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A gardaland niente down

Creato il 18 settembre 2011 da Andrea21948

down,gardaland,regolamento,discriminazione,disabiliSe sei down,stai alla larga da Gardaland!

Perchè ti fanno pagare i 36,50 euro del biglietto, ma poi "per motivi di sicurezza" non potresti accedere neanche alla monorotaia.

Non è la prima volta che a Gardaland accadono queste cose dal sapore discriminatorio.

Questa volta è capitato al figlio della...


signora Lucia Masini, un ragazzo di 16 anni affetto dalla sindrome di down.

La signora racconta che dopo avere acquistato il biglietto d'ingresso ( dove i soldi li prendono anche se sei down), è entrata nel parco divertimenti per passare una giornata di svago con il figlio.

Come si evince dal regolamento interno del parco di divertimenti, alcune attrazioni, troppe a dir la verità, sono precluse a chi è portatore di qualche tipo di disabilità, sindrome di down compresa.

Magari se la sigora Luisa Masini l'avesse saputo, non sarebbe

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andata a Gardaland risparmando denaro e umiliazione per suo figlio.

Infatti quando si sono avvicinati per accedere ad"Ikarus", una giostra che fa dei giri su stessa, l'addetto, vedendo i tratti del volto del ragazzo, li ha respinti "per motivi di sicurezza".

Il ragazzo è molto sensibili e non si capacitava del fatto di non poter salire sull Ikarus, visto che a Mirabilandia era già andato su attrazioni ben piu' adrenaliniche.

Poco importa, madre e figlio decidono di svoltare verso la piu'

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tranquilla Monorotaia. Pensano che non essendoci nè giri della morte, nè alte velocità, avrebbero potuto accedere tranquillamente.

E invece, una volta accortosi dei tratti del volto del ragazzo, l'addetto alla monorotaia gli vieta l'accesso sempre per "motivi di sicurezza" ( sulla monorotaia?).

Naturalmente la signora ha denunciato il parco al portale dell'Inail Superabile.it, affermando di aver subito una vera e propria discriminazione.

Immediata la risposta di Gardaland. "«Gardaland precisa che le limitazioni di accessibilità alle singole attrazioni sono poste per adempiere ad obblighi di legge ed esclusivamente per ragioni di sicurezza. Il parco, sempre per obblighi di legge, non può trasferire ad altri l’adempimento di tale obbligo né può lasciare alla valutazione di terzi l’accessibilità alle singole attrazioni, di cui sola ha il potere di controllo e di gestione del rischio. Pertanto, è assolutamente privo di fondamento l’assunto secondo il quale il parco vieterebbe l’utilizzo di alcune attrazioni a persone con sindrome di Down esclusivamente in virtù delle loro peculiari caratteristiche somatiche, che, invece, non hanno alcuna rilevanza, se non nei limiti in cui siano sintomi di una disabilità che integra un motivo di salute e di sicurezza tale da giustificarne il diniego all’accesso. Tra l’altro la stessa norma esclude espressamente che sussista discriminazione quando viene negato l’accesso ad un attrazione per motivi di salute e sicurezza. Si ribadisce quindi che la doverosa attenzione di Gardaland è sempre stata rivolta all’accessibilità delle attrazioni con vigile riferimento alla prevenzione per la sicurezza degli ospiti disabili; d’altra parte, come già rilevato in più occasioni, gli stessi costruttori prevedono espressamente, nei manuali d’uso, restrizioni per l’utilizzo delle attrazioni da parte di determinate categorie di ospiti».

D'altra parte non è la prima volta che il parco di vivertimenti si trova coinvolto in situazioni simili.

Già nel 2010  ad una bambina affetta dalla sindrome di down era stato precluso l'accesso alla monorotaia. Gardaland all'epoca si difese affermando che "per noi è fondamentale garantire il massimo livello di sicurezza ai nostri ospiti su tutte le strutture del parco. La legge italiana prevede la responsabilità diretta da parte dell’azienda in caso di infortunio o incidente e il mancato rispetto di quanto prescritto a livello normativo rappresenterebbe una grave inadempienza da parte nostra, punibile civilmente e penalmente”.

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Il punto non è capire se il regolamento o la legge italiana in materia di sicurezza dei parchi divertimenti sia giusta o sbagliata.

La questione è applicare il regolamento senza discriminazioni.

Molte giostre di Gardaland sono vietate ai cardiopatici per motivi di sicurezza.

Eppure nessuno chiede il certificato medico di chi sale. Chissà quanti cardiopatici saranno saliti lo stesso sulle montagne russe!

La discriminazione sta nell'applicare il regolamento a piacimento: se hai una patologia evidente stai a terra; se soffri di cuore chi se ne accorge?

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Se sei down,stai alla larga da Gardaland!

Perchè ti fanno pagare i 36,50 euro del biglietto, ma poi "per motivi di sicurezza" non potresti accedere neanche alla monorotaia.

Non è la prima volta che a Gardaland accadono queste cose dal sapore discriminatorio.

Questa volta è capitato al figlio della...


signora Lucia Masini, un ragazzo di 16 anni affetto dalla sindrome di down.

La signora racconta che dopo avere acquistato il biglietto d'ingresso ( dove i soldi li prendono anche se sei down), è entrata nel parco divertimenti per passare una giornata di svago con il figlio.

Come si evince dal regolamento interno del parco di divertimenti, alcune attrazioni, troppe a dir la verità, sono precluse a chi è portatore di qualche tipo di disabilità, sindrome di down compresa.

Magari se la sigora Luisa Masini l'avesse saputo, non sarebbe

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andata a Gardaland risparmando denaro e umiliazione per suo figlio.

Infatti quando si sono avvicinati per accedere ad"Ikarus", una giostra che fa dei giri su stessa, l'addetto, vedendo i tratti del volto del ragazzo, li ha respinti "per motivi di sicurezza".

Il ragazzo è molto sensibili e non si capacitava del fatto di non poter salire sull Ikarus, visto che a Mirabilandia era già andato su attrazioni ben piu' adrenaliniche.

Poco importa, madre e figlio decidono di svoltare verso la piu'

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tranquilla Monorotaia. Pensano che non essendoci nè giri della morte, nè alte velocità, avrebbero potuto accedere tranquillamente.

E invece, una volta accortosi dei tratti del volto del ragazzo, l'addetto alla monorotaia gli vieta l'accesso sempre per "motivi di sicurezza" ( sulla monorotaia?).

Naturalmente la signora ha denunciato il parco al portale dell'Inail Superabile.it, affermando di aver subito una vera e propria discriminazione.

Immediata la risposta di Gardaland. "«Gardaland precisa che le limitazioni di accessibilità alle singole attrazioni sono poste per adempiere ad obblighi di legge ed esclusivamente per ragioni di sicurezza. Il parco, sempre per obblighi di legge, non può trasferire ad altri l’adempimento di tale obbligo né può lasciare alla valutazione di terzi l’accessibilità alle singole attrazioni, di cui sola ha il potere di controllo e di gestione del rischio. Pertanto, è assolutamente privo di fondamento l’assunto secondo il quale il parco vieterebbe l’utilizzo di alcune attrazioni a persone con sindrome di Down esclusivamente in virtù delle loro peculiari caratteristiche somatiche, che, invece, non hanno alcuna rilevanza, se non nei limiti in cui siano sintomi di una disabilità che integra un motivo di salute e di sicurezza tale da giustificarne il diniego all’accesso. Tra l’altro la stessa norma esclude espressamente che sussista discriminazione quando viene negato l’accesso ad un attrazione per motivi di salute e sicurezza. Si ribadisce quindi che la doverosa attenzione di Gardaland è sempre stata rivolta all’accessibilità delle attrazioni con vigile riferimento alla prevenzione per la sicurezza degli ospiti disabili; d’altra parte, come già rilevato in più occasioni, gli stessi costruttori prevedono espressamente, nei manuali d’uso, restrizioni per l’utilizzo delle attrazioni da parte di determinate categorie di ospiti».

D'altra parte non è la prima volta che il parco di vivertimenti si trova coinvolto in situazioni simili.

Già nel 2010  ad una bambina affetta dalla sindrome di down era stato precluso l'accesso alla monorotaia. Gardaland all'epoca si difese affermando che "per noi è fondamentale garantire il massimo livello di sicurezza ai nostri ospiti su tutte le strutture del parco. La legge italiana prevede la responsabilità diretta da parte dell’azienda in caso di infortunio o incidente e il mancato rispetto di quanto prescritto a livello normativo rappresenterebbe una grave inadempienza da parte nostra, punibile civilmente e penalmente”.

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Il punto non è capire se il regolamento o la legge italiana in materia di sicurezza dei parchi divertimenti sia giusta o sbagliata.

La questione è applicare il regolamento senza discriminazioni.

Molte giostre di Gardaland sono vietate ai cardiopatici per motivi di sicurezza.

Eppure nessuno chiede il certificato medico di chi sale. Chissà quanti cardiopatici saranno saliti lo stesso sulle montagne russe!

La discriminazione sta nell'applicare il regolamento a piacimento: se hai una patologia evidente stai a terra; se soffri di cuore chi se ne accorge?


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