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5a Domenica del Tempo Ordinario: Guarì molti che erano affetti da varie malattie

Creato il 03 febbraio 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

5a Domenica del Tempo Ordinario: Guarì molti che erano affetti da varie malattie
5 febbraio 20125a DOMENICAdel TEMPO ORDINARIOanno B (trascrizione delle letture bibliche del
2009 (sempre anno B) 5^ domenica)

Antifona d'Ingresso Sal. 94,6-7 Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.

CollettaO Dio, che nel tuo amore di Padreti accosti alla sofferenza di tutti gli uominie li unisci alla Pasqua del tuo Figlio,rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore,illuminati dalla speranza che ci salva.Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA DELLA PAROLAPrima Lettura Gb. 7, 1-4. 6-7Notti di dolore mi sono state assegnate.

Dal libro di GiobbeGiobbe parlò e disse: 
«L'uomo non compie forse un duro servizio sulla terra 
e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
Come lo schiavo sospira l'ombra 
e come il mercenario aspetta il suo salario, 
così a me sono toccati mesi d'illusione 
e notti di affanno mi sono state assegnate. 
Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?". 
La notte si fa lun­ga 
e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
I miei giorni scorrono più veloci d'una spola, 
svanisco­no senza un filo di speranza.
Ricòrdati che un soffio è la mia vita: 
il mio occhio non rivedrà più il bene».

  • Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 146
Rit. Risanaci, Signore, Dio della vita.

È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele. - Rit.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome. - Rit.Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi. - Rit.

Seconda Lettura 1 Cor. 9, 16-19.22-23Guai a me se non annuncio il Vangelo. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai CorìnziFratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. 
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io.
  • Parola di Dio

Vangelo Mc. 1, 29-39Guarì molti che erano affetti da varie malattie.
Dal vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini. perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
  • Parola del Signore
RIFLESSIONE
  • Ancora una volta, pagine della scrittura ricche di spunti di riflessione. Questa sera mi fermo su due.
Il primo riguarda il dolore del mondo, dell’uomo e la sua condizione per arrivare al Vangelo dove questo viene richiamato in maniera viva ed efficace.
  • La prima lettura (parole pesanti di Giobbe), riguarda l’uomo provato in tutti i modi. Prima, da ricco che era fu reso povero, spoglio; poi perde la famiglia, poi la salute ed ogni dignità; è costretto a vivere, come racconta il libro, su un letto di cenere (per dire la spogliazione totale). In questa condizione, Giobbe grida così il suo dolore, non solo, ma soprattutto la incomprensibilità del suo dolore. Perché questo? O Dio, cosa ho fatto io?
I suoi amici lo vanno a visitare e lo rimproverano per queste bestemmie, per queste parole sul suo dolore secondo loro apparentemente arroganti e presuntuose. Loro ragionano in questa maniera: il colpevole paga. Se sei colpevole paghi; non prendertela con Dio, ma con te stesso.E Giobbe dice: ma io sono innocente, come è possibile?Ma gli ribadiscono: no, non è possibile che tu sia innocente!Alla fine parla Dio che dice: Giobbe ha ragione, loro hanno torto.Come mai questo? Perché?Nel grido di Giobbe si avvia un faccia a faccia con Dio, dove viene allo scoperto lo scontro radicale tra il bene e il male, tra la vita e la morte; e Dio si schiera a fianco del sofferente lottando contro il male.Dio non vuole il male, non vuole il dolore.Dio è dalla parte dell’uomo per liberarlo dal male, ma non magicamente, bensì attraverso un cammino di maturazione, in cui chiede all’uomo di fidarsi della sua Parola e di seguirlo. Questa Parola così difficile diventa concreta in Gesù, nel Figlio di Dio, attraverso il quale il Padre si schiera dalla parte dell’uomo e si accolla il peso del male del mondo.Gesù porta il male, Gesù è L’Agnello che toglie il peccato del mondo, che porta e toglie il male. Gesù è al nostro fianco e toglie il male portandolo.
  • Passiamo al Vangelo. Vediamo la scansione.
Gesù, sempre con Giacomo, Giovanni, Andrea e Pietro, va a casa di Pietro la cui suocera è ammalata. Sùbito un ammalato.Cosa fa Gesù? Gesù si accosta, non si scosta, cioè va ‘verso’, affronta la situazione; poi prende per mano l’ammalata e la solleva.Il gesto del prendere per mano non era accettabile allora, perché induceva all’impurità. Chi toccava un ammalato diventava impuro.Lui si accosta, la prende per mano e la solleva. Sollevare vuol dire risorgere.Il gesto del sollevarla significa quasi una resurrezione.La febbre cessa: l’intervento di Gesù è efficace. La conclusione è in vista del servizio. La guarita infatti serve gli ospiti.La cosa che conta, in ultima istanza, è la guarigione della persona rattrappita dalla malattia, per farla rientrare ancora nel giro della vita attraverso l’intervento del Signore. L’intervento è in vista della comunione.Emerge una cosa: Gesù non approva la malattia, ma interviene per guarirla, perché si possa vivere di nuovo la comunione. Il suo accostarsi esprime e genera comunione.Secondo passo: venuta la sera, dopo il tramonto del sole la gente si raduna e porta ammalati e indemoniati. Gesù ancora una volta si fa carico della condizione umana. Non guarisce tutti, ma accoglie tutti.Passo ulteriore: Gesù non resta lì in eterno, ma lascia la folla e si ritira in un luogo deserto per pregare. Gesù dice, con le sue scelte, che la condivisione con gli ammalati è una cosa importante, ma non è tutto. Bisogna fare qualcos’altro: coltivare il rapporto con il Padre e la comunione con Lui.Gesù avverte che non può non stare con il Padre, perché se non sta con Lui perde efficacia la sua comunione con i fratelli.La preghiera vuol dire: coltivare l’amore tra il Padre e il Figlio, attingere alla sorgente e soprattutto accettare di nuovo il mandato della sua missione presso gli uomini.Per affrontare la forza del male occorre una forza più grande, opposta; e Gesù questa forza la trova nella preghiera.Altro passaggio: “ Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».”, ma Gesù non cede.Lui è venuto non per accontentare gli uomini, ma per portare l’annuncio di liberazione a tutti. Al«Tutti ti cercano!» risponde: «Andiamocene altrove», dicendo quindi l’opposto. Gesù sembra dire: non sono venuto per cercare la mia gloria o il mio successo o perché sto bene in questo luogo attorniato da tanta gente, ma sono venuto per andare dove il Padre mi manda.Questa pagina è colma di richiami alla malattia e per questo lascia un po’ sospeso il discorso in rapporto anche alla prima lettura.In sostanza dice questo: Gesù, in obbedienza al Padre, è venuto nel mondo per combattere il male in ogni sua forma; e invita noi a fare altrettanto. Ci invita così ad impegnare le nostre energie per aiutare i fratelli con il Suo aiuto.
  • Mi fermerei un po’ di più per cogliere un altro aspetto della pagina del Vangelo: Gesù è in movimento.
La scorsa settimana, al mattino Gesù era a Cafarnao, è entrato nella sinagoga e l’indemoniato urla e abbiamo visto cosa succede; ora esce per entrare nella casa di Pietro e poi va a pregare e, all’invito a restare, replica dicendo di muoversi nuovamente.Si delinea una giornata ideale e al tempo stesso reale; sono ricordate le azioni per una giornata veramente efficace.L’evangelista ci offre lo schema di una giornata esemplare per noi.Questa esemplarità consiste nell’indicarci tre fattori che garantiscono un ritmo vero e autentico alla giornata.
  1. La passione per il Regno che si manifesta nell’impegno di Gesù nell’annunciare il Regno, come era già emerso domenica scorsa. Marco nel suo Vangelo ci ricorda che Gesù dichiara che è venuto per annunciare il Regno, anzi che il Regno è già presente. La passione di Gesù è testimoniare il Regno, è tenere viva nel mondo l’attesa del Regno. Anzi Lui è il Regno.
Il Regno rappresenta l’orizzonte nel quale Gesù si muove e con Gesù si muove anche il discepolo. Noi siamo chiamati ad essere testimoni del Regno, a maturare la coscienza che il Regno è l’esito finale della volontà creatrice di Dio. Il male non fa parte del Regno. Il regno è superamento del male, della morte e della divisione.Il Regno di Dio è la vita piena, la vita autentica per la quale Dio lavora e per la quale Gesù è morto e risorto.È importante che nella giornata terrena viviamo questo respiro e questo orizzonte, questo presente e futuro.Nel Padre nostro, non per niente Gesù suggerisce: venga il tuo regno.Questo è lo scopo: Dio ha creato il mondo per il Regno. Occorre alimentare quotidianamente l’anelito e la passione per il Regno.
  1. La passione per la preghiera.
La preghiera non è tanto un chiedere, è anche questo, ma è uno stare davanti al Signore, al Padre seguendo l’esempio di Gesù.È un essere faccia a faccia con Dio. Non lo vediamo, ma Lui si manifesta a chi lo ascolta nella preghiera. La preghiera vuol dire: garantire la relazione con il Padre, stare davanti a Lui. Le formule sono solo degli aiuti; lo scopo è stare davanti al Padre perché ci illumini e ci sostenga.
  1. L’amore fraterno qui appare nella forma dell’accoglienza degli ammalati, dei rifiutati, dei deboli e dell’uomo in genere.
Gesù passa le sue giornate in preghiera, annunciando il Regno, cercando le persone e accogliendole.Questi tre fattori non sono separati l’uno dall’altro, ma fanno un tutt’uno, una corrente unica e vitale, perché con la preghiera ritroviamo la sorgente della vita. Io sono perché Dio mi ha creato; e quando sto davanti a Dio, sto davanti alla sorgente. Questo potrebbe diventare una chiusura, ma il Regno dà alla preghiera il suo senso e viceversa. Il Regno è l’orizzonte della preghiera e impedisce alla persona di chiudersi in una preghiera angusta ed egoistica in funzione di se stessa.Questo vale anche per la sofferenza dei fratelli. La preghiera vera si fa carico dei fratelli e li porta davanti al Signore con le loro difficoltà e sofferenze, le loro situazioni; e dal Padre riceve rinnovato il mandato di riandare ai fratelli portando il peso delle loro difficoltà e delle loro gioie.In sostanza, condividere significa: invito a vivere la comunione.I tre mattoni si articolano l’uno con l’altro, ci alimentano e ci rendono autentici.RIFLESSIONE
I tre pilastri della vita quotidiana di Gesùe di quanti lo seguono
  1. PASSIONE PER IL REGNO DI DIO
« Andò … predicando » è l’ ANNUNCIO del REGNO di DIO, al quale Gesù è totalmente consacrato.Rappresenta il progetto, il fine, l’orizzonte di tutto il suo essere e del suo agire.
  1. PREGHIERA
« Si ritirò in un luogo deserto e là pregava. »Faccia a faccia con il Padre, che continuamente lo genera e lo invia……ubbidire al quale è il suo « pane » quotidiano……dal quale attinge la divina energia necessaria per far fronte al «maligno».
  1. AMORE FRATERNO 
« Gli portarono tutti i malati e gli indemoniati »Accoglienza dei rifiutati, soccorso ai pericolanti, sostegno agli infermi …Non sono risposte risolutive, ma «segni»……segni che il regno annunciato da GESU’ è già in azione nelle opere sue e di quanti lo seguono……che Dio non ci ha abbandonato, ma continua ad amarci……che l’uomo è capace di bene quando si affida a Lui, credendo.
PS.Queste tre componenti non sono realtà chiuse, ciascuna in se stessa, ma formano un movimento vitale : la preghiera apre il cuore e la mente al Padre e ai fratelli; le istanze del Regno tengono ampio il respiro della preghiera e della condivisione; l’impatto con la realtà, spesso drammatica, delle persone richiama al concreto tanto la preghiera che la coscienza del regno.

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