Magazine Cultura

Acid Jazz: gli italiani lo fanno meglio

Creato il 20 giugno 2012 da Scribacchina

Acid Jazz, già ne accennai tempo addietro: trattasi di argomento intricato, estremamente sfaccettato. Difficilmente liquidabile con un solo post.
A costo d’inimicarmi una fetta di soliti lettori, da oggi dedicherò un certo numero d’articoletti a questo genere musicale, ripescando i miei ascolti del tempo che fu (seconda metà degl’anni Novanta).
Oh, prima che qualche solito lettore mi fulmini sul posto, precisiamo: Dirotta Su Cuba a parte, Scribacchina tende a snobbare il
mainstream. Questo è il motivo per il quale troverete nomi poco conosciuti, o vedrete qui bellamente ignorate formazioni più note.
Come gl’Incognito, la cui produzione – manco a farlo apposta – approfondii solo poco tempo fa, pel tramite d’un caso davvero fortunato.

Come sempre, buona lettura.

***

ACID JAZZ ALL’ITALIANA
A metà anni Novanta vi fu tutto un fiorir di gruppi italiani che miscelavan funk, jazz, lounge, ambient, soul e altri generi in maniera mirabile. Tra tutti, oggi ve ne segnalo tre scelti tra quelli che preferivo, tralasciando volutamente il buon Francesco Gazzara che – ahimé – non fu in grado di rapirmi il cuore. Per parte mia, lo snobbai clamorosamente. Non ignorai però il suo bel libro titolato – ma và? – Acid Jazz, che lessi con estremo interesse. Tutto d’un fiato.

Ma passiamo alla musica.
Per non subissarvi di brani, vi propongo un solo pezzo per ognuno.
A voi – se interessati – andare a ripescare, dei singoli artisti, la produzione.

La prima formazione è il duo composto dai fratelli Montefiori. Presi separatamente, potete ben chiamarli Francesco e Federico; presi insieme, van denominati Montefiori Cocktail. La loro è pura musica lounge, ma la inseriamo di diritto nel calderone dell’Acid Jazz.
Di brani d’ascoltare ve ne son tanti:
Parole Parole, Comment Te Dire Adieu, Gne Gne, Hu Ha… Eppure, la seguente bossa nova versione drink titolata Another B è d’obbligo: questo è il brano che mi fece conoscere i fratelli Montefiori. Fu ascoltato e riascoltato – come da copione – fino alla nausea.

La seconda formazione merita una rapida presentazione.
Avrete ben presente, immagino, la brava vocalist Jenny B., al secolo Giovanna Bersola.
… Non l’avete mai sentita nominare né cantare prima d’ora, dite?
Illusi soliti lettori.
Mi gioco il piede sinistro (ormai le mani me le son già giocate, a più riprese…) che però conoscete la orrorifica hit The Rhythm of the Night di Corona – sì,
quel Corona, mica il Corona Fabrizio di beleniana memoria.
Che c’entra Corona colla Jenny B., domandate?
C’entra, c’entra.
La vocalist del pessimo brano dance di cui sopra è proprio Giovanna Bersola; ella si prestò più volte a questo giochetto. Solo per la cronaca, segnalo che in seguito la brava Jenny prestò la propria voce pure alla cover di
Un Attimo Ancora firmata Gemelli Diversi (che poi l’originale era Dammi Solo Un Minuto dei Pooh – al ricordo del fattaccio mi s’è gelato il sangue nelle vene…).
Evidentemente nojata da cotanta dance coronarica, la giovine si unì ad altri giovini musici per dar vita ad un progetto chiamato Funky Company.
Funk nel nome, Acid Jazz nel cuore.
Dire che li trovavo (e li trovo tuttora) incantevoli è dir poco.
Per la miseria: sentitevi la loro meravigliosa
Rescue Me e provate a dire, se ne avete il coraggio, che questi straordinari italiani non son all’altezza di gente straniera ben più nota come Brand New Heavies e company.

Terzo ed ultimo artista italiano, per oggi.
Un nome che parla da sé.
Un nome che evoca strabilianti giri di basso, accordi diminuiti e semidiminuiti (ma anche add11 e add13), ritmiche sostenute e testi coinvolgenti – forse un poco scontati, per la verità, ma pur sempre pregnanti.
Loro sono i Dirotta su Cuba. L’Acid Jazz italiano per eccellenza.
Pensando a cosa scrivere in questo post, ho recuperato dalla mia collezione ciddì il loro primo album eponimo.
Ebbene, debbo proprio dirvelo? Son ormai giorni che me lo sto ascoltando senza posa, conquistata dai giri di basso dell’inarrivabile
grooveman Stefano De Donato.
E allora, indossate quelle benedette cuffie, cliccate il tastino della riproduzione, qui sotto, e fatevi rapire testa, cuore e anima tutt’insieme dalla parte di basso di
Legami.

E giacché la vena cronachistica di Scribacchina ogni tanto fa capolino, v’avverto che lo scorso 18 maggio è stata ufficializzata la reunion dei nostri: i Dirotta su Cuba torneranno entro fine anno con un nuovo album e un nuovo singolo. Si parla pure d’un tour estivo, ma – come si suol dire – finché non vedo, non ci credo.
Va da sé che eventuali tappe lombarde non mi sfuggiranno.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine