Magazine Diario personale

A spasso con Poe.

Da Scriptomanti

Edgar ti prego accompagnami, perché da solo non credo di riuscire a trattenermi, e tu lo sai che, se mi lascio andare, poi finisce che si vomitano cuoricini arcobaleno.

E, nel caso, sei autorizzato a cavarmi gli occhi, inchiodarmi la lingua al tavolo e a strapparmi le interiora con il cucchiaino da tè.

Ti ho scelto, mio caro Poe, e non H.P. perché di cuori rivelatori tu sei esperto, e ne riconosci i sintomi al primo sguardo.

Ma ti pare che un menù possa tremare in modo così osceno?

A ritmo con il battito cardiaco; un vergognoso metronomo la cui vibrazione nasce come un sorcio scellerato nella cassa toracica e si trasmette nei vasi cavi delle mani, delle dita.

Cielo basta! Non ce la faccio.

Così volgari, sotto la superficie, come verdi lombrichi attorcigliati intorno ai polsi.

Chiudiamo questa dannata carta dei vini e ordina tu per me.

Tanto sono affamato come una milza che scivola, spappolata contro il muro.


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