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A Faenza: In Quattro per Muky

Creato il 08 settembre 2010 da Paolo Franchini

A Faenza: In Quattro per MukyIn Quattro per Muky è arte contemporanea con Gaetano Blaiotta, Maria Elena Danelli, Marco Gurtner e Stefania Vecchi.

Testo della mostra di Enrico Brunella.

Loggetta del Trentanove
P.zza 2 Giugno, 8 – Faenza (Ra)

Vernissage: sabato 11 settembre, dalle ore 21.00
Atto sonoro a cura di Francesco De Vita

Finissage: domenica 12 settembre, dalle 17.00
Atto sonoro a cura di Alessandro Scala

Due giorni, quattro artisti, quattro installazioni di pittura, segno e poesia, per un appuntamento d’arte che contemporaneamente vuole essere un tributo a Muky, artista di primo piano ed interprete dell’essenza della comunicazione, che da anni ospita incontri e manifestazioni di cultura a Faenza, sua città di adozione, accogliendo un pubblico sempre numeroso e attento.

I protagonisti dell’evento sono un gruppo di artisti ripetutamente legati da anni di lavoro artistico condiviso e da amicizia: Gaetano Blaiotta, artista visivo e poeta, muove i molteplici aspetti del suo lavoro nella casa/studio/galleria “La casa nel giardino” a Casalzuigno, in provincia di Varese; Maria Elena Danelli, scenografo, artista visivo e poeta, lavora nella sua casa/studio a Cuvio, in provincia di Varese; Marco Gurtner, artista visivo, intreccia la sua attività di direttore artistico al Museo Casa Cavallier Pellanda di Biasca, al suo lavoro nella casa/atelier di Minusio, in Svizzera; Stefania Vecchi, artista visivo, lavora a Fusignano a “Casa Vecchi” e a Lugo, dove ha sede il suo studio, in provincia di Ravenna.

Assieme daranno vita a quattro rispettive composizioni, variamente fondate nella pittura, nel segno e nella poesia, nel rispetto delle specifiche peculiarità che caratterizzano il lavoro di ognuno.

Enrico Brunella, architetto, pittore e poeta, vive e lavora libero nel necessario silenzio di una cascina d’Armino insieme alla sua tribù, è l’autore del testo che accompagna la mostra.

L’evento espositivo si avvarrà di importanti contributi musicali: all’inaugurazione è prevista la partecipazione di Francesco De Vita e, nella successiva giornata di chiusura, la mostra si avvarrà della collaborazione di Alessandro Scala.

La Loggetta del Trentanove prende il nome dal plasticatore, riminese ma a lungo operante in Faenza, Antonio Trentanove, che fra il 1775 ed il 1780 eseguì quattro grandi statue in stucco, tuttora in loco, per le nicchie del porticato pensile che costituivano il fondale (il cosiddetto “attergato”) del palazzo Bandini-Rossi, costruito dal grande architetto Giuseppe Pistocchi e fortemente danneggiato con i bombardamenti del 1944, al punto da essere demolito. L’attergato con la loggia al primo piano costituisce quindi l’unica parte superstite – e anche ben conservata – di uno degli edifici neoclassici più importanti per il ’700 faentino. La loggia è costituita da dieci “snelle colonne corinzie”, simili a quelle interne del Teatro Masini, sempre del Pistocchi. Entro quattro nicchie stanno appunto le statue del Trentanove che simboleggiano acqua, terra, aria, fuoco.



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