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A Emiliano Terzoni.

Da Squid

La neve è caduta, ha coperto i tuoi passi, le tue orme, ma non la tua essenza. A primavera verrò, a constatare la differenza, non ti troverò seduto sulla tua poltrona, ansioso di rinverdire storie, cantilene e drammi d'altri tempi, tragedie fumose perdute nel tempo.

Dopo di te, più nessuno potrà, interrogato, rispondermi a dovere, su chi era quello o l'altro dei miei antenati, mi mancherai come mi mancò mio padre, il più diretto conoscitore della mia storia, troppo presto rubato ai suoi cari. Forse per questo la mia voglia di conoscere si rivolgeva a te, con l'immensa memoria che non ti ha mai lasciato, lungo tutta la tua semplice intensa vita.

Bastava che io pronunciassi un nome e tu, pronto e felice, ti prodigavi in lunghi racconti riccamente insaporiti con aneddoti lieti che dopo aver gustato, trascuravo di fissare in me, confidando che saresti stato sempre lì, per me, a ricordare ancora. Questo per molti anni, tanti da non ricordarli, ogni volta pensando che la tua mente vacillasse ma poi, al primo incontro, la magia si rinnovava, le tue gambe no, non volevano reggerti ma il resto era intatto, ed io cercavo di rubarti ancora qualcosa, da tenere con me, da tramandare ai miei figli.

I primi tempi ho cercato di fissare sul foglio di carta i nomi che mi dettavi, un albero genealogico composto da pochi nomi più volte ripetuti, così come si usava una volta, un nome tramandato nella stessa famiglia, tanto da perdere il conto, poi con l'ausilio dei nuovi mezzi tecnologici, ti ho fatto delle riprese video, piccoli sketch che userò, quando la nostalgia mi assalirà.

Eri unico ma eri anche l'ultimo, ora si perderanno con te tutti i ricordi, resteranno di questi solo le orme, come quelle lasciate nella neve, di questo inverno bianchissimo.

Addio Emiliano,

Elisa

Fonte originale: Informazione e news.


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