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accanimento terapeutico, sono il vegetale universitario.

Creato il 29 dicembre 2011 da Andrea_gue
accanimento terapeutico, sono il vegetale universitario.
"università mia, università mia, perchè mi hai abbandonato?"
è vero la mia è rabbia.
Non cambiano i fatti, non cambiano le cose;ho in mente una metafora ed è questa: "è vero mi sono dimenticato di raccogliere i cocci, ma dato che ho rotto e pagato, perchè non posso tenerli lì per terra, per notarli, per non dimenticare".
perchè credo che a raccogliere su i cocci ed a gettarli nel cestino sia molto facile, e da lì a dimenticare il misfatto ci vuole poco, pochissimo anzi, io credo.
non mi sono cancellato dal gruppo "classe di lettere". Dovrei aivoglia se dovrei cazzo, ho rotto con le lettere, ho rotto con le lezioni, con gli orari,con le fotocopie gli appunti amici serate feste penne tracolle banchi tutti attaccati pranzi tra amici cinque minuti cazzate prima lezione. Un bel po' di cocci per terra che mi ostino a non raccogliere.
non riesco a distaccarmi, quando un giorno mi sveglierò perfettamente conscio di essermi perso amici, occasioni, libri, professori, professori, lezioni, scambi, lezioni, amici, serate su serate, su serate, su libri, su esami, su lezioni...
allora dichiarerò definitamente morta la miglior parte di me, quella che più apprezzo,
questo è accanimento terapeutico, di quello brutto di quello che ti lascia vegetale una vita, ma tra questo e la morte,scelgo il male maggiore, il male che si fa sentire, quello che ad oni movimento brusco si fa notare,quello che non rimargina mai,quello che ti tiene sveglio, ti avverte, ti stanca, non fa riposare, perchè appena chiudi gli occhi, appena stacchi, Muori.
Io non stacco, io non mi cancello, io non gli dico addio ai miei vecchi compagni di corso, al mio corso.
non rimpiango niente, perchè non si rimpiange, non lo so per certo, però è da fighi non rimpiangere, quindi da duro mi tengo la vita che ho,
non rimpiango lezioni noiose su poeti morti.
non rimpiango professori che non capiscono un cazzo di letteratura.
non rimpiango compagni che scaldano i banchi.
non rimpiango serate passate ad annoiarsi.
non rimpiango libri scritti dai professori stessi solo per tirar su serata.
non rimpiango il dialogo inesistente con gente disinteressata di quello che studia.
Non rimpiango questi luoghi comuni sulle università umanistiche, ma mi manca vivamente l'esperienza di lezioni appaganti, professori partecipi e colti, compagni intraprendenti serate spettacolari libriAssurdi ed infine l'ambiente, il fottuto ambiente per discutere, di opinioni, di studi, di argomenti di cultura dove altrove sarebbe, anzi credetemi è,
impossibile.
con la morte nel cuore, Andrea.

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