Magazine Psicologia

A scuola di sogni

Da Anna
A SCUOLA DI SOGNI
di Anna Perna

Gmork: Sei uno sciocco e non sai un bel niente di Fantasia. È il mondo della fantasia umana. Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell'umanità e quindi Fantasia non può avere confini. Atreyu: Perché Fantasia muore?Gmork: Perché la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga. Atreyu: Che cos'è questo NULLA? Gmork: È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo. Atreyu: Ma perché!?Gmork: Perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere. Atreyu: Chi sei veramente? Gmork: Io sono il servo del Potere che si nasconde dietro il Nulla…
(tratto da "La storia infinita")
Cosa ci rende persone in una società che ci spinge a rendere concreta tutta la nostra esperienza? L’aspetto materiale della quotidianità, se pur necessario, a mio avviso non dovrebbe farci eludere un altro aspetto tanto importante come quello dello spirito. Il lavoro di consapevolezza che tanto viene spinto e sostenuto da diverse scuole di pensiero non è altro che un invito a riconsiderare la cura dell’anima.E’ mio parere che per darsi un’anima bisogna coltivare quel mondo interiore che non sempre è connesso con scopi reali.    La corsa al raggiungimento degli obiettivi è diventata una maratona estenuante. In effetti anche il signor Disney soleva sostenere che la differenza tra un sogno e un obiettivo è la data di scadenza! In effetti senza porsi delle mete non possiamo realizzare una vita soddisfacente, né tanto meno costruire qualcosa di motivante e duraturo. Ma il signor Disney sapeva sognare! Io penso che l’ansia della prestazione e di metterci alla prova, stia inaridendo quel bacino fantastico al quale attingere per realizzare ciò che vogliamo. Penso che non tutti i sogni debbano essere realizzati! Talvolta, un  sogno serve solo ad essere sognato!

Lo studio dei sogni ha interessato generazioni di pensatori, da Platone a Freud, Jung, Perls e altri. La funzione psicologica è abbastanza chiara e a seconda dell’impostazione può portare a conoscere parti di sé nascoste. Io sono, invece, interessata a coltivare quel tipo di sogno che influenza la fantasia, quello che consente ai bambini di giocare con una scopa pensando di essere a cavallo di un’ Harley Davidson, quella che permette ai pittori di andare oltre la tela e agli scrittori di vedere il mondo a testa in giù. Non a caso amo quel cinema felliniano, che capovolge le regole del reale per ipotizzare mondi diversi e situazioni improbabili.Ma, prima di andare avanti cerchiamo di spiegare che differenza c’è tra sogno, fantasia e immaginazione. Sono termini spesso usati come sinonimi per incentivare la nostra parte creativa e far emergere quello che desideriamo; ma lo sono davvero?Tutti e tre hanno sicuramente un punto in comune e cioè la capacità di visualizzare. La visualizzazione è quel processo nel quale “vediamo” nella nostra mente quanto vorremmo succedesse a noi o ad altre persone (a volte anche in negativo, e quindi li chiamiamo incubi o pensieri negativi). In questo le tre parole hanno un punto di incontro. Infatti, sia nel sogno, nella fantasia e nell’immaginazione, abbiniamo una o più immagini nelle quali vediamo quanto desideriamo o quanto temiamo.
Il sogno e la fantasia sono molto utili in fase iniziale per aiutarci a “vedere” quello che desideriamo, ma senza il passaggio all’immaginazione rimangono sogni e fantasie che difficilmente si realizzeranno nella nostra vita. L'oggetto dell'immaginare o del fantasticare è detto eidolon, idolo o phantasma. Il concetto di immaginazione e quello di fantasia rinviano entrambi alla capacità di conservare mentalmente il prodotto delle percezioni sensibili. Nel tempo, il significato dei due termini, coincidenti per molti versi, si è differenziato in quanto all'immaginazione si è assegnato il ruolo di generare, ubbidendo ad interessi pratici, riproduzioni mentali di oggetti della realtà, mentre alla fantasia quello dell'elaborazione estetica delle rappresentazioni mentali. Le immagini visive mentali possono essere "rei-interpretate". Esse ci soccorrono, ad esempio, quando, dovendo risolvere un problema, non abbiamo la parola pronta e quando non abbiamo l'oggetto reale sotto i nostri occhi. La reinterpretazione delle immagini visive mentali si utilizza soprattutto nella creatività, nelle scoperte scientifiche ed in ogni altra forma di conoscenza.  Il bambino è capace di immaginare e fantasticare già in tenera età e dell'immaginazione si avvale nei suoi giochi trasformando il mondo reale per ridurlo ai suoi bisogni. I miti, le leggende e le favole sono combinazioni di immagini deputate a trasmettere ed a conservare messaggi. L'individuo che sa immaginare è, in ogni caso, un individuo creativo.Ma se l’immaginazione serve in qualche modo per realizzare i nostri obiettivi, allora a che serve fantasticare o sognare?Il tipo di sogno di cui parlo io assomiglia più alla visione poetica della vita che alla capacità di astrarre un concetto e non ha uno scopo preciso, se non quello di sognare. E’ la capacità di lasciare che la parte folle di noi entri in contatto con quella sana. Risvegliare il bambino, direbbe qualcuno! Io sogno, quando la sera parlo con il mio gatto e lui mi risponde raccontandomi cosa ha fatto durante la giornata. Sogno quando mi guardo allo specchio e vedo l’altra me rispondere a tono alle domande che le faccio. Sogno quando guardo le nuvole e, divertendomi, ne disegno la forma, o quando mi diletto a leggere i fondi del caffè. Questo tipo di sogno si avvicina molto alla fantasia. Questa visione, diversamente dall’immaginazione, non mira infatti al particolare ma all'universale, al tutto e non alle singole parti. Vi è una connotazione ideale, che in qualche modo trascende il mondo che percepiamo attraverso i sensi e va oltre. Attraverso questo modo di sognare, noi non solo facciamo nostro il mondo ma lo ricreiamo in una dimensione altra.Come lo può essere una preghiera. E come lo può essere qualsiasi forma che eleva lo spirito ponendolo in connessione con il Tutto. Il sogno, in quanto visione poetica, è ciò che eleva lo spirito dal quotidiano, addentrandosi nella sfera dello spirituale. E’ un’arte meravigliosa che apre alla vita e ci allontana dalla noia e dal grigiore quotidiano. E’ un allenamento al fantastico e all’irrealizzabile, perché anche questo fa parte della vita.
Ripeto, non tutti i sogni sono fatti per essere realizzati. Alcuni sono solo linfa per continuare a sentirsi parte della razza umana!Incontrando le persone raccolgo storie, esperienze e anche i loro sogni. Come gli artisti, abbiamo bisogno del sogno ad occhi aperti per non finire ingabbiati in stereotipi e pregiudizi personali, professionali, sociali … La nostra natura è creare, lasciarci travolgere dalla passione e dalla “magia del fare”, la magia suggerita dal tarocco numero 1, il mago.Fantasticare significa far emergere la nostra personalissima arte. La ricerca della propria saggezza interiore serve proprio a questo. A contattare le parti più autentiche, alla scoperta di quel vero sé che ci fa essere unici e autentici, in continuo contatto con il flusso delle cose.Lo scopo è diventare sempre più noi stessi, come un artista che si ritrae per cercarsi, sognarsi per  re-inventarsi ogni giorno, poiché  l’unico modo per imparare il gioco della vita è entrare nelle situazioni, guardandole in volto. Siamo vivi e fino a quando un soffio di questa vita sarà in noi, saremo un potenziale tutto da scoprire. E’ solo lì che abbiamo l’opportunità di trasformare il dolore in un’opera d’arte. Allora avremo a disposizione una forza creatrice che è potentissima.
Dunque, Persona è colei che sognando acquisisce un timbro personale inconfondibile. E’ colei che traccia sentieri esistenziali compiendo scelte. E’ colei che cade per poi rialzarsi. E’ colei che impara la via onorando il passato, disciplinandosi verso un sé estetico in armonia con le altre persone e l’ambiente. Persona è colei che conosce la fatica dell’artista  che non si arrende alla semplificazione ma che, invece,  ricerca la semplicità in quanto sintesi pulita ed essenziale. E penso che questo tipo di sogno sia qualcosa che non vada esplorato e in solitudine. Abbiamo bisogno di momenti di introspezione che ci connettano alla nostra anima. Ma la solitudine può essere pericolosa se vissuta come isolamento.Penso, invece, alla relazione come un bene prezioso. Come succedeva nei piccoli nuclei abitati, nelle sere in cui c’era ancora posto per le favole.
Amo i racconti delle persone che incontro e che per lavoro cerco di ascoltare e comprendere. Sono per me un’infinita ricchezza! Ed è ascoltando questo immaginario che vorrei coglierne l’anima! Vedere come vede l’altro, sentire come sente l’altro, immedesimarsi “come se” fossi in quello stesso sogno. Una continua danza. Un sentire ricorsivo che non torna mai su se stesso perché, se ce ne diamo la possibilità, questo incontro non ci farà più essere come prima. E’ la varietà della vita, lo splendore e la meraviglia! Scoprire se stessi nella relazione con l’altro. E’ il gioco degli specchi che si svelano e che mostrano l’essenza. E’ alchimia tra storie e percorsi, luoghi dell’anima, del cuore, della mente e dello spirito. Come certi profumi che rimangono impressi lasciandoci qualcosa di intimo. Aprirsi al sogno, come fiore di loto, fare l’amore con la vita, anche nell’errore, per aprirsi alla meraviglia! 

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