delle stagioni precedenti riciclate o amplificate in modo da sopperire, di fatto, alla mancanza di un plot che fosse legato a doppio filo ad un unico villain di rilievo - come fu l'indimenticabile Abib Marwan della season four - o ad una situazione nuova che coinvolgesse il granitico protagonista: personalmente l'idea di vedere Jack alle prese con l'evasione dal carcere cinese all'interno del quale era stato rinchiuso nel finale del suo quinto giro di giostra avrebbe regalato un appeal decisamente più alto rispetto all'ennesimo gruppo terroristico di matrice islamica intento a complottare con i russi in modo da destabilizzare gli equilibri mondiali di potere minacciando gli States ed il loro Presidente destinato ad essere ovviamente sgominato dal buon Bauer, che pronti via, dopo essere stato scarcerato su richiesta proprio dei terroristi riprende in mano il suo (sporco) lavoro di agente come se non fosse passato un solo giorno dei due anni in cui i cinesi paiono essersi divertiti un mondo ad infliggergli una tortura dietro l'altra.
Sicuramente l'inserimento della vicenda legata al fratello e al padre di Jack dona un pò di spessore umano ad un personaggio certo non noto per i suoi sentimenti - per quanto ad ogni stagione continui ad essere presente ben più di una donna pronta a dare la vita, volente o nolente, per l'agente più tosto ed insubordinato del CTU -, ed il confronto finale con il vecchio, spietato genitore - un ottimo James Cromwell - funziona alla grande, eppure l'impressione è quella di un deja-vù di ventiquattro episodi, all'interno dei quali anche i tipici twist e colpi di scena cui gli spettatori della serie erano ormai abituati tendono a latitare.
Il risultato è e resta, comunque, profondamente godibile, e rimbalzando tra l'ormai storico suono del telefono del CTU e l'ironia a proposito delle scelte dei nemici di Bauer - in casa Ford ci si è chiesto, almeno un paio di volte a puntata, per quale misterioso motivo nessuno di quelli che potrebbero volere Jack morto non riesce a decidersi a piantargli una pallottola dritta nel cervello, invece che insistere per catturarlo, finendo ovviamente per essere ripagato con un trattamento spesso peggiore dal Nostro -, anche questa volta si è assistito al tiratissimo e consueto ripasso da parte del protagonista di tutti i potenziali nemici degli USA, da Abu Fayed al generale ribelle Gredenko, dai carcerieri cinesi fino al padre e al fratello - l'interrogatorio di Jack a quest'ultimo, ancora più duro del solito per gli standard già piuttosto convincenti dell'agente è senza dubbio uno dei pezzi cult dell'annata -, senza risparmiare anche colleghi incautamente disposti ad intralciare ordini - o insubordinazioni - del suddetto Bauer - è il caso di Curtis, uomo d'assalto che resisteva già da qualche anno accanto all'alter ego di Kiefer Sutherland, impresa davvero titanica, considerate le defezioni di ogni genere e le morti che puntualmente colpiscono tutti quelli che hanno a che fare con lui -.
Molto del divertimento del sottoscritto e di Julez è stato legato anche alla continua mancanza di fiducia che colleghi, superiori e Presidenti vari continuano a riporre nel protagonista, che per sei stagioni non ha fatto nient'altro che continuare a togliere le castagne dal fuoco a tutti agendo sempre e comunque come voleva, sbattendosene di regole, restrizioni e quant'altro quando queste gli impedivano di fare qualsiasi cosa desiderasse: fossi in un casuale direttore del CTU, infatti, lascerei fare a Bauer esattamente tutto quello che vuole, e senza dubbio troverei il tempo di uscire a cena, schiacciare un pisolino, farmi qualche robusto drink e forse anche prenotare un bel weekend alle terme senza avere il minimo dubbio che l'operazione, alla fine, possa riuscire.
L'ipotesi di Julez è che in realtà Jack Bauer, decisivo in un giorno su trecentosessantacinque, passi in realtà i restanti trecentosessantaquattro a collezionare fallimenti colossali e plateali figure di merda, e proprio per questo motivo tendenzialmente i suoi capi finiscono per non essere mai sicuri delle sue scelte: questo, purtroppo, resterà un mistero.
Quello che mistero, invece, non è, è che nonostante una stagione leggermente sottotono rispetto alle precedenti al Saloon attenderemo fiduciosi le ultime due annate - precedute da un film che ovviamente verrà recuperato - di quello che è stato uno dei titoli di riferimento del piccolo schermo in questo inizio di Nuovo Millennio, confidando che Jack Bauer possa regalarci numerose altre perle e che la prossima volta il cattivo di turno sia di nuovo di una sostanza adeguata a questo insolito, spigoloso eroe "buono".


MrFord


"China decorates our table

funny how the cracks don't seem to show
pour the wine dear
you say we'll take a holiday
but we never can agree on where to go."
Tori Amos - "China" -

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