Magazine Diario personale

A voi piace un’Europa così?

Da Stefano @bersatweet

Prima di procedere nella lettura del post, vi chiedo di spendere alcuni minuti sull'articolo di Riccardo Puglisi de Linkiesta, cliccando qui.

A voi piace un’Europa così?

Io faccio parte della generazione Jeeg. Sono uno di quelli che vorrebbe rottamare il vecchio per lasciare spazio al nuovo, in politica come in economia. Tuttavia, oltre agli aspetti che Puglisi evidenzia benissimo ma relativi solo al nostro Paese, vorrei completare la sua analisi aggiungendo alle variabili in gioco l'impatto che l'essere membri dell'Europa ha avuto sulla società italiana e anche sulla nostra vita quotidiana.

Partiamo da un presupposto, io sono un europeista convinto: il concetto di Unione Europea voluto dai padri fondatori (Churchill, Adenauer, De Gasperi, per fare alcuni nomi) è assolutamente condivisibile e sono sicuro che nella loro mente la creazione di un'Unione di Stati era rivolta proprio alle generazioni future. L'Europa di oggi, però, è ben lontana dai presupposti iniziali e a me, così com'è, non piace per nulla: come sostiene da tempo Sebastiano Barisoni, giornalista economico di Radio24, l'Europa di oggi si è trasformata in un'"Europa di ragionieri (e neanche tanto bravi)", un continente sulla carta privo di confini interni, ma con muri altissimi che frenano una strategia economica e politica comune. Un'Europa che invece di sprecare tempo ed energie a definire per legge il diametro delle vongole (follia pura!), avrebbe dovuto gestire due casi ben più importanti.

1) La Grecia. Da settimane si continua a discutere (o a fare finta, dal momento che le posizioni rimangono sempre le stesse), da una parte i signori tedeschi che insistono con la richiesta di riforme "lacrime e sangue" per tagliare la spesa pubblica, dall'altra il governo greco che vorrebbe provare a mantenere le promesse elettorali. Pur ammettendo che la situazione in cui versa la Grecia (come l'Italia nel 2011) è stata causata da dissennate politiche di spesa pubblica, la realtà dei fatti è che oggi non c'è un euro in cassa, dunque non si può continuare a chiedere ciò che non c'è. L'unica strada sarebbe quella di raggiungere un compromesso storico e concedere qualcosa: un congelamento del debito verso i creditori e la restituzione in 50 anni; in questo modo i soldi mantenuti nelle casse greche potrebbero essere utilizzati dal governo per investimenti mirati e volti al rilancio dell'economia, con il vincolo che neanche un euro debba essere utilizzato per la spesa pubblica. Quest'ultima deve essere tagliata, soprattutto la spesa pensionistica e la spesa per i dipendenti pubblici; con la crescita data dagli investimenti e la spending review, l'avanzo primario dovrebbe consentire di ripagare il debito. Si può fare? Merkel e Schauble permettendo, con un po'di sforzo da entrambe le parti la soluzione ci sarebbe.

2) I migranti: anche qui regna l'incapacità totale. Siamo di fronte alla più gigantesca ondata migratoria di profughi e l'Europa cosa fa? Prima finge di aiutare l'Italia, ipotizzando delle quote vincolanti da assegnare agli Stati membri; poi Angela alza la voce e quindi il fido Juncker fa marcia indietro, passando dal "vincolo" alla "volontarietà". Infine, è diventato un problema esclusivamente dell'Italia "perché le coste sono sue". Ora, che Alfano non sia un fulmine di guerra come Ministro degli Interni è assodato, tuttavia ci si deve confrontare con un evento eccezionale: gli attuali centri di accoglienza e le risorse a disposizione delle varie regioni italiane sono palliativi paragonabili ad un ombrello in caso di uragano. Per questo motivo serve la collaborazione dell'Europa e delle Nazioni Unite, perché occorre da una parte gestire quotidianamente il problema degli arrivi dei profughi, smistandoli in tutta Europa, dall'altra intervenire con le forze militari Onu direttamente nei paesi dove le guerre locali stanno generando i flussi forzati di profughi. Per questo sistemare le navi davanti alle coste dell'Africa settentrionale non può essere una soluzione, perché ci si macchierebbe della responsabilità di un sicuro genocidio.

Giro la domanda a voi: vi piace un'Europa così?

Debito pubblico, Diritti, Euro, Grecia, Grexit, Juncker, Mediterraneo, Merkel, Migrantes, Notizie, Politica, Politica internazionale, Quello che non ho, Ricostruzione, Sbarchi, Spesa pubblica, Tsipras, Unione Europea


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog