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A botta calda

Creato il 01 giugno 2014 da Speradisole

A BOTTA CALDA

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A botta calda quello che è successo al M5S, in queste elezioni europee, è stata vissuta come una disfatta. Ma quella del M5S è una sconfitta contenuta, lo dicono i numeri. Ottenere oltre il 21% dei consensi non si può, in coscienza, definire una disfatta.

E non credo che sia stato un problema solo di comunicazione. La storia dei “toni alti” che avrebbero danneggiato Grillo è una spiegazione risibile, data per non dover ammettere il fallimento della visione proposta.

Con ogni probabilità il dominio della loro ideologia, quasi una psicosi autoreferenziale, per cui il “siamo solo noi” gli onesti, e la convinzione di stravincere con oltre il 51%, ha contaminato e sta contaminando i ragionamenti successivi ai risultati elettorali.

Per un movimento ottenere il 21% dei consensi è tanto, ed è un bottino che non andrebbe sprecato ulteriormente, se le scelte che il movimento farà saranno quelle più giuste, se finiranno i discorsi di epurazioni, se riprenderanno gli espulsi nelle loro fila, se i loro capi “guru” faranno un po’ di autocritica e saranno in grado di riconoscere i propri sbagli.

Forse i due guru non trovano il coraggio di fare questo, ma allora lo facciano i gruppi parlamentari, e dimostrino di essere in grado di agire in autonomia e di imparare dai propri errori.

Se anche loro persistono nella scia dei due guru, la sconfitta contenuta di oggi, potrebbe diventare una vera debacle, la prossima volta. Al di là del risultato alle Europee, c’è un dato davvero impressionante: il 25 maggio si è votato in oltre 4.000 comuni, di ogni dimensione e in ogni parte d’Italia. Il Movimento 5 stelle ne ha conquistato solo uno. Sono al ballottaggio in altri 11, ma il dato che emerge è la totale diffidenza degli italiani nei confronti del movimento. Sembrano molto lontani i tempi in cui il Comune di Parma fu affidato a Pizzarotti e la differenza con allora non sono certamente i toni di Grillo quanto, appunto, la credibilità del progetto proposto.

Una cosa andrebbe fatta e bene, interiorizzare cioè che si riesce a fare una buona politica solo con le alleanze. Neppure a De Gasperi, con il sostegno di tutto l’occidente, Usa compresi, e col Vaticano, gli è mai riuscito di governare da solo, anzi non si è mai avvicinato ad un ipotetico 51%.

Una cosa è certa, quando si punta al 51%, quella che potrebbe essere una semplice battuta d’arresto, finisce col distruggere l’incantesimo. O ci si libera di questo modo di pensare, di essere autoreferenziali e basta, di progettare castelli in aria, e ci si libera anche di un linguaggio volgare ed insultante, dentro e fuori il Parlamento e si affrontano i problemi della gente con serietà e convinzione, oppure la prossima volta, andrà anche peggio.

Per chi non la pensa come loro, va anche bene che il M5S cali sempre di più, ma occorre tener presente che quel 21% che ancora esiste, rappresenta pur sempre un voto di protesta, ed un voto che vuole cambiare il paese. Si presume per migliorarlo e non per distruggerlo.

Inoltre, la messa in atto, in Europa, di larghe intese (mentre rifiuta qualsiasi collaborazione in Italia), con personaggi o movimenti come Ukip (xenofobo, omofobo, maschilista, iperliberista, pro nucleare), dimostra una volta di più di fregarsene degli elettori e di tradire profondamente anche i propri iscritti. Non ha informato nessuno, non ha fatto sondaggi in rete prima, ma è andato a patto sicuro a casa di Farage, con il quale da tempo era in contatto.  Tutto tenuto segreto.

Ebbene queste non sono le scelte giuste per mantenere anche quel bel 21% che gli è stato dato in queste elezioni europee.

Dai propri errori si dovrebbe imparare.



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