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43) Racconto: Il trionfo del male

Da Angivisal84

Il trionfo del male di Angela Cardella Creatura: Vampiro43) Racconto: Il trionfo del male
Correva l' anno 1998 e in un piccolo paesino di Stoccolma viveva una umile fanciulla che, dopo tanti anni trascorsi a salvare un amore giunto ormai al tramonto, decise di porre fine ad una parentesi della sua vita. In una notte buia e burrascosa, nel silenzio assordante della sua mente, Lara si rese conto che il mondo intorno a lei andava a rotoli e che tutto quello che di bello e di piacevole fino ad allora era svanito come neve al sole. La sua unica colpa era quella di essersi innamorata della persona sbagliata. Aveva dato tutto l’ amore che era custodito nel suo cuore, aveva dato l’ anima per salvare l’ insalvabile, era andata contro tutto e tutti senza nessun riscontro. Era una ragazza semplice, i suoi capelli erano rossi, aveva le lentiggini, i suoi occhi erano azzurri come il cielo e in quel giorno di primavera indossava un vestito rosso. La sua vita procedeva nella più totale tranquillità: amava studiare, era sempre circondata dagli amici e il suo sogno più grande era quello di avere una famiglia felice. Un giorno per caso, mentre camminava assorta nei suoi pensieri, Lara si scontrò con un ragazzo che non aveva mai visto: " sarà uno straniero", pensò tra sé e sé. Questo ragazzo indossava pantaloni e giacca neri come i suoi lunghi capelli che svolazzavano al vento, i suoi occhi erano verde smeraldo. Improvvisamente Lara sentì qualcosa di strano, ma non riuscì a capire cosa, tra di loro solo pochi sguardi e lunghi silenzi. Dopo quel breve incontro, lei si incamminò verso casa, una piccola casetta di campagna circondata dalla natura. Intorno alla sua abitazione vi erano alberi di pino, ciliegio, pesco, magnolia, salici piangenti, accompagnati da un prato fiorito, con a centro una fontana a forma di angelo da cui sgorgava una pioggia d' acqua. Mentre cercava di studiare, pensando costantemente a quel ragazzo, Lara sentì chiamare il suo nome, lei credeva che forse era solo la sua immaginazione, così continuò a ripetere quello che stava studiando, ma si sentì chiamare nuovamente, quindi chiuse i libri e uscì fuori, ma non vi era nessuno. Il richiamo era più frequente e lei, impaurita, cercò di rientrare, ma il vento le si opponeva contro, spingendola nella direzione dalla quale proveniva quella voce. Ad un tratto vide un' ombra e lei chiese ripetutamente " C'è qualcuno?" . Dall' oscurità comparve una sagoma che suscitò in Lara un profondo terrore, ma avvicinandosi, ebbe modo di comprendere che si trattava della persona incontrata qualche ora prima. Nonostante fosse svanita la sensazione di terrore, non poche perplessità attanagliavano la mente di Lara, dal momento che il suo nome era stato più volte da lui pronunciato, sebbene lei non lo avesse mai detto. Bastarono pochi sguardi intensi ad esternare Lara dalla realtà che riuscirono a lasciarsi andare e a seguirlo nel suo giardino di rose rosse. Lì iniziò una lunga conversazione che sfociò in un bacio passionale. L' atmosfera magica si interruppe quando il ragazzo, alla comparsa delle prime luci dell' alba, invitò Lara ad andare via, istigandola a fuggire in fretta. Malgrado la sua perplessità in merito all' accaduto, decise di seguire il suo consiglio senza chiedere spiegazioni, ma quanto meno voleva sapere il suo nome. Il ragazzo, allontanandosi disse "Edoardo". Dirigendosi verso casa, nella mente di Lara albergava il suo nome, continuava a ripeterlo incessantemente, il suo cuore batteva sempre più forte. In lei stava nascendo un nuovo sentimento per quel ragazzo misterioso. Quelle poche ore che giungevano ad un nuovo giorno trascorsero rapidamente e dopo essersi preparata, prese lo zaino e uscì per dirigersi a scuola. Lungo il tragitto pensava e ripensava ad Edoardo, ma non si spiegava il motivo per il quale la sera precedente le aveva detto di andar via. Molti dubbi assalirono la sua mente, credeva di aver commesso qualche errore. Durante la lezione non prestava attenzione, i suoi pensieri viaggiavano ai momenti trascorsi insieme a lui, si pose mille domande alle quali non seguirono risposte e decise quindi di distogliere quei pensieri e di dedicarsi alla lezione. Nel frattempo Edoardo si trovava nel suo castello, alquanto lugubre. Aveva all' esterno un aspetto spettrale, con un cancello arrugginito dal tempo. Sul lato destro vi era un piccolo cimitero in cui vi erano i vecchi eredi del castello, invece sul lato sinistro vi era un bellissimo giardino di rose rosse, molto curato. A differenza dell' esterno, il castello nel suo interno aveva un aspetto radioso. All' entrata c' era un’ enorme sala, il pavimento era coperto da un tappeto rosso valentino, ai lati della sala erano state adagiate delle statue in marmo, il lampadario era interamente in ferro così come la scala centrale che si diramava in due parti che giungevano nelle varie stanze del castello. Nei muri vi erano quadri che raffiguravano visi di uomini che vissero lì nel passato. Tre i diversi quadri, vi era quello più vistoso, posto sulla gradinata che ritraeva Vladimir. Quest' ultimo era il maestro di vita di Edoardo, che lo aveva cresciuto fin da piccolo, essendo rimasto solo al mondo. Vladimir aveva un aspetto tetro; i suoi capelli erano lunghi e brizzolati e i suoi occhi erano ghiaccio, molto penetranti. Edoardo stava lavorando a quello che Vladimir gli aveva ordinato, ovvero trovare " la cura", che gli avrebbe permesso di uscire anche di giorno, ma dopo svariati tentativi non riuscì nel suo intento, doveva finire in giornata quel lavoro per poter raggiungere Lara a scuola. Provava e riprovava, cercava di mettere insieme diversi elementi: infusi, bruchi,vari insetti, petali delle sue rose rosse, radici di margherite, ma senza alcun risultato. Niente del genere era servito a creare quello che lui aveva sperato. Edoardo, sconsolato del risultato, sbatté con rabbia le braccia sul tavolo e notò che nella manica del suo vestito c' era un capello di Lara, lo osservo e pensò a lei. All' improvviso gli balenò un' idea, cioè quella di prendere il suo capello, mischiarlo agli altri elementi, aggiungendo stavolta anche un po’ del suo sangue per creare una nuova lozione. La provò su se stesso e uscendo la mano fuori dalla finestra vide che era intatta. Guardandosi intorno per cercare di capire dove mettere quella lozione magica, capì che non vi era nulla che potesse essergli d' aiuto. Cominciò ad agitarsi e si mise a giocare con il ciondolo che portava al collo, un medaglione che si apriva in due. Pensò che era quello il posto adatto, quindi mise il contenuto dentro, uscì dal castello e si accorse che funzionava. Aveva finalmente trovato la cura, sia per lui che per Vladimir e tutti i suoi seguaci. Euforico della sua scoperta, corse a scuola dalla sua amata e aspettò la sua uscita. Terminate le lezioni, appena fuori da scuola, Lara in lontananza si accorse che Edoardo era lì ad aspettarla e presa dalla gioia corse verso di lui. Prendendosi per mano, si allontanarono di fronte all' incredulità dei suoi amici e si diressero nel giardino di rose rosse. La felicità di Lara era incontrollabile e nel momento in cui stava per baciarlo, Edoardo la bloccò dicendole che doveva parlarle, ma lei non aveva nessuna intenzione di rovinare quel momento da lei tanto atteso. Non voleva e non riusciva a tenerle nascosto il suo segreto, voleva ad ogni costo rivelarle la sua vera natura e quindi, Edoardo, facendosi ancora più insistente la allontanò, le voltò le spalle guardando dal lato opposto e la rassicurò di non aver paura di ciò che le stava per svelare. Ad un tratto, rivolgendo nuovamente lo sguardo a lei, il suo viso si trasformò. Il suo volto era deformato; gli occhi da verde smeraldo erano diventati rossi, dalla sua bocca uscirono due lunghi canini affilati e le sue unghie somigliavano a degli artigli. Lara, a quella visione, urlò di paura e scappò dal giardino con gli occhi colmi di lacrime. L' orrore di quella scena l' aveva terrorizzata, correva senza meta, attraversò un bosco per poi giungere in una strada, continuava a correre e a piangere, ma le lacrime appannavano i suoi occhi e non si accorse che una macchina le stava andando contro. La scaraventò violentemente per aria, Lara batté la testa e il suo cuore cessò di battere. In quell' istante, Edoardo ebbe un forte dolore al petto e subito si accorse che Lara era in pericolo. Uscì disperato dal suo giardino e si diresse sul luogo in cui vide la sua amata a terra senza vita. La prese tra le sue braccia e di corsa la portò al castello dove c' era Vladimir. Edoardo, essendo innamorato di Lara, lo supplicò di aiutarlo a riportare la sua amata in vita e Vladimir gli disse che, se voleva salvarla, doveva farle bere il suo sangue. Allora Edoardo, senza pensarci troppo, si fece un taglio sul braccio e lasciò gocciolare il suo sangue sulla bocca di Lara che dopo pochi istanti aprì gli occhi e capì di essere diventata come lui. Lo stupore di Edoardo nel vederla di nuovo viva, lì accanto a lei, era forte, non riusciva a credere a quello che vedevano i suoi occhi. Da un lato era felice di poterla avere ancora nella sua vita, dall’ altra era triste per averla riportata in vita, facendola diventare come lui. Lara non riusciva a capire quello che stava succedendo, solo quando Edoardo le spiegò ciò che aveva fatto, lei si mise a piangere, era felice dell’ amore che Edoardo aveva dimostrato per lei. Non avrebbe mai immaginato che i suoi sogni erano svaniti nel nulla e che la sua vita aveva preso un’ altra piega, ma l' amore che nutriva per Edoardo era così forte che si lasciò andare al suo destino.

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