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70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: Leone d’oro alla carriera per William Friedkin

Creato il 02 maggio 2013 da Af68 @AntonioFalcone1

zx v adIl Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra, Alberto Barbera, ha deciso di attribuire il Leone d’oro alla carriera al regista statunitense William Friedkin, nell’ambito della 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre.
Autore di polso e raffinato compositore d’immagini, visionario ma attento alle esigenze spettacolari e commerciali, Friedklin in quanto esponente di quel movimento innovatore noto come New Hollywood, ha portato aria nuova, fra l’altro, nell’ambito di due generi cinematografici piuttosto popolari quali il poliziesco e l’horror.

William Friedkin (Wikipedia)

William Friedkin (Wikipedia)

Riguardo il primo, Friedkin girando Il braccio violento della legge (The French Connection, ‘71), conferì una nuova connotazione alle sue caratteristiche di base, prediligendo una narrazione asciutta, documentaristica, sottolineando l’ambiguità delle linee di confine fra bene e male, senza dimenticare l’intrattenimento (l’inseguimento all’interno della metropolitana). La pellicola vinse cinque Oscar: Miglior Film, Regia, Sceneggiatura non Originale (Ernest Tidyman), Montaggio (Gerald B. Greenberg) e Attore Protagonista (Gene Hackman).
Gene Hackman ne

Gene Hackman ne “Il braccio violento della legge” (Wikipedia)

Il genere horror invece, con L’esorcista (The Exorcist, ’73, dal romanzo di William Peter Blatty) si avvalse di un impatto realistico, allo stesso tempo emozionante e disturbante: il dramma della possessione si insinuava in crescendo e il conflitto tra le due forze in campo, in odor di metafora, non vedeva come scenario un vecchio e isolato maniero, ma una casa borghese, devastata nella sua quotidianità dall’irrompere dell’irrazionale, trovando poi fertile campo nei meandri delle cattive coscienze e nella perdita di fiducia verso quanto scienza e progresso dovrebbero assicurare a livello di razionalità e conquiste sociali.

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Alla kermesse veneziana sarà inoltre presentata la versione restaurata de Il salario della paura (Sorcerer, ’77), altro titolo degno di nota nella filmografia di Friedkin, remake di Vite vendute, diretto nel 1953 da Henri-Georges Clouzot, il cui titolo originale, Le salaire de la peur, riprende quello dell’omonimo romanzo di Georges Arnaud, ’50.
“Considero Il salario della paura il mio film più personale e il più difficile da realizzare, – ha dichiarato Friedkin -. Sapere che sta per avere una nuova vita al cinema, è qualcosa di cui sono profondamente riconoscente. Il fatto poi che il film abbia la sua prima mondiale alla Mostra di Venezia, è qualcosa che attendo con grande gioia. È una vera resurrezione di Lazzaro”; l’ultima realizzazione di Friedkin è Killer Joe, pellicola presentata due anni fa proprio alla 68 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in concorso.
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