Aborto: la Spagna ci ripensa?

Ebbene sì, sembra proprio che il premier spagnolo
Rajoy abbia deciso di compiere un passo indietro in merito all'interruzione di gravidanza, ritirando la legge anti-aborto promossa dal suo stesso partito popolare.
Già al momento della proposta di legge, nel dicembre 2013, si sono sollevate manifestazioni e proteste in ogni parte del mondo. Il testo legislativo prevedeva infatti il divieto per la donna di abortire, salvo in caso di violenza sessuale o di serio e durevole pericolo psicofisico. In questo modo il Paese avrebbe fatto un passo indietro di 30 anni; era infatti il lontano 1985 quando ancora alle donne non era concesso il diritto di abortire.
Recentemente invece, il premier ha annunciato di voler eliminare la suddetta legge per "mancanza di riscontro sociale" e mantenere quindi in vigore la normativa dell'ex leader Zapatero (che prevede la possibilità per le donne di abortire entro le 14 settimane), ma di voler comunque introdurre l'obbligo del consenso genitoriale all'aborto per le minori di 16 anni.
Possiamo dunque tirare un sospiro di sollievo, sembra essersi scongiurato il pericolo per le donne spagnole di vedersi negato uno dei diritti più basilari (o almeno, così dovrebbe essere).