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A Unity e Upper Nile (Sud Sudan) è tout court "apocalisse"/Brama di possesso e di potere ignora diritti umani

Creato il 19 maggio 2015 da Marianna06

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Circa 650.000 persone sono state private della possibilità di ricevere aiuti essenziali nello Unity e nell’Upper Nile, gli Stati del Sud Sudan dove nelle ultime settimane si sono intensificati i combattimenti tra forze governative e ribelli: lo ha denunciato Toby Lanzer, coordinatore dell’Onu per l’assistenza umanitaria.

In una nota il responsabile ha sottolineato le “devastanti conseguenze umanitarie delle violenze” innescate da un’offensiva delle forze fedeli al presidente Salva Kiir nello Unity e da una contemporanea avanzata dei ribelli legati a Riek Machar a Malakal, la capitale dell’Upper Nile. “Testimoni – ha denunciato Lanzer – hanno riferito di stupri e assassinii mirati di civili, anche di bambini; migliaia di case sono state bruciate durante l’offensiva nello Unity e c’è il rischio di una nuova distruzione dell’ospedale di Leer”. Un centro controllato dai ribelli, quest’ultimo, verso il quale stanno muovendo le forze governative. E da dove, come ha confermato ieri la Croce Rossa, sono fuggite migliaia di persone.

A documentare le violazioni del diritto umanitario commesse durante l’offensiva è anche l’Unicef, il Fondo dell’Onu per l’infanzia. “Sopravvissuti hanno raccontato ai nostri operatori – si legge in una nota – che interi villaggi sono stati rasi al suolo da gruppi armati e che donne e bambini sono stati catturati, violentati e uccisi”.

               a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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