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5 giorni fuori

Creato il 06 aprile 2014 da Misterjamesford
5 giorni fuoriRegia: Anna Boden, Ryan Fleck
Origine: USA
Anno: 2010
Durata:
101'

La trama (con parole mie): Craig è un sedicenne introverso e riflessivo schiacciato spesso e volentieri dal peso delle sue doti e dal rapporto con il mondo esterno, dai genitori agli amici, dalla scuola alle aspettative per il futuro. Oppresso da una sensazione che lo vorrebbe suicida, decide di farsi ricoverare nel reparto psichiatrico dell'ospedale più vicino attrezzato per le cure delle malattie mentali, ritrovandosi a causa di una ristrutturazione accorpato, insieme agli altri adolescenti, al reparto degli adulti.Nei cinque giorni di esame previsti prima delle sue eventuali dimissioni dalla struttura, Craig imparerà a crescere confrontandosi con il disequilibrato Bobby e la sua coetanea Noelle, riscoprendo se stesso ed il mondo e lasciando il segno tra i suoi compagni di ricovero.
5 giorni fuori
Di tanto in tanto, devo ammettere che fa proprio bene lasciarsi trasportare da una qualche pellicola indie sentita, coivolgente e ben riuscita come 5 giorni fuori, titolo praticamente sconosciuto in Italia risalente ai tempi in cui Zack Galifianakis era ancora un quasi sconosciuto, scoperto grazie ad un amico di recente: la pellicola firmata a quattro mani da Anna Boden e Ryan Fleck, infatti, pur non brillando per originalità o rivoluzionarietà del linguaggio, riesce a toccare le corde giuste per emozionare sfruttando un curioso incrocio tra Qualcuno volò sul nido del cuculo e Noi siamo infinito in versione minore e molto, molto Sundance nel senso buono del termine.La vicenda di Craig, sedicenne tormentato da una vita che non lo riempie e soddisfa, finito per scelta in un brevissimo ma intenso esilio volontario accanto a chi davvero deve combattere una battaglia troppo grande per una sola mente, o anima, o che dir si voglia, pronto a riscoprirsi non solo piacevolmente fragile - come è giusto che ogni ragazzo o ragazza di quell'età sia -, ma anche in una certa misura uomo cominciando a scontare sulla sua pelle le sconfitte che prima o poi tocca a tutti affrontare, da un amore deluso ad un'amicizia per la quale occorre rimboccarsi le maniche almeno quanto con la propria famiglia.Seppur sfiorando soltanto in superficie temi decisamente complessi come la solitudine che attanaglia chi finisce per trovare troppo difficile anche solo muovere un passo fuori da un letto e sfiorando il quasi "oltre" con sequenze decisamente sopra le righe - la rappresentazione di Under pressure, pezzo che peraltro ho sempre amato molto -, i registi finiscono per riuscire a portare sullo schermo con una grande onestà di sentimenti e narrazione una vicenda piccola piccola eppure coinvolgente ed in qualche modo toccante, perfetta per chi cerca un riscatto o un nuovo punto di partenza, oppure accarezza in qualche modo il sogno di innamorarsi di nuovo nonostante le ferite che lo stesso amore è in grado di provocare in tutti noi.Il personaggio di Bobby - molto azzeccato e divertente il gioco di citazioni ed omonimia con Bob Dylan -, interpretato decisamente bene da Galifianakis - in una versione paradossalmente più sobria e sensata delle macchiette oltre misura cui ci ha ormai abituati - funge dunque da benzina sul fuoco per l'evoluzione interiore e non solo di Craig, protagonista fragile - almeno ad una prima occhiata - e molto "Goonie" nel pieno rispetto della tradizione tutta eighties del giovane nerd pronto a conquistarsi, arrancando, il posto nel mondo - o almeno, nel suo mondo - che gli compete.Il risultato è un cocktail certo non ammazzacristiani eppure decisamente piacevole da sorseggiare, un onesto e contenuto film dal sapore di primavera che stuzzica la voglia di correre nel vento abbandonando cappotti ed anfibi per liberare tutto quello che è possibile liberare in modo che il corpo e la mente riescano ad esprimere davvero quello che sentiamo, vogliamo, proviamo, ed anche quello che ancora è incerto, perso in un futuro di ipotetici concerti ed ipotetiche partenze, nonostante resti il dubbio che possano non essere avvenuti.Ma il bello è proprio buttarsi ugualmente, spinti da un anelito di follia che è come ossigeno per i nostri polmoni soffocati da un'esistenza giocata tutta - o almeno in gran parte - sulla fatica e le energie spese per quel giorno speciale che continueremo a ricordare ogni volta che salteremo, e salteremo, e salteremo: perchè la vita è tutta lì, stupido o no che possa sembrare.
MrFord
"Insanity laughs under pressure we're cracking
can't we give ourselves one more chance
why can't we give love that one more chance
why can't we give love give love give love give love
give love give love give love give love give love."Queen feat. David Bowie - "Under pressure" - 

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