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A DESIO, PROVINCIA DI MONZA, SI è INFILTRATA LA ‘NDRANGHETA. UN SINDACO CERCA DI LIBERARSENE

Creato il 07 marzo 2012 da Madyur
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A Desio, provincia di Monza, hanno conosciuto la 'ndrangheta e ora provano a scrollarsela da dosso.  Provano a  bloccare l'abusivismo edilizio  che ha raggiunto livelli da regioni meridionali - oltre 700 le domande di condono (sono 900 a Monza che ha tre volte gli abitanti di Desio), più di 100 le ordinanze di demolizione. Cercano di togliere dalle mani delle cosche , e comunque dalla corruzione,   come hanno accertato due inchieste della magistratura, l'operazione Infinito sulla penetrazione della 'ndrangheta in Lombardia (luglio 2010) e quella che alcune settimane fa ha mandato in galera o ai domiciliari l'ex assessore regionale Massimo Ponzoni (Pdl), il vicepresidente della giunta provinciale di Monza, Antonino Brambilla, e Rosario Perri, capo dell'Ufficio tecnico del comune di Desio e poi anche lui assessore alla Provincia brianzola (entrambi del Pdl).
Roberto Corti, da maggio scorso sindaco Pd di Desio, dopo che il consiglio comunale venne sciolto travolto dall'inchiesta contro le cosche insediate in Lombardia , cerca di porre rimedio al governo della vecchia giunta.  Saltano centri commerciali e insediamenti industriali, interi quartieri di palazzine e villette vengono cancellati. Svaniscono  decine di milioni di euro.
Desio, 40mila abitanti, è il primo comune della Lombardia la cui giunta si sia dimessa perché investita da un ciclone antimafia. La 'ndrangheta dettava le regole di una crescita edilizia smodata, all'insegna dello spreco di suolo agricolo.
La conferma che il territorio fosse solo un'occasione per accumulare rendite è venuta da una costola dell'inchiesta milanese e reggina, stavolta guidata dalla Procura di Monza che, con l'arresto di Ponzoni ( astro nascente del Pdl lombardo), ha rivelato come dietro tutte le più recenti operazioni immobiliari di Desio vi fosse corruzione: tu mi paghi e io ti do’ edificabilità, cambi di destinazione d'uso e ti faccio anche uno sconto sugli oneri che dovresti versare al comune.
Il Pgt della città (il Piano di governo del territorio, che ha preso il posto del vecchio Piano regolatore) era il catasto in cui si riversavano operazioni oscure. La  magistratura inquirente  censura gli autori di quel documento : i professori Maria Cristina Treu e Carlo Peraboni. Appena insediato, dopo aver battuto al ballottaggio il candidato leghista, e prima ancora che i giudici svelassero la corruzione dell'urbanistica, Corti ha chiamato un altro professore del Politecnico milanese, Arturo Lanzani, poco più che cinquantenne e con una vasta bibliografia sui temi della "città diffusa" e del paesaggio, e gli ha chiesto di affiancare le strutture comunali, nel frattempo bonificate (al posto di Perri, finito ai domiciliari, è arrivato Luigi Fregoni, che vantava l'esperienza in un altro comune lombardo inquinato dalla 'ndrangheta, Buccinasco), per scrivere un nuovo Pgt. Regista politico dell'operazione è Daniele Cassanmagnago, architetto, di Sinistra ecologia e libertà.
Il nuovo Pgt  ha già annullato gran parte delle previsioni edificatorie. Lanzani, che lavora con il Comune senza alcun compenso, Fregoni e Cassanmagnago hanno disegnato sulla mappa di Desio un perimetro rosso oltre il quale la città non deve andare: sono cancellati il 10 per cento di superficie urbanizzata prevista dal vecchio Pgt, oltre un milione quattrocentomila metri quadrati che già qualcuno sognava coperti di cemento.
Annullato il centro commerciale Pam, l'ennesimo nel giro di pochi chilometri, oltre 100mila metri quadrati di superficie, contro il quale si era espressa anche la Provincia di Milano (allora quella di Monza non era ancora istituita). Annullata una lottizzazione per 45mila metri cubi (case, strutture commerciali e industriali) in una delle zone più pregiate di Desio, di fronte a un edificio seicentesco, la Cascina San Giuseppe, e a Villa Buttafava, tipica residenza brianzola fra XVII e XVIII secolo.
Quella adottata da Corti è una scelta in controtendenza. I comuni sono assetati di oneri derivanti dalle concessioni edilizie. Anche se cominciano a essere numerosi i sindaci che si impegnano per la "crescita zero" . A Desio il contesto criminale rende tutto più delicato e rischioso. "Paura? E perché dovrei?", replica Corti. "In tanti mi chiedono se ho la scorta, ma il problema non investe il singolo, è tutta l'amministrazione che si muove in questa direzione. E poi le forze dell'ordine vigilano con efficienza. Il prefetto è molto sensibile".

Su Ponzoni alle elezioni regionali del 2005 sono confluiti  i voti veicolati dalla 'ndrangheta, annotano i magistrati, ed è lo stesso consigliere e poi assessore all'Ambiente nella giunta Formigoni, ad ammetterlo in una telefonata intercettata. E ancora un paio di mesi fa un cinquantenne con qualche precedente penale è stato ucciso nella sua azienda di rottamazione. Aveva anche una sfarzosa villa abusiva. "Qui la 'ndrangheta mi sembra che si comporti come gli animali colpiti che si leccano le ferite. Forse tornerà a farsi sentire per le prossime elezioni, ma sullo stop al consumo di suolo noi non arretriamo", dice Corti.

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