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30 DENARI O UN BACIO. Il salvacondotto per la coscienza.

Da Maxdejavu
30 DENARI O UN BACIO. Il salvacondotto per la coscienza.

Max Dejavù

Ogni volta che ci vediamo mi chiedete di darvi un bacio. Un bacio per dimostrarvi il mio affetto “Dammi un bacio” mi dite.
Ma io non ho voglia di darvi baci, non ne do e non sento nemmeno la necessità di farlo. Allora spazientiti e un po’ risentiti aggiungete: “E si vede che questa bimba non ci vuole bene!” Cosa vuol dire “volervi bene”? Credete che un semplice bacio possa dimostrarvi il mio affetto? Credete che un solo semplice gesto, poggiare le mie labbra alle vostre guance, possa determinare la differenza tra voler bene o non volerne? Ma io sono troppo piccola, non conosco ancora queste metodiche che si sviluppano tra gli adulti. Io sono piccola e vi dimostro l’affetto con altri gesti, più semplici, più spontanei. Si, io sarò anche piccola, ma mi accorgo del vostro affetto. Mi accorgo dei vostri gesti:

    • Quando vi spupazzate il nano puzzolone (il mio fratellino minore), io mi avvicino a voi, faccio i capricci e mi metto a fare la sciocchina per mettermi in mostra ma voi non vi accorgete di me. Voi mi date uno sguardo e continuate a ridere con lui. Io allora mi metto a fare i capricci più forte e voi mi sgridate, oppure dite “poverina, fa così perchè è stanca”. Ma io non sono stanca. Io voglio solo giocare con voi ma non lo so dire. Io non trovo le parole. Non le ho ancora imparate. Sento solo un fastidio dentro che mi fa male e non riesco a spiegarvelo. Ma un giorno quando sarò grande sono sicura che ve lo saprò spiegare. Ve lo spiegherò anche se ora mi dite: “Quando fai da monella vogliamo più bene al Puzzolone”. Io finirò per odiarlo questo Puzzolone che ha invaso la mia vita e mi ha rubato gli affetti.
  • Quando arrivo e vi faccio vedere il libro che mi hanno appena comperato mamma e papà, voi mi guardate dite “che bello” ma poi vi girate dall’altra parte come se quel “che bello” fosse il contentino, fosse ciò che veramente voglio da voi. Ma a me non basta. Non vi rendete conto che io vorrei che vi sedeste con me a sfogliare quelle pagine, a leggere le scritte a guardare le immagini. Oppure anche solo colorare quelle pagine e attaccare gli adesivi in maniera ordinata e spesse volte anche confusionaria. Perchè è così che mi sento di fare. Perchè a me piace così.
  • Quando mi metto a cantare le canzoni che mi insegnano mamma e papà, mi dite “E cosa sono queste canzoni, a noi non piacciono queste canzoni, antipatica!”. Io continuo a sorridervi per qualche istante, poi capisco che non mi volete e mi allontano. Perchè sono piccola e vorrei che mi assecondaste un pò, vorrei che ascoltaste ciò che anche io ho da dirvi perchè sono piccola ma non sono stupida. E mi piace cantare e ballare Ciao Ciao Belle Tettine”, mi piace “l’ultimo viaggio” e mi piacciono le canzoni di “Jack Skeletron” e mi si riempie il cuore di gioia a cantarle a squarcia gola e ballarle con papà e vorrei, io vorrei, farlo anche con voi. Ma voi non mi ascoltate mai.
  • Ogni volta che vado al parco con mamma e papà porto la bicicletta. A loro chiedo sempre di farvi venire con noi ma voi non ci siete mai, avete sempre qualche impegno. Una volta era lo zio, una volta il cane, una volta la cuginetta. Volevo solo farvi vedere quanto sono diventata brava. Ora filo veloce anche se non ho ancora imparato ad andare in discesa e qualche volta mi sbuccio le ginocchia.

****

Ieri ho chiesto a BiNonno-Gnazzo se voleva disegnare con me. Si è seduto accanto e mi ha chiesto cosa volessi che mi disegnasse. Gli ho detto che volevo mamma, papà, Puzzolone e Maya.
Li ha fatti come ho chiesto io.
Erano bellissimi.
Poi allora gli ho chiesto un cavallo e poi gli ho chiesto anche Sansone. Perchè sansone è il vostro cane bellissimo che mi fa sempre tanta paura quando abbaia. Siamo stati in silenzio un’ora. Lui non diceva nulla. Disegnava. Poi ho ritagliato i disegnini e li ho messi nella mia scatola dei pensieri felici. In casa abbiamo tutti una scatola dei pensieri felici. Io la mia la porto anche a letto.
Prima di andare via ho detto a Binonno “Binonno, possiamo annaffiare tutte le piante?” lui mi ha allungato la mano e siamo usciti assieme. Io ero felice. Adoro l’acqua. Ho dato da bere a tutte le piantine. Binonno rideva in silenzio. Io allagavo i giardino, ho abbassato la testa preoccupata. Ero sicura mi avrebbe sgridata invece lui ha riso ancora di più e mi ha incitato a continuare. E’ proprio un bimbogrande questo binonno!

Sempre ieri Binonna-Agna ha visto che ero eccitatissima alla sola vista del suo ventaglio. Era un ventaglio meraviglioso. Non avevo mai visto un ventaglio così bello. Non avevo mai visto nemmeno un ventaglio in realtà. Mi ha detto che se lo volevo le dovevo dare un bacio. L’ho guardata e mi sono voltata, non lo volevo più quel ventaglio. Sono stanca di questi baci. Allora lei me lo ha dato lo stesso. Solo prima di andare via mi sono avvicinata e ho deciso che quel bacio forse, se lo era meritato. Una volta sola però perché io poi sono nervosa!

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Ora non scrivo altro. Volevo comunicarvi il mio malessere e con le mie parole forse, avreste passato più tempo a ridere su come dicevo ciò che volevo dire che a capire realmente i miei sentimenti.

Vi bacerò un giorno, ve lo prometto. Lo farò quando capirò cosa vuol dire voler bene e quando sentirò la necessità di farlo con un bacio.

E sarà un bacio vero, voluto, desiderato, pensato e non come quello di quel tale al quale diedero 30 denari per baciare un suo amico fraterno di cui, in realtà, ignoro il finale della storia.

Vostra nipote, BloodyMaya


Filed under: Follia collettiva, Nonnismi Tagged: baci, fa male, girate, mamma, nani, nonni, nonnismi

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