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31. SulmonaCinema Film Festival: Return to Nuke ‘Em High Volume 1 di Lloyd Kaufman

Creato il 27 dicembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Tutte le strade portano a Troma. Anche quando ci illudevamo di essere semplicemente in Abruzzo, è capitato che lo skyline geneticamente modificato di Tromaville, città ideale del cinema indie più sfrontato, libertario e politicamente scorretto, si sia profilato all’orizzonte. Nel giorno del nostro arrivo a Sulmona è stato infatti proiettato l’inedito Return to Nuke ‘Em High Volume 1, prima tranche della virulenta saga giovanile ideata dalla mente apparentemente pazza e profondamente lucida di Lloyd Kaufman.

Uno dei perché di questo inserimento, nel programma di un Sulmonacinema Film Festival altresì votato alla valorizzazione del nuovo cinema italiano, ce lo ha spiegato il direttore artistico Roberto Silvestri, con un piccolo colpo di genio. C’entra in qualche modo l’Italia. Ma c’entra soprattutto una tra le tante, troppe succursali di quelle zone del meridione, che i media hanno prontamente ribattezzato la “terra dei fuochi”; ovvero quei territori contaminati, devastati a livello ambientale, che nella nostra disastrata penisola si stanno diffondendo a macchia d’olio; con la complicità, ovvio, di una classe politica arrogante e corrotta, della malavita organizzata, nonché di quegli industrialotti del nord avidi e senza scrupoli che vanno a depositare i loro veleni in altre regioni, delegando il lavoro sporco ad altrettanto cinici criminali e pretendendo poi di rimanere con le mani pulite. Ebbene, anche in Abruzzo è stata scoperta in tempi tutto sommato recenti una discarica clandestina che mette a rischio, oltre alla salute dei cittadini, lo stesso equilibrio ambientale di aree piuttosto vaste. Ben venga, allora, il mostruoso eco-trash-horror movie dello spericolato Kaufman, che con la sua assennata demenzialità ci mette in guardia da un possibile destino: quello di mutanti.

In un prologo già esilarante Return to Nuke ‘Em High Volume 1 ci viene presentato come l’ipotetico remake di altri prodotti cinematografici targati Troma, nella fattispecie la trilogia di Class of Nuke ‘Em High. Remake? Sequel? O anche traslitterazione malata de La vita di Adele. Capitoli 1 e 2, considerato il peso dato nel plot all’amore lesbo delle due protagoniste? Non stiamo a porci troppe domande: quanto abbiamo visto vale comunque da sé. E vale in quanto parafrasi sguaiata di un sacco di cose: spunti assai diversificati, che vanno dall’essenza del teen movie più standardizzato al proliferare di armi in istituti scolastici alla Columbine, dalle follie vegane e radical chic al controllo reale che determinate aziende, produttrici di cibo spazzatura, esercitano sull’alimentazione e sullo stile di vita dei giovanissimi. Ecco, lo si potrebbe persino definire un teen movie avariato e rancido, come le portate servite alla mensa di Tromaville. Sempre che si voglia trovare un filo conduttore, a tutti i costi, nell’incontenibile parata di trovate politically uncorrect cui si assiste dalle primissime scene fino ai titoli di coda.

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Pare quindi che in America il sonno della dieta mediterranea generi mostri. Nel senso più letterale possibile: per via di quei prodotti scadenti e addirittura tossici messi in vendita da una ditta di alimenti biologici, la Tromorganic (notevoli qui i siparietti aziendali, con un divertente cameo dello stesso Kaufman), il più famigerato gruppo di Nerd della scuola (una galleria di personaggi degna di South Park) riceve una bella sorpresa, nel fatidico martedì dedicato ai Tacos, andando incontro a una serie di spaventose e vomitevoli mutazioni. I già orripilanti soggetti si trasformano così nella spietata e ultra-violenta gang dei Cretins, un nome un programma. In tale cornice che ricorda da vicino un altro cult della Troma, The Toxic Avenger, saranno le due protagoniste a contrastare energicamente le malefatte dei bulli: la più contestatrice Chrissy (Asta Paredes) è perciò destinata a coalizzarsi, dopo un iniziale periodo di rivalità, con la ricca e viziata Lauren (Catherine Corcoran), tant’è che tra loro nascerà presto una travolgente passione; ciò è anche pretesto per le scene piccanti, trasgressive, sessualmente spinte, che sono da sempre tra i marchi di fabbrica della casa di produzione americana, in quanto sfida al perbenismo, al moralismo ipocrita e agli angusti limiti del buongusto cinematografico. A rendere ancor più salace l’erotismo, volutamente volgarotto e con esiti grotteschi, di certe sequenze, vi è il fatto che entrambe le ragazze andranno incontro a indescrivibili mutazioni. Tanto loro due (in particolare la smaliziata Asta Paredes, ma certi duetti di Catherine Corcoran col papero strizzano ugualmente l’occhio allo spettatore) che altri giovani interpreti di Return to Nuke ‘Em High Volume 1 meritano un elogio, per quella demenzialità di fondo approcciata in modo così disinvolto, spontaneo, ricco di verve e di sfumature. A tal proposito nota di merito per il personaggio forse più spassoso, Eugene (Clay von Carlowitz), improbabile palestrato dalla parlantina fuori controllo, che si ostina a parlare di sé in terza persona facendo ruotare i neuroni superstiti attorno a pochi e limitati concetti.

Stefano Coccia      


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