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93. Ancora nuvole

Creato il 08 agosto 2011 da Fabry2010
93. Ancora nuvole

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Siedono in silenzio, uno di fronte all’altro. Shime’on guarda i lastroni in pietra del muro, che a un tratto s’interrompono scoprendo il cielo azzurro; Eleazar conta le foglie della grande quercia che esplode come una nuvola aromatica.
- Dimmi sinceramente cosa pensi.
- Quello che pensi tu.
L’orto degli ulivi è un giardino delle favole, sommerso di colori che fanno venire le vertigini.
- E’ folle venire quinel regno di Yehochoua.
- Dobbiamo chiarire, Gad, non sei convinto?
Le colonne della sinagoga sono pedine di una scacchiera gigantesca.
- E’ come se tutto si orientasse verso un punto: ricordi cosa ha detto l’altro giorno?
- Ha detto tante cose.
Le radici degli alberi formano facce umane, perplesse, spaventate.
- Non capisco perché ti sei infuriata: era ora di agire; e tu sei in altre faccende affaccendata.
- So distinguere i sentimenti dal lavoro. Non sono mai stata così lucida.
Chissà perché il muro si spezza proprio lì?
- Parlava di una borsa, di un muretto: è come se leggesse nel futuro.
- Ho un amico che indovina tutto: prega, e le cose che accadranno gli scorrono davanti.
I rami sono braccia che cercano un contatto, inutilmente.
- L’amore ti ha sconvolto: il tempo stringe, ci vogliono azioni decisive.
- E’ stato sempre chiesto il mio parere.
E perché la colonna si è spaccata proprio a quell’altezza?
- Yehochoua non è soltanto un indovino: sembra vedere nel cuore della storia.
- Vuoi dire che la sente dal di dentro?
Solo le foglie sono libere di muoversi, toccarsi.
- Sei cotta, Avigail, non ci fidiamo più.
- Pensate di poter decidere da soli?
E che rapporto c’è tra l’erosione delle pietre e il succedersi dei fatti?
- Conosce un segreto che ci sfugge.
- Sarà il futuro a sfuggirci, se restiamo all’oscuro ancora un poco.
E il cielo sullo sfondo è coinvolto o indifferente?
- Resta con noi, ma le redini saranno in mano nostra.
- Lo ripeto, siete dei bastardi.
E il verde della quercia ha qualcosa a che fare con l’azzurro?
- Dovremmo interrogarlo, prima che sia tardi.
- Ho timore, Eleazar, sono sincero.
C’è una cupola che appare all’orizzonte, nascosta tra le foglie, i rami, il cielo.
- Siete degli illusi.
Dalla pistola di Avigail esplode una nuvola di fuoco: per un istante, del giardino, non rimane nulla, solo l’urlo soffocato di Gad, che cade sulla faccia spaventata delle radici contorte di un ulivo.



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