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Creato il 27 novembre 2015 da Filmedvd

La sesta giornata al 33° Torino Film Festival è stata soprattutto il giorno di Sunset song, nuovo film del regista inglese Terence Davies, a cui il Festival di Torino ha tributato un omaggio. Ispirandosi al romanzo omonimo di Lewis Grassic Gibbon del 1932, Davies firma un dramma storico sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, raccontando le vicende della giovane Chris Guthrie (Agyness Deyn). Grande cura formale per un film però didascalico e che non riesce a liberarsi da una messa in scena ingessata: colpa di un approccio all'opera che vorrebbe essere classico ma sembra appartenere ad un cinema sorpassato, incapace di offrire uno sguardo nuovo sulle vicende e i personaggi, limitandosi a riproporre gli archetipi del genere.

Nel corso della giornata è stato presentato anche il gradevole Sopladora de hojas, opera prima diretta dal regista messicano Alejandro Iglesias. Tre amici stanno tornando a casa per assistere al funerale di un conoscente, ma uno di loro perde accidentalmente le chiavi di casa. Un simpatico racconto di formazione in cui il pretesto narrativo della perdita delle chiavi serve per dare inizio a una storia di crescita ed amicizia, narrata con ironia e garbo e senza retorica, seppur vittima di una sceneggiatura a volte eccessiva.

La giornata è proseguita con il volume 2 di The Arabian nights di Miguel Gomes, in cui si raccontano le storie di un uomo in fuga, di un surreale processo che coinvolge un giudice e le vicende di un cagnolino che passa di padrone in padrone. Il regista portoghese continua il suo viaggio fiabesco e metaforico tra il Portogallo di oggi, attraverso un racconto di speranza e nostalgia, tristezza e dolore per la società e per i comportamenti umani, unito a un ritratto della crisi che ha investito il paese lusitano.

Già presentato a Cannes, è arrivato a Torino nella sezione "Festa Mobile" The treasure, nuova opera del regista rumeno Corneliu Porumboiu. La storia è quella di due uomini che iniziano la ricerca di un presunto tesoro lasciato dal bisnonno di uno di loro. Divertente e riuscita commedia amara che oscilla tra speranza ed ossessione per un futuro migliore, condita da battute sagaci e da una grande umanità per i personaggi; si evita il cinismo per un film di riscatto sociale con il tono da favola moderna. Da "Festa Mobile" anche il deludente messicano Te prometo anarquia, altra storia adolescenziale di giovani senza riferimenti, dediti alla violenza e all'illegalità. Lo spaccato generazionale funziona solo nelle intenzioni, perché il film si rinchiude in una sceneggiatura che osa poco e dalle svolte prevedibili.

Infine giornata conclusa con un altro film del concorso, il curioso I racconti dell'orso, firmato dai giovani Samuele Sestieri e Olmo D'Amato. Mentre una bambina sogna, un omino rosso e un monaco meccanico vagano e si conoscono. Pur essendo sfilacciato e privo di una vera e propria scrittura (si tratta del frutto di una produzione "in progress"), I racconti dell'orso sorprende per tenerezza e ingenuità, conscio della sua misura e lodevolmente mai pretenzioso.

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