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A Venezia, inaugurazione della mostra “Ernst Barlach, lo scettico”

Creato il 10 giugno 2015 da Yellowflate @yellowflate

Roma-Venezia, 10 giugno 2015 - La Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI), che riunisce le comunità luterane dell'intera penisola, annuncia che sabato prossimo 13 giugno, alle ore 18, sarà inaugurata a Venezia, presso la chiesa in Campo Ss. Apostoli nel sestiere di Cannaregio, la mostra "Ernst Barlach - lo scettico: figure di un mondo migliore".

L'esposizione sarà visitabile ogni giorno - dalle ore 16 alle ore 20 - fino al 13 settembre (inclusi sabato e domenica e ad eccezione del martedì, unico giorno di chiusura).

All'inaugurazione di sabato parteciperanno Peter Dettmar, Console generale della Repubblica Federale di Germania a Milano, che interverrà con un saluto di benvenuto; Bernd Prigge, pastore della comunità luterana di Venezia, che spiegherà la scelta di dedicare un'iniziativa in laguna alle opere di Barlach; Heike Stockhaus, curatrice della Ernst Barlach Gesellschaft Hamburg che introdurrà la mostra.

La mostra è, infatti, realizzata - come contributo indipendente alla 56ª Biennale di Venezia, il cui tema sarà All the world's futures - dalla Ernst Barlach Gesellschaft Hamburg, in cooperazione con la Comunità Evangelica Luterana di Venezia. Inoltre, ha ricevuto il supporto della VAH, Verein Ausstellungshaus für christliche Kunst e.V. München e di Luther 2017, quali main sponsor, ed è sostenuta dal Consolato generale di Germania di Milano e dalla Chiesa unita evangelico-luterana di Germania, VELKD.

Nella suggestiva cornice rinascimentale dell'antica Scuola dell'Angelo Custode, oggi luogo di culto luterano in laguna, i visitatori potranno ammirare le opere di Ernst Barlach (1870-1938), uno degli artisti tedeschi più significativi del XX secolo: i suoi lavori plastici, disegni e opere grafiche si trovano in collezioni e musei di tutto il mondo e il suo L'Angelo sospeso, Monumento commemorativo di Güstrow in Germania, è internazionalmente noto quale simbolo e monito contro la guerra.

Durante il Nazismo, l'opera di Barlach venne addirittura considerata "degenere" e centinaia di sue opere furono sequestrate, smontate e, in parte, distrutte, ma i suoi lavori - con, al centro, l'essere umano e le sue paure, preoccupazioni e domande sul futuro - sono attuali ancora oggi.

Con il supporto di una dettagliata cronologia storica testo-immagine, che inquadrerà la produzione dell'autore nel contesto globale del XX secolo, i presenti potranno ammirare 40 opere plastiche di tutte le fasi produttive di Barlach e 70 disegni e opere grafiche.

Ernst Barlach viene, peraltro, considerato ambasciatore artistico dell'anniversario della Riforma a Venezia: d'altronde, come Lutero fu Riformatore della Chiesa, così Barlach fu un riformatore dell'arte.

E a Lutero non lo lega soltanto un analogo sentimento di ribellione verso l'autorità e verso una situazione repressiva e ingiusta, ma soprattutto la ferma convinzione del ruolo fondamentale della libertà di pensiero e di coscienza.

Con Lutero, la fede e il dubbio trovarono il loro posto fisso nella Chiesa poiché una Chiesa della Riforma è sempre anche una Chiesa degli scettici, che Dio ama. Nella sua epoca, Barlach dubitò invece delle promesse di fortuna legate al materialismo e consumismo e cercò delle "controimmagini", delle immagini di forza esistenziale che fossero in grado di esprimere le preoccupazioni e le necessità della gente, ma anche le loro speranze e le loro legittime proiezioni del futuro. Egli si considerava un "cercatore di Dio" e la sua vita intera si sviluppò in un dialogo continuo con la Chiesa protestante.

" I soggetti ritratti o scolpiti da Barlach colpiscono per l'immensa carica emotiva che esprimono: siano essi contadini o mendicanti, stiano suonando o leggendo, siano disperati o sognatori, in lotta o in lutto, in estasi o in concentrazione, sono tutti comunque caratterizzati dall'empatia per il prossimo e per le sorti del mondo. Ecco perché la mostra di un simile artista, che rappresenta un alto grado di solidarietà e responsabilità, è profondamente significativa per la nostra comunità: per il suo intrinseco valore artistico e culturale e per il suo rilievo morale e spirituale - spiega Bernd Prigge, pastore della comunità luterana di Venezia - Sono altresì convinto che questa esposizione possa essere, come nella nostra tradizione, anche un'occasione di conoscenza e arricchimento reciproco tra noi luterani e chi è di confessione, religione o convinzioni differenti. E, pertanto, rivolgo un caloroso invito a cittadini e a turisti affinché vengano a visitare la mostra e a conoscere la nostra comunità luterana, la più antica d'Italia".

La presenza a Venezia di persone di fede protestante risale infatti al XVI secolo, cioè sin dagli anni della Riforma di Martin Lutero: nella sua storia la Comunità luterana di Venezia ha spesso dovuto dare prova di coraggio ma, nonostante periodiche vessazioni e repressioni, le idee di Lutero non furono così osteggiate come altrove, grazie alla mentalità aperta della città lagunare in tema religioso. Oggi, la piccola comunità di Venezia è composta da 120 persone in tutto, metà residenti in laguna e l'altra metà distribuite tra Padova, Vicenza, Treviso e Abano Terme.


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