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8 tecniche per fare un colloquio stellare

Da Psychomer
by Matteo Radavelli on ottobre 5, 2011

In un mercato competitivo come quello attuale distinguersi dagli altri al primo colloquio è indubbiamente complicato.

Oltre ai soliti consigli che ognuno di noi mette in atto, come presentarsi in orario, prepararsi sul tipo di lavoro da svolgere, informarsi sul possibile datore di lavoro, vestirsi adeguatamente ed evitare di saltare sulla scrivania di chi ci sta facendo il colloquio esiste tutta una serie di accorgimenti e tecniche psicologiche che possono aiutare il nostro futuro capo a pensare:” è la persona giusta”.

Perchè spesso le decisioni vengono prese a sensazione, in modo molto più viscerale di quanto vorremmo.

1 Attrattiva

essere accantivanti, non autoreferenziali, è fondamentale. Un recente studio, condotto su neolaureati al primo colloquio, ha mostrato che chi sorride, loda l’azienda (non eccessivamente), commenta gli interessi comuni e mantiene lo sguardo fisso negli occhi dell’interlocutore ha molte più probabilità di ottenere il lavoro.

Al contrario l’autopromozione è controproducente, indipendentemente dalle competenze mostrate e dal risultato ai test attitudinali.

2 Controllo

spesso l’intervistatore fa domande sulla capacità di gestione delle situazioni difficili. Una mossa vincente spesso è riportare un aneddoto in cui il prorio comportamento è stato audace e vincente. Chi fa il colloquio indaga l’iniziativa e la capacità di prendere decisioni. Questo può essere utile per differenziarci dalla massa.

3 Parlarsi

Latham e Budworth (2006) hanno mostrato che utilizzare la propria voce interna per guiadre le risposte al colloquio è estremamente efficace. Alcune frasi riportate nella ricerca sono:”mi mostrerò fiducioso e sicuro di me”; ” entrando sorriderò e stringerò la mano con fermezza” etc..

4 Immagini mentali

per chi ha fatto sport ad un certo livello questo apparirà scontato, ma non lo è ai più. La tecnica di visualizzazione consiste nel ripercorrere mentalmente l’azione, nei minimi dettagli e nell’immaginare (sempre nei minimi dettagli) l’esito positivo dell’agito. Questo permette di avere ben presente l’obiettivo finale, correggendo il comportamento in divenire.

5 Linguaggio non verbale

sorridere, stretta di mano decisa, protendersi in avanti, non incrociare le braccia e tenere gli occhi puntati sulla persona che si ha difronte. Questi sono gli accorgimenti comportamentali che fanno la differenza. Propio per lavorare su quella sensazione viscerale di cui abbiamo accennato a inizio articolo.

6 Anticipare i punti deboli

essere onesti sui propri limiti (ad esempio pecche nel CV o altro), dichiarandoli prima che l’interlocutore li scopra da solo (o li evidenzi) spesso stimola fiducia e simpatia in chi ci sta valutando.

Tutto il contrario per i punti di forza. Questi vanno lasciati alla fine, in modo da impressionare e lasciar più vivo il loro ricordo.

7 Linguaggio pulito

riflettere un minimo su quanto si andrà a dire permette di evitare fastidiosi tentennamenti durante l’esposizione. Gli ehm, mmmm etc.. non piacciono a nessuno. Mai sentito parlare un politico?

8 Essere unico

questo non deve mai mancare. Durante tutto il colloquio è bene osare, mostrando la propria personalità ed individualità. Altrimenti l’intervistatore come farà a ricordarsi di noi?

E tu? Come ti comporti?

- Fonte: PsyBlog


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