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A che punto siamo: (s)considerazioni disordinate generali

Creato il 02 agosto 2011 da Andresilver @VivereaOrecchio

A che punto siamo: (s)considerazioni disordinate generaliOgni tanto fa bene fermarsi e riflettere. Viviamo delle vite talmente di corsa che le pause per vedere le cose da un'altra prospettiva sono sempre di meno. E non parlo solo di riflessioni personali, ma anche di considerazioni e pensieri circa la società e il suo cambiamento. Probabilmente questo intervento avrà un sapore un po' populista ma spesso i pensieri che risultano ovvi e banali sono proprio quelli che si dimenticano troppo in fretta.
Riflettiamo sempre sul futuro, su cosa si farà e su dove andremo. A volte, però, è utile riflettere anche sul passato e capire dove siamo andati.
Per esempio, se doveste misurare il nostro paese rispetto a quello che era 40 anni fa cosa direste? Io direi che i passi indietro che sono stati fatti sono numerosi, perchè allora, nonostante ci fosse una democrazia bloccata, in un'Italia che era finita nella parte dell'occidente, le regole venivano rispettate. Allora, infatti, per una lunga fase, le varie parti politiche e le classi dirigenti italiane ritennero importante rispettare le regole che si erano date anche grazie alla Costituzione Repubblicana che non era altro che un patto politico tra tutte le parti; essa, infatti, non era stata fatta dagli uno contro gli altri ma era stata partorita esclusivamente come frutto di una discussione possente che costituiva la base tramite un insieme di regole comuni: pur essendoci un'aspra lotta politica e sociale, molto più intensa e tenace di quella che oggi esiste solo illusionalmente in superficie, anche gli accordi non scritti venivani rispettati.
Facciamo un salto alla situazione odierna: i protagonisti dell'ordine politico, coloro che dovrebbero tirare le fila della moralità e giustizia sociale e civile, vìolano sistematicamente le regole; sociologi e psicologi si sforzano e cercano di comprendere la cause del blocco intellettuale e sociale del nostro paese, della situazione giovanile odierna e di queste generazioni che si stanno immettendo al giorno d'oggi nella vita matura che spesso sono portate a riconoscersi involontariamente in questi modi di vivere e in questo spettacolo dato dalla casta politica e da modelli immorali. Quale esempio possono ricavare? Se tutti preferiscono curare il proprio orticello, se la corruzione è diventata "normalità", se un giorno sì e l'altro pure nascono scandali politici, intercettazioni, illeciti e irregolarità che nascono dai vertici del Paese, quegli stessi vertici che dovrebbero assicurare che tutto ciò non avvenga. Quale esempio viene dato a questa generazione? Come possono avere ancora speranza ed avere come benzina per il proprio motore di vita lo studio, il lavoro, la crescita intellettuale? Io penso che tutto ciò non sia impossibile, ma che sia sicuramente e oltremodo difficile, come è arduo avere dei sogni futuri per chiunque abbia ancora un'idea di quel che la vita potrebbe essere e non è. La mancanza di fiducia diventa un diritto, quando uno si guarda attorno e non vede niente o nessuno che lo ispiri, quando il mondo sembra scivolare via in una gara di ottusità e di grettezza materialista.
Niente o pochi ideali, rare fedi, zero sogni. Non viene proposto niente di grande in cui credere; non un maestro cui rifarsi e solo le personalità forti riescono a prefissarne alcuni. Raramente la società è stata, come in questi tempi, priva di figure portanti, di personaggi di riferimento.
A che punto siamo: (s)considerazioni disordinate generaliLa carretta dei personaggi modello è tristemente tirata da personaggi televisivi, sportivi e divi della musica. Dov'è un grande filosofo, un grande pittore, un grande scrittore, un grande artista seguito dai più?
Più della metà degli italiani non legge mai un libro o un giornale nel corso della vita; in vacanza sfilano questi zombie vaganti che sono totalmente disinformati e disinteressati su tutto. Quando ci si sente soli o privi di sogni e futuro, ci sarebbe da trovare più compagnia nel leggere un libro, che nell'accendere la televisione che sempre più riduce la nostra capacità di concentrazione, ottunde le nostre passioni, ci impedisce di riflettere, imponendosi come il più importante e quasi il solo veicolo di conoscenza. Eppure nessuna verità è più falsa di quella della televisione che, per sua necessità, trasforma ogni avvenimento, ogni emozione in uno spettacolo con l'ovvio risultato che tutto quello che non viene da lei trasmesso non esiste e che nessuno riesce più a commuoversi o a indignarsi per qualcosa che merita davvero questa attenzione. Attraverso la televisione abbiamo immagazzinato milioni di informazioni, ma siamo diventati moralmente ignoranti.
La televisione distrae, fa passare il tempo, ma riflettiamo: è davvero quel che vogliamo? Più ci si guarda attorno, più ci si rende conto che il nostro modo di vivere si fa sempre più insensato. Tutti corrono, ma verso dove? Perché? Molti sentono che questo correre non ci si addice e che ci fa perdere tanti vecchi piaceri. Ma pochi hanno il coraggio di dire: "Fermi! Cambiamo strada". Perché non far lo stesso con questo benedetto progresso che ci allunga la vita, ci rende più ricchi, più sani, più belli, ma in fondo ci fa anche sempre meno felici?
Non c'è da meravigliarsi che la mancanza di sogni sia diventato un male tanto comune. E' quasi rincuorante. E' un segno che dentro la gente resta un desiderio di umanità e che esiste un piccolo gruppo di Persone che sentono il bisogno di fermarsi e riflettere. Datemi del populista ma io ne faccio parte.


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