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AAA Neuroni Cercasi x Comunicare

Creato il 12 aprile 2010 da Dimasi
AAA Neuroni Cercasi x Comunicare
La Comunicazione: in psicologia, perché esista una comunicazione, serve avere un emittente ed un ricevente, i quali useranno un codice. Questo codice può essere di qualsiasi genere: vocale, scritto, simbolico (un cartello è un mezzo di comunicazione), corporeo...  Spesso le differenze culturali sembrano grandi perché due culture non condividono lo stesso codice, il che mette uno dei due, o entrambi, in una situazione di disagio creando incomprensioni. Il primo esempio di ciò lo ebbi a mie spese, quando diciassettenne trascorsi un anno in Inghilterra. Volli mostrare la mia gioia per un evento che ora non ricordo mostrando il classico segno dell'indice e del medio a V. Purtroppo non sapevo che in quel paese ci sono due modi di fare il gesto: con il palmo verso l'interlocutore significa appunto Vittoria!, ma con il dorso verso l'interlocutore significa vaffanculo! Indovinate io quale ho usato? Esatto!  Gli italiani sono noti nel mondo intero per la complessità del loro linguaggio corporeo, per quanto gesticolano, e sono per questo spesso mira di feroci prese in giro. Ma osservate quanto poco impiega uno straniero in Italia ad iniziare a "gesticolare". Mia cugina, tedesca, ogni volta che viene in visita in poco tempo inizia a fare goffi movimenti involontari con le mani per sottolineare ciò che dice, e neppure se ne rende conto!  Stando a quanto detto, dovrebbe essere facile tra persone che condividono la stessa cultura comunicare tra loro. Stesso codice, stessa lingua... Se poi hanno condiviso persino lo stesso ambiente per decenni dovrebbe risultare ancor più facile capirsi. Ebbene no. Non è così.  Molte ricerche hanno dimostrato che figli di immigrati imparano la lingua molto meglio dei genitori, e non solo! Lingue "inventate" come il creolo, dopo la prima generazione fatta di regole grammaticali basilari e sconnesse si sono trasformate "autonomamente" grazie all'applicazione spontanea, da parte della generazione successiva, della Grammatica Universale (Chomsky), che l'ha resa una lingua a tutti gli effetti ed in modo totalmente "automatico".  Stando a queste premesse, comunicare dovrebbe essere un'azione alquanto semplice, lineare, basilare... ma l'esperienza mi dice che non è affatto così. Quante volte pensiamo di dire cose semplici a qualcuno, e poi scopriamo che l'altro ha capito tutto fuorché quello che pensavamo di aver detto? Il paradosso è che più queste persone ci sono famigliari, vicine, note, e più spesso accadono fraintendimenti o totali distorsioni del messaggio. E' pur vero che il tono, ovvero la pragmatica che si trova dietro ad ogni messaggio ha il suo peso, ma proprio per questo dovemmo essere il grado di comprenderla meglio con chi abbiamo più confidenza.  Non è mia intenzione addentrarmi qui in complesse elaborazioni sulle motivazioni, aspettative, vissuti personali che portano ciascuno ad interpretare l'altro un po' come gli pare, il mio scopo è molto più semplice: vorrei capire come fanno certi, a cui chiedi di passarti il sale, a capire cose tipo "non ti voglio parlare".  Mi ritrovo ormai a parlare con la mia famiglia come si fa con un bambino: tata, caca, bubu... monosillabi, giusto per non cadere in errore! Ogni qualsivoglia articolazione grammaticale o semantica diviene luogo a procedere per la libera interpretazione. Chiedere notizie di mia sorella? Una intrusione non richiesta. Non chiedere? Una mancanza di partecipazione. Azzardare un'idea da prima elementare volta alla sopravvivenza della specie? Tu e la tua psicologia del cazzo! Se non rispondo alla richiesta di consigli? Cosa hai studiato a fare?  Ecco, se a qualcuno avanzassero dei neuroni, anche piccoli piccoli, di quelli che si usano poco... siete disposti a donarli per la sopravvivenza della mia specie? Perché qui, anche con un emittente, un ricevente ed un codice, le teorie vanno a farsi benedire!

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