Magazine Per Lei

9 Ottobre 1963

Creato il 09 ottobre 2011 da Elisabetta


Longarone (BL) dopo la tragedia del Vajont

9 Ottobre 1963


Mia madre si ricorda che il Piave trasportava alberi, fango, morti.
Mia madre si ricorda che al suo paese, non direttamente toccato dalla disgrazia, ma vicino a Longarone e agli altri paesi coinvolti dalla tragedia del Vaiont, per settimane non si parlò d'altro e che tantissimi, militari e civili, andarono a portare il proprio aiuto.
Mia madre, come tutti quelli della zona, si ricorda che la montagna aveva dato mille segnali: boati, alberi in posizioni innaturali, crepe, smottamenti.
Marco Paolini ci ricorda, con il suo spettacolo teatrale dedicato alla tragedia della diga del Vaiont, che quella non fu un'imprevedibile disgrazia, ma una tragedia annunciata.
Geologi, ingegneri, tecnici, la Sade e l'Enel...tutti colpevoli di leggerezza, noncuranza, cieca testardaggine orientata al profitto, dispregio delle leggi non scritte della montagna. La montagna la puoi scalare, la puoi scavare, ci puoi costruire sopra, ma devi ascoltarla. E se lei ti dice "No!", bisogna ascoltarla.
Quei tecnici, quei geologi, quegli ingegneri, quelle commissioni di controllo non l'hanno voluta ascoltare. E sono colpevoli di migliaia di morti, di paesi sradicati e di un intero paese, Longarone, spazzato via e ricostruito in un'altra posizione, distante dal fiume Piave e distante dalla diga.
Lo spettacolo di Paolini, che lui stesso definisce "Orazione civile", dovrebbe essere trasmessa ogni anniversario dal servizio pubblico. Realizzata sul luogo della tragedia, vicino alla diga, è un racconto coinvolgente, vero e terribile.

Ogni anno cerco di vederlo, registrato. E ogni anno mio marito, ing., soffre come me forse persino più di me. L'uomo e la sua tecnica non sono onnipotenti, e bisogna ricordarlo sempre.


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