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#6: Dichiararsi atei per non pagare la Kirchensteuer

Creato il 28 luglio 2010 da Marxell

Un piacere che richiede conoscenza e prontezza di riflessi

La Kirchensteuer, trappola fiscale da conoscere per eventualmente evitarla

La Kirchensteuer, trappola fiscale da conoscere per (eventualmente) evitarla

Mi è capitato decine, forse centinaia di volte di dover riempire formulari vari, scartoffie burocratiche noiose e a volte superflue, o di dover declinare le generalità davanti ad un impiegato comunale per una qualche iscrizione o per un certificato. Ma quel giorno fu diverso.

Ero giunto da poco nel paradiso dei miei sogni, la terra dei prati verdi con le alpi sullo sfondo, dove la birra è buona e la gente ordinata, Monaco di Baviera, che sembra più una località di villeggiatura un pò cresciuta che una città industriale o un polo tecnologico di primissimo piano. Ero pieno di entusiasmo ma ancora sprovveduto, felice di tuffarmi ad occhi chiusi in questa nuova eccitante avventura della mia vita. Le mie fino ad allora sommarie informazioni mi inducevano ad un misto di fiducia e cautela nei confronti della burocrazia locale, in fondo non parlavo una parola di tedesco e magari loro non sanno (o non vogliono) parlare inglese. Ma dovevo registrarmi all’ufficio comunale, tappa incombente ed ineluttabile nel cammino appena intrapreso verso la conquista della felicità.

Mi presento all’appuntamento, una gentile signora di circa quarant’anni mi accoglie con la tipica gentilezza burocratica tedesca, tiro un sospiro di sollievo, parla un ottimo inglese, per oggi non ci saranno brutte sorprese. Si comincia, nome… cognome… nazionalità… domicilio attuale… e come un fulmine arriva l’inattesa domanda… religione??? Che vorrà dire “religione”? Nella cattolicissima Italia questa domanda non viene mai posta, il solo fatto di essere italiano vuol dire con ineluttabile automatismo essere anche cattolico, portatore sano di pratiche e precetti ereditati come si eredita un cognome o una madrelingua. Magari non praticante, quello sì che a volte si specifica, ma cattolico sempre e comunque per definizione. Ma qui cosa vorrà significare? Da queste parti ci sono stati tempi di inquisizioni e progrom, di deportazioni ed autodafè ma io sono solo una brava persona, voglio stare qui senza dare fastidio a nessuno, non voglio svolgere attività sovversive nè turbare l’ordine pubblico, ma l’impiegata mi scruta, mi ha puntato gli occhi addosso e non mi molla, devo reagire, dire qualcosa, qualunque cosa purché non mi danneggi.

E poi affiora dagli oscuri recessi della memoria un lontano monito di un conoscente trasferitosi un decennio prima, e capisco, mi illumino, mi gonfio di fierezza e dichiaro… SONO ATEO! L’impiegata abbassa gli occhi e con una certa stizza passa alla successiva pagina… datore di lavoro? Per adesso ho vinto, ho assunto una posizione che potrei difendere fino al rogo, eretico, apostata, spergiuro ed orgoglioso di esserlo, sono ateo per vocazione filosofica e per opportunismo fiscale, ora so che non ci sarà prelievo forzoso dalle mie finanze, ci stavo quasi per cascare ma l’ho scampata, chissà quante altre trappole mi attendono nel mio percorso ad ostacoli in terra straniera, ma questa è schivata, e per ora sono felice…

MERAVIGLIOSO!


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