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24×36 = hai rotto il cazzo

Creato il 30 settembre 2011 da Loffio

A 23, prossimo al mio certificato in disoccupazione altrimenti detto laurea triennale, provai a fare tre mesi di stage pagato all’INA. Non avevo un cazzo da fare, pagavano per tre mesi 700 euro, l’estate era vicina e io dovevo portare la Rossa a cena fuori.

Al secondo giorno di corso ci dissero che la soluzione migliore “per esercitarsi a vendere” era sentire parenti amici se avevano bisogno di una polizza.

Io annuii convinto mentre disegnavo mappe per D&D sul foglio degli appunti, e tre mesi dopo ero fuori di li dopo aver preso 2100 euro senza aver stipulato neppure una polizza, ma almeno avevo imparato ad annodarmi la cravatta da solo.

Da quel momento, ogni volta che qualcuno nell’offrirmi un lavoro mi ha proposto di iniziare dalle persone vicino a me, ho annuito disegnato mappe di D&D sugli appunti e me ne sono andato chiudendo la porta piano dopo la quarta slide.

Fino a poco tempo fa questo genere di politica era limitato al marketing piramidale e a quegli amici che diventano agenti plurimandatari di qualcosa, e finiscono per essere più evitati di un barbone che brandisce una siringa sporca di sangue, gente brutta, meschina, che parla solo di lavoro, sempre pronta a venderti qualcosa.

Poi sono arrivati i social forum, e adesso Leica ci ha dimostrato (ma ce n’era bisogno) che dentro ognuno di noi si nasconde fondamentalmente un venditore di aspirapolveri che lavora a provvigioni.

Per farla breve il concorso 24×36, nato per promuovere la Leica L1 dovrebbe eleggere i 24 fotografi più meritevoli, affidare loro un modello della succitata macchina affinché “raccontino dal proprio punto di vista la loro città”. Per trovare questi 24 personaggi hanno pensato bene di aprire il concorso a cani e porci e basare le votazioni sui +1 di Google+ e sui Like di Facebook.

E quindi ormai è qualche settimana che non puoi farti una giratina sul tuo sito preferito di porno in streaming senza che qualche stronzo tiri la tua virtualissima giacchetta per elemosinare un voto.

Lasciando perdere il fatto che così non vince il più bravo ma il più rompicazzo o quella che la promette a più persone, come ogni concorso che si rispetti, anche qui non si sono fatti mancare i casi umani.

Qualche esempio (le parti in corsivo non me le sono inventate io) tratto dal blog che raccoglie le peggiori: Leicafail

24×36 = hai rotto il cazzo

Titolo: Questa mi è partita mentre cercavo di capire come si scatta"

I miei occhi devono avere la libertà di ritagliare la parte di realtà che più li attrae. La macchina fotografica sta al loro servizio. Ecco se i tuoi occhi si fanno attrarre da questa parte di realtà vuol dire che fino al giorno prima facevi l’assistente alla sega in un allevamento di riproduzione artificiale per maiali in Uzbekistan, complimenti.

24×36 = hai rotto il cazzo

Titolo: Chi ha bisogno di talento quando ci sono i filtri base di photoshop

La fotografia è espressione dell’ artista.. puo’ essere un momento immortalato che ricorda il tempo passato.. oppure puo’ essere quello che vuoi tu.. creando in un immagine il mondo che ti piace o semplicemente quello che vedi.. Io preferisco la prima .. il piu’ delle volte mi piace cambiare i colori perfezionarla secondo il mio occhio..creare ambienti irreali.. e bum nasce qualcosa che prima non c’era.. è meraviglioso! Io sono Nothing. Se qualcosa prima non c’era, forse c’è un motivo. Sei chirurghi plastici perfezionassero la gente come te “perfezioni” la realtà vivremmo in un mondo invaso da sosia di Super Sloth.

24×36 = hai rotto il cazzo

Titolo: Ahahaha no dai questa è uno scherzo

Classe 1987, sono Capo Ufficio Grafico in una ditta di Moda in Veneto. Avere un armadio pieno di mutandine rubate nelle lavanderie a gettone che annusi mentre getti scempio sul lavoro dei centinaia di tecnici indiani che hanno compilato photoshop non fa di te un grafico, Capo.

24×36 = hai rotto il cazzo

Titolo: l'appoggio sugli scogli perché non ho i soldi per un cavalletto

Salve, sono Pasquale, la passione per la fotografia è nata tempo fa pero’ scatto da pochissimo. Amo fotografare paesaggi ,ritratti, scene di vita senza canoni ben precisi, perchè la foto è liberta di espressione e di pensiero. Ma sì, facciamo le cose così, A CAZZO DI CANE.

Ma d’altronde era inevitabile, se c’è un settore pieno di incapaci, boriosi e supponenti, questo è la fotografia. Era così prima della fotografia digitale, figuriamoci da quando ogni commessa di H&M può farsi una reflex digitale mettendo da parte mezzo stipendio e mettersi a citare Cartier Bresson mentre fa le foto storte in giro per le feste, privando l’umanità di un po’ della sua dignità ad ogni click.

Porca puttana, io veramente queste cose non le sopporto, a volte mi piacerebbe tornare ai tempi in cui produrre qualcosa era un procedimento complicato, in cui per scrivere dovevi posizionare a mano dei caratteri in una pressa, in cui per fare una foto dovevi intossicarti con gli acidi, in cui per parlare dovevi come minimo possederne il diritto per dinastia, in cui fare qualcosa era difficile e ci dovevi pensare.

Forse da questo concorso emergeranno i prossimi Capa, Modotti, Bresson o quant’altro, ma se vi dessero un container pieno di merda e vi dicessero che nel mezzo c’è un orologio d’oro sareste disposti a scavare nella merda fino al collo per trovarlo? Io non lo so.

E pensare che c’è gente che per scattare una foto c’è morta.


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