Per un anno abbiamo chiesto agli illustratori italiani quale fosse il loro collega preferito; la prima classificata (dopo Emanuele Luzzati e Bruno Munari) è stata Beatrice Alemagna. Siamo onorate che abbia accettato di rispondere alle nostre ormai note cinque domande. Bolognese di nascita, parigina d’adozione, ha vinto una valanga di premi e pubblicato con chiunque… Per chi ancora non la conosce, è l’occasione per scoprire le mille macchie, stoffe e ritagli che caratterizzano il suo stile inconfondibile. Per chi già la adora, una buona notizia: le pulcette stanno per tornare!
Et voilà!
Quando è iniziata la tua attività di illustratrice?
Professionalmente parlando, nel 98: avevo 24 anni quando ho pubblicato il mio primo libro per Seuil jeunesse a Parigi. Personalmente ho sempre disegnato.
Chi sono i tuoi illustratori preferiti?
Tantissimi. Cambiano sempre e continuamente.Da qualche anno adoro il mondo bizzarro ed incredibile dello svedese Jockum Nordstrom.
Qual è la storia che vorresti tanto illustrare?
Il giornalino di Gian Burrasca, Pippi Calzelunghe, Marcovaldo o le Cosmicomiche di Italo Calvino e mille altri!
Cosa consigli a chi vuole diventare illustratore?
Di provare ad essere innovativo, colto e “necessario”.
A cosa stai lavorando in questo momento?
Un albo scritto e illustrato da me che si intitolerà “La gigantesca piccola cosa” e che sarà co-edito in Francia , Italia e Grecia (e forse anche in qualche altro paese) , il libro numero tre delle pulcette per Phaidon (in Italia, Francia, Inghilterra, Giappone e Spagna); il numero due dovrebbe essere d’uscita ad ottobre prossimo. Inoltre da quasi un anno mi occupo di dirigere una collezione (chiamata RAMINO) di libri illustrati per la RMN (Réunion des Musées Nationaux de France), nella quale chiamo a lavorare tutti gli artisti che amo.
E’ un progetto di cui mi sto occupando con piacere ed entusiasmo immenso.