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A kiev comanda washington e questa vuole la guerra

Creato il 13 maggio 2014 da Conflittiestrategie

Obama ed i suoi alleati europei cercano di addossare a Putin il conflitto civile in corso in Ucraina. Sarebbe l’ingerenza dei russi a fomentare la ribellione nell’Est russofilo e non la resistenza spontanea della popolazione discriminata dalla Junta Golpista di Kiev che, come primo atto di insediamento, si premurò di eliminare la lingua russa dai documenti ufficiali dello Stato. Una provocazione inaccettabile per 10 milioni di russofoni. Che ora vogliono andare per la propria strada avendone ben donde, perché è sempre meglio che farsi ammazzare in massa o sottostare ad un gabinetto illegale di marionette straniere.

Mentre il New York Time nega la versione della Casa Bianca, affermando che nel Sud-Est ucraino la rivolta è nata spontaneamente e non è stata supportata dall’esercito di Mosca, mentre la Nuland, a precise domande dei politici statunitensi, non può negare il coinvolgimento attivo e violento di gruppi fascisti tra le fila di Kiev, la Comunità Internazionale continua a costruire castelli di menzogne per celare le proprie corresponsabilità nell’operazione “antiterrorismo” condotta da Turcinov e soci, ma elaborata dai consiglieri di Washington, contro i loro stessi cittadini.

Gli usurpatori della Capitale credono di risolvere i loro problemi con la forza ma stanno accumulando sconfitte su sconfitte, spargendo vittime su questa fase di transizione che culminerà nelle elezioni farsa del 25 maggio. I membri della Nato non avranno però difficoltà a riconoscerle, le commedie democratiche sono una loro invenzione (dall’Iraq all’Afghanistan), ancorché il clima di intimidazione e di caos regnante nella nazione ne inficia la regolarità, e ciò dopo aver invece sprezzantemente svalutato e bollato di illegittimità il voto di 4 milioni di persone recatesi alle urne nel Donbass per il referendum sull’indipendenza. Nel frattempo gli attacchi non si arrestano e molti centri restano sotto assedio, Slaviansk, fulcro dei partigiani antikiev, viene presa di mira con bombardamenti da ogni lato, le perdite sono ingenti ma Ue e Usa hanno deciso in anticipo, dimostrando tutta la loro russofobia, che non si faranno commuovere da chi non accetta il golpe anticostituzionale dei filostatunitensi. A nulla servono le richieste d’aiuto della popolazione, per l’Occidente si tratta di figliocci di Putin, quindi di carne da cannone.

Eppure, il Cremlino si è limitato a non abbandonare gli slavi che vivono sul territorio ucraino ad un destino di atrocità e di abusi, poteva fare di più ma ha voluto evitare un bagno di sangue più grande, che sarebbe stato certo col suo sostegno aperto ai resistenti.

E Obama? Non si può dire lo stesso del premio Nobel per la pace. Oltre ai consiglieri militari e d’intelligence, che stanno assistendo i politici pro-Usa di Kiev, gli Stati Uniti hanno 400 mercenari attivi sui vari fronti locali, prima agenti nell’Ovest ed ora stornati nel Sud-Est. Sono militari privati ma considerati i rapporti tra le agenzie di sicurezza ed il Governo americano si deve parlare di vero e proprio coinvolgimento diretto di Washington nella guerra sul campo.

La Casa Bianca tenta inutilmente di arroccarsi dietro la natura giuridica delle private military companies ( PMCs) ma esiste una continuità evidente tra tali compagnie e le istituzioni americane. Greystone, Academi,  Halo Trust, sono i nomi di alcune di esse, ricevono ordini dal Dipartimento di Stato e collaborano con la Cia, il Ministero della difesa ed il Governo, condividono armi, studiano piani ed hanno accesso ai database militari dello Stato. Agenzie private ma col trucco. Queste unità vengono impiegate ormai dappertutto e sono la foglia di fico dell’Amministrazione statunitense per dissimulare interferenze in prima persona sui teatri più caldi del pianeta. Il personale di queste società è estremamente preparato e così ben pagato da essere disposto a commettere efferatezze che nessun altro soldato si accollerebbe. Un militare americano guadagna per una missione all’estero fino a 4 mila dollari mentre un mercenario fino a 1000 dollari al giorno. In Ucraina le parcelle risultano persino triplicate, il governo di Kiev sta saccheggiando le sue casse, già ridotte all’osso, per venire a capo di un disastro politico ed economico nel quale gli statunitensi stanno nuotando come pesci nell’acqua.

Ad ogni modo gli ucraini dell’Ovest non controllano più il loro paese, la loro volontà è annientata e non possono fare più nulla per ridurre l’escalation, anche laddove volessero provarci. A Kiev comanda Washington ed è questa padrona della loro misera sorte. Quando i colpi di mano sono finanziati e assistiti dall’estero finisce spesso così, come ben sapeva anche Machiavelli che invitava i sovrani italici a rifiutare gli aiuti militari degli altri stati se non si era in grado di rintuzzare le loro pretese in un secondo momento.

Obama che chiede a Putin di fare un passo indietro è, dunque, come il lupo a monte che intima all’agnello di non avvelenargli l’acqua a valle. Una assurdità minacciosa che solo un mentitore di professione poteva pronunciare.


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Da Conflitti E Strategie
Inviato il 18 maggio a 12:08

Tra 29 ministri di Kiev ben 9 di questi sono stati sottoposti a procedimenti penali. Qualcuno è passato dagli ospedali psichiatrici, altri erano ricercati dall’Interpol, alcuni davano il meglio di sé davanti alla vodka e nelle risse da bar. Personcine da sempre poco per bene che non sono cambiate con l’ autoinvestitura pubblica.

Turchynov, attuale Presidente della Verhovnaya Rada e braccio destro di Timoshenko, nel 2005, quando era capo del SBU, ha distrutto tutti i documenti dei servizi di sicurezza che riguardavano i fondi neri dati al suo partito per operazioni criminali e truffaldine. Nel 2006 la Procura generale ha aperto un procedimento penale contro Turchynov per aver fatto intercettare i membri delle istituzioni. Anche nei giorni del caos di Majadan ha continuato a condurre i suoi business, Turchynov, infatti, con una sua società ha investito 200 milioni di dollari in Lituania per la costruzione di un data center.

Pashinsky, capo dell’amministrazione della Presidenza, è stato coinvolto nel fallimento della Banca nazionale Ucraina e gli sono addebitate numerose truffe finanziarie. Con una di queste ha fatto sparire 4 milioni di dollari dalla Oschadbank. E’ coinvolto anche in traffici energetici, dallo scandalo della Turboatom a quello delle raffinerie di Kremenchug.

Avakov, ministro degli Interni, accusato sette volte di corruzione. Nel gennaio 2012, la Procura della Repubblica aprì un procedimento penale contro Avakov con l’accusa di abuso di potere e d’ufficio. Il 31 gennaio fu inserito nella lista dei ricercati internazionali ma riuscì a fuggire in Italia. Nel marzo dello stesso anno un giudice italiano lo ha arrestato per 40 giorni. Nell’aprile del 2012 Avakov fu rilasciato ma non estradato dalla Penisola per ragioni politiche. Insieme a Pashinsky è stato coinvolto nel fallimento di Turboatom. E’ attualmente uno degli uomini più ricchi del Paese. Amico dell’oligarca Berezovsky è stato accusato anche dell’omicidio del Vice Presidente della società di capitali “Investor” e di aver sottratto gas su larga scala alla compagnia Shebelinkagasvydobuvannya. E’ stato Avakov a disciogliere ed umiliare i Berkut e a disintegrare i vertici dirigenziali della polizia.

Bourbaki, ministro delle Infrastrutture, collaboratore ed amico d’infanzia di Yatsenyuk, ovviamente si occupa di trasporto internazionale, in barba a qualsiasi conflitto d’interessi. Nel 2011 ha dichiarato zero, ma la sua compagnia ha un capitale di 10 milioni di euro circa.

Groisman, Vice primo ministro per le politiche regionali, è entrato in politica dopo la chiamata di Yulia Timoshenko. Processato per una frode da 100 milioni di grivna

Denisova , Ministro delle Politiche Sociali, membro del partito Patria e già ministro delle finanze in Crimea è stata accusata di ” trasferimento illegale di beni dello Stato ad una struttura commerciale privata

Kvit , Ministro dell’Istruzione e della Scienza, accusato di violenza sessuale su una minorenne e implicato in scandali di pedopornografia

Kubiv , capo della Banca nazionale, è lui che ha sovvenzionato segretamente euromajdan. Noto alcolista è stato coinvolto in risse, episodi di teppismo e di disturbo delle quiete pubblica

Nalyvaychenko , presidente del servizio di sicurezza ucraino, neofascista dichiarato. Accusato di aver divulgato segreti di stato e di aver passato documenti top secret alla Cia.

Nischuk , ministro della Cultura, ex attore di cinema e teatro ha allestito la “scenografia” di Euromajdan

Paruby , Segretario della Sicurezza Nazionale e Difesa, fondatore del Partito nazional-socialista Svoboda, più volte accusato di cospirazione ai danni dello Stato

Petrenko , Ministro della Giustizia, avvocato di Yatsenuk, coinvolto in vari scandali finanziari e truffe ai danni dello Stato

Prodan , ministro dell’Energia e delle Miniere, pendono sul capo diversi scandali per corruzione ed evasione fiscale, saccheggio di fondi pubblici dal settore dell’energia nucleare

Sobolev , capo del Comitato di salute pubblica, uomo di George Soros, conosciuto soprattutto per i suoi eccessi immorali

Sich , vice primo ministro, uno dei leader dei nazionalisti ucraini, appassionato di storia delle SS

Shlapak , Ministro delle finanze, uomo della Privatbank e amico del miliardario Tigipko, accusato di aver violato la normativa sugli appalti pubblici quando era ministro dell’economia

Chornovil , capo dell’ufficio anti- corruzione, coinvolta in diversi scandali piuttosto famosi. Ricoverata in gioventù in un ospedale psichiatrico per schizofrenia

Yarema , Vice Primo Ministro, nazionalista e membro della polizia, accusato di aver coperto attività e uomini della mafia ucrina.

Yatsenyuk , Primo Ministro, soprannominato la “piscia” dai compagni di scuola perché raccoglieva francobolli e…informazioni sui suoi colleghi. Nel 2004, quale vice capo della Banca nazionale, firmò un decreto per concedere 10 milioni di dollari alla banca in fallimento Mriya. Fu lautamente ricompensato.

Signori e Signore questi delinquenti sono gli amici di Obama e dell’UE. Questi i sinceri democratici sostenuti dalla Nato e dalla Comunità Internazionale. La vergogna di aver favorito una simile banda di criminali e assassini peserà per sempre sulla credibilità degli Usa e dell’Unione Europea.