Magazine Maternità

40ESIMA SETTIMANA. Compiuta.

Da Nina
Com'era? Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare... E allora giochiamo un po', cercando di non perdere il controllo e le coordinate, che è facile che accada adesso. Oggi compio 40 settimane, lo dice il ticker lungo, quello che mi ricorda che dentro la panza ho un cocomero che devo tirare fuori e che più sta dentro più aumenta di peso - un altro dettaglio (in)significante. Il ticker col bimbo è passato direttamente a ZERO, non mi lascia nessuna speranza. Il conto alla rovescia è finito, oggi è il giorno dell'espulsione (o dell'esplosione, come dico io). Ma noi non siamo macchine giusto? Anyway, manco a dirlo tutto tace. Tranne la gente, quella non si smentisce mai.
Mi incontrano per strada, strabuzzano gli occhi esterrefatti - oh, manco stessero loro in attesa con questo mio dolce peso ben distribuito sul corpo e concentrato sul davanti, ma che grava sulla schiena e i piedi - e sconvolti, perché non se ne fanno una ragione, mi urlano contro: - AAAAAAncora così stai? - Ma perchè come devo stare scuuusa? E già potrebbe bastare. Invece in genere in coda aggiungono: - Ma TI vuoi decidere? - Iooooooo? IO devo decidermi? Mo è colpa mia? Morammazzati! Per non parlare del telefono tempestato di messaggi e chiamate perse di persone e parenti che vogliono sapere 'Novità?' o 'Come stai?'. Che io lo capisco, è anche bello sapere che aspettano tutti con me, ma nessuno di loro immagina che non è il solo e che tutti insieme fanno una folla di gente che mi accerchia e c'è da farsi venire il fiatone. Come in piena corsa, quando non riesci più a fermarti anche se vorresti. Io non riesco più a stare dietro a tutto e tutti e perdo i colpi. A tratti mi sento soffocare. Ma chi mi vuol bene capirà se sono telegrafica o non rispondo proprio. Che tanto quando sarà il momento ognuno saprà quel che c'è da sapere.
Ci sono stati momenti che ho sfiorato il burn out. Aaaaaargh. Mi sentivo in difetto, in ritardo rispetto a una qualche tabella di marcia immaginaria, incapace di fare il mio dovere, sopraffatta e sommersa dalla responsabilità e dalle aspettative altrui. Ho anche pensato fosse colpa mia, che c'era qualcosa che non facevo, quasi che io avessi il super-potere di trattenerlo in qualche modo, che dipendesse da me e dalla mia incapacità a mollare, a lasciarmi andare, a lasciarlo uscire. Che non avevo capito, che avevo immaginato tutto, anche quell'intesa tra me e Simone me l'ero inventata. La testa in questa fase finale arriva a dirti di tutto e le parole di chi ci è già passata mi risollevano da questo turbinio ormonale. E' normale Nina, è proprio così che và.  Per fortuna che poi scrivo qui e voi mi rispondete, perché le vostre parole mi sono state molto ma molto di aiuto sabato, anche se non ve l'ho scritto io ve lo dico ora: Grazie di cuore. Mi avete aiutata a guardare la cosa da altre angolazioni che in certi momenti mi sfuggono. Kikka, il tuo commento poi è stato davvero illuminante per me, sai quando ti dicono quelle due, tre parole che ti risuonano dentro e tu realizzi che era proprio quello di cui avevi bisogno? Ecco sei stata così per me.
E allora il fine settimana, complice anche Lui, la sua presenza per me rassicurante e dispensatrice di endorfine, ho deciso che non potevo andare avanti così - anche se è durata un paio di giorni, ma era già troppo per una come me - e ho intenzionalmente scelto di lasciare tutto il mondo fuori e dedicarmi solo al Nostro, di mondo.  Solo io e Lui e tutto il resto stica(zzi), che per chi non è romano, lo ricordo, è sinonimo di 'chi se ne frega'.  Ho scelto di godermi questi ultimi istanti a due e fare quel che dopo non potremo più fare (si, anche quello, avete inteso bene), di riempirmi il cuore e la testa solo di cose belle e amore.  E ci sono abbastanza riuscita.  E anche se dico 'abbastanza' sottintendo che mi accontento così, va bene così, perché la perfezione non esiste e io ora non posso pretendere di più da me stessa. Mi sono detta che se tarda avrà le sue ragioni, magari si sta prendendo del tempo e ce ne sta concedendo, perché sa che ci serve e io mi fido di lui e della natura.  (Anche se pensarlo lì incastrato con la testa, in stallo, mi fa strano lo ammetto).
E c'è che non mi va neanche di parlare di come sto, di spiegarmi, di giustificarmi, o più semplicemente non cerco il confronto e il conforto emotivo, non ne ho bisogno. Quello che mi accade è che mi vivo tutto quel che viene su, come un animaletto, senza la necessità di raccontarmi o di trovare alternative e soluzioni. Sono così ebbasta, questa è la mia natura ora e questo è il mio momento.  Assoluto e totalizzante.  Non ci sono per nessuno, a malapena riesco ad esserci per me, visto che quasi tutto il resto se lo prende il Pivellino. Ho solo bisogno di Lui, il mio Uomo, poi chi c'è intorno non fa la differenza ora. Dopo forse si, ma ora no, non ne sento la mancanza. Sto bene sola, anzi ricerco l'isolamento. E poi tanto la maggior parte del tempo dormo, oppure mi faccio docce fredde, per stemperare questo corpo che ormai è un tizzone ardente. La sera un po' mi ripiglio e usciamo, a prendere il fresco che non c'è.
E oggi non sto bene, di nuovo. Ma fisicamente intendo. Sono fiaccata e provata nel corpo, sfinita e con pochissime energie. Lo stomaco e l'intestino fanno i capricci, ho una nausea da stamattina insopportabile, mi ricorda come stavo il primo trimestre. Per fortuna c'è Lui, che oggi ha deciso di restarmi accanto.  Nella speranza che Simone non tardi oltre - anche se, lo ripeto, io non sento più nessuna avvisaglia e avevo più contrazioni e dolori prima che in questi giorni - io reggo botta, consapevole del fatto che tra qualche giorno mi guarderò dietro e riderò di tutto questo e saranno solo giorni vuoti e senza senso, perché tutto il pieno lo porterà LUI, il mio Ometto Speciale Speciale. Non vedo l'ora di vederlo, annusarlo, toccarlo, baciarlo, abbracciarlo, allattarlo, sentirlo, amarlo di un amore pazzo e folle, dedicarmi solo a lui, essere un tutt'uno con lui, imparare a conoscerlo giorno dopo giorno, vivermelo tutto insieme al papà e impazzire insieme di gioia.
E' l'attesa più lunga che io abbia mai vissuto e voi lo sapete che io sono un'esperta di attese.  Felicità e terrore si danno il cambio in una danza dolcissima e carnale. E io sono presente a me stessa come non mai.
Simone, Amore mio immenso, io ti aspetto. Sono qui. 40ESIMA SETTIMANA. Compiuta.

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