Magazine Bambini

#416

Da Donatella

Venerdì sera in collina. Sdraiati sul prato a godersi i 28°.
Tante famiglie con bambini a vederli perlopiù tra i quattro e i dieci anni. C’è quello che calcia il pallone in faccia al padre per farlo alzare, ma che l’unica risposta che ottiene dalla mamma è un “daiiiii smettilaaaaa che fai male al papà”. Poi c’è quello che correndo cade nel prato; la mamma schizza su come sparata da un missile e in un nano secondo sta già ripulendogli le ginocchia sporche di polvere. Poi ci sono i due fratellini che si rincorrono, si menano, si insultano, si inseguono per farsi cadere. Ognuno con in mano il suo cellulare sotto lo sguardo assente della mamma vestita di bianco, seduta sull’erba a leggere un rotocalco e un papà che fa il figo, con una seduta poco più in là, con le mani impegnate: una a tenere una sigaretta e l’altra a sistemarsi gli zebedei nelle mutande. Che quando interviene dà uno scappellotto al più grandicello e paffuto (preso quindi in giro ulteriormente dal fratello) il quale prima si siede e poi scappa via dicendo alla mamma “me ne vado spero che finirai all’ospedale” mentre lei continua a leggere senza alzare lo sguardo verso il piccolo fuggitivo.
E poi arriva una famiglia quando ormai è buio pesto.  Uno dei due figli ha un lungo ramo in mano e cerca di colpire il fratello. L’altro ha una catena trovata all’ingresso del parcheggio e vuole portarla a casa. Il papà gli dice che la deve lasciare, che non è sua e allora lui se ne va arrabbiato e dopo pochi minuti torna con un badile.
Forse è il caso di tornare a casa. Visti i tipi che girano qualcuno potrebbe scavarci la fossa.


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