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A Single Man di Tom Ford

Creato il 26 dicembre 2014 da Spaceoddity
[LGBT] George (Colin Firth) è solo da quando il suo compagno Jim (Matthew Goode) è morto in un incidente d'auto. Straniero in America, dove insegna Letteratura, l'inglese George porta con sé i suoi ricordi e la sua giovinezza d'inglese trapiantato in una terra che gli rimane estranea. Vero è che con lui c'è la bella ed esuberante, quanto insoddisfatta Charley (Julianne Moore), sua passione di gioventù, ma la vita che conduce l'uomo è quella che di chi rimane ai margini: al funerale del suo amato non è potuto andare - perché la cerimonia si svolge in forma strettamente familiare - e con i vicini mantiene una certa distanza. I corsi proseguono con una certa fatica, si sussegono come un disturbo radiofonico alla crisi cubana che rischia di portare la cosiddetta "guerra fredda" a un punto di non ritorno. Anche l'incontro con lo strepitoso Carlos (Jon Kortajarena) si risolve per George in un nulla di fatto. Forse poco di più riesce a scalfire questo stato, ma anche per la sua tenerezza, il giovane seducente Kenny (Nicholas Hoult), ma nell'uomo ormai di mezza età c'è un blocco, una resa.
A Single Man di Tom FordA Single Man (2009) non è solo la resa cinematografica del romanzo omonimo di Christopher Isherwood, è semmai un'occasione importante per ricrearne l'atmosfera, gli umori, un mondo che non c'è più, fatto di incredibile e insospettata libertà. È questa apertura esplosiva del mondo, sia pure faticosa e pericolosissima, questa miscela di possibilità e guardinga gelosia di sé a colpire in questo splendido film diretto da Tom Ford (e da lui stesso scritto insieme a David Scearse). Le scene vengono pennellate in modo sorprendente, ciascuna su dei colori ben definiti, ma dai contrasti morbidi, con una tavolozza che di volta in volta riesce a tratteggiare lo stato d'animo, le vicende e la loro irrimediabile provvisorietà. Le visioni fuggevoli (i tennisti, il corpo di Kenny nell'acqua, il tramonto che accende il breve scambio con Carlos, il ricordo dei confronti con Jim) contribuiscono a una struttura visionaria e un po' "impressionistica" del film: soggettiva, sì, e direi anche privata, ma non colpevole di escludere lo spettatore dal suo sviluppo.
Da sottolineare, in ogni caso, la meravigliosa aderenza di ogni interprete al suo suolo: Colin Firth (a buona ragione premiato con la Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia) è un George elegante, slanciato, ancora bello, e insieme malinconico e irrimediabilmente senile; Julianne Moore disegna qui una Charlotte perfetta al limite del plagio, proprio nel suo essere nervosa e un po' manierata; il Jim di Matthew Goode è un personaggio quasi incorporeo e comunque un'invenzione del film, coerente con la sceneggiatura e ben calibrata; infine, una nota di merito particolare va a Nicholas Hoult per il suo Kenny, che prende una strada tutta sua nella sintesi a cui è costretta la sua parte, riuscendo però a far trasparire il vissuto e l'emozione di un delicatissimo momento storico di passaggio. Nell'insieme, A Single Man è un film più che riuscito, che commuove e merita l'entusiasmo che lo accompagna.

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