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31 ottobre 2011: Sulla Terra ci sono 7 Miliardi di Esseri Umani

Da Giovannipelosini

31 ottobre 2011: Sulla Terra ci sono 7 Miliardi di Esseri UmaniIl 31 ottobre 2011 per la prima volta nella storia si giunge alla cifra (simbolica) di 7 miliardi di esseri umani sulla Terra. Appena un paio di secoli fa era stata superata la soglia del miliardo di individui, che già sembravano una moltitudine; e nel 1999 a Sarajevo era nato l’abitante che faceva salire l’umanità alla cifra tonda di 6 miliardi. Sette miliardi di esseri umani appartenenti a diverse etnie, ma a una sola razza; sette miliardi legati da un unico destino su un unico pianeta sempre più piccolo e inadeguato, sempre meno capace di sostenere i nostri bisogni.

La Crisi dell’Europa e la Crisi del Mondo

Queste sole cifre già fanno capire come rapidamente stiano cambiando i parametri, e con essi i paradigmi, sui quali la politica, la geografia economica e la gestione delle risorse mondiali si sono fondate fino ad oggi. Il mondo come lo conoscevamo sta per terminare, non fosse altro che per il raggiungimento di fasi critiche in campo ambientale, climatico, energetico, economico e, non ultimo, demografico. Il nostro continente è in declino economico ormai da decenni, e non è riuscito a cogliere, quando era il momento, la storica occasione di aggregarsi in una unione di Stati federati. Tale unione avrebbe potuto avere un nucleo formato da pochi Paesi fondatori disposti a rinunciare a piccoli egoismi nazionali o regionali per tendere a una coesione iniziale capace di allargarsi gradualmente nel tempo. Si è preferito aumentare il numero dei Paesi membri non ancora coesi creando un sodalizio incapace di prendere decisioni, solo in parte legato dalla moneta unica, senza un vero governo democratico sovranazionale, senza una coscienza del ruolo che la propria secolare cultura avrebbe potuto giocare nel perseguire uno sviluppo veramente sostenibile, senza una politica lungimirante finalizzata al benessere dei cittadini europei che fosse preparatoria al conseguimento del benessere dei cittadini del mondo, superando le differenze linguistiche, etniche, politiche, religiose, sociali, cercando ciò che ci unisce e lasciando da parte ciò che ci divide. Pagheremo caro questo errore.

Se dal 2005 al 2010 un cittadino della Terra su cinque è nato in India, nel prossimo futuro sarà inevitabile spostare l’asse geopolitico verso oriente; e quando miliardi di persone nei Paesi non ancora pienamente sviluppati reclameranno più benessere, più risorse, più spazi, più potere, sarà impossibile negarlo nella sciocca convinzione di poter mantenere le vecchie regole del gioco mondiale e gli antichi privilegi che gli eredi degli Stati coloniali occidentali hanno fin qui conservato.

Il Mondo è la Nostra Casa e il Futuro è Adesso

Ma ciò che più conta adesso, l’unica opzione rimasta nel poco tempo a disposizione, è la nuova necessaria visione olistica di un mondo che è la casa, sempre più piccola, di ognuno dei sette miliardi di uomini e di donne che la abitano. Deve crescere la consapevolezza delle crisi globali emergenti. Deve crescere la coscienza globale delle problematiche, della necessità di cambiare i paradigmi, i sistemi economici e sociali, le stesse abitudini anche individuali che ci hanno portato a sperperare l’enorme patrimonio di risorse che erano a nostra disposizione su questo pianeta.

L’umanità non può davvero più permettersi di sfruttare il suolo, le risorse idriche, le risorse energetiche fossili non rinnovabili senza preoccuparsi del loro degrado o del loro esaurimento; non può più permettersi di rovinare l’atmosfera e l’idrosfera con i propri rifiuti; non può più permettersi di distruggere la biodiversità; non può più permettersi di ignorare le già evidenti conseguenze dei propri comportamenti predatori; non può più permettersi di sfruttare l’ambiente e i propri simili solo per il profitto immediato; non può più permettersi di non pensare al futuro, perché il futuro è adesso.

Giovanni Pelosini


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