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Adam & Eve: il giardino dei peccati di Francesco Falconi

Creato il 26 giugno 2015 da Anncleire @anncleire

Adam & Eve: il giardino dei peccati di Francesco Falconi

«Te l’ho già detto. La realtà è limitata solo dall’immaginazione. L’universo è più grande di quello che credi.»

«Non ti seguo.»

«La vista lo limita. Dei cinque sensi è quello più potente, e il più pericoloso perché annienta gli altri. La vista è il peccato.»

Sofia si prende una pausa. «Vorrei tanto crederlo. Ma la vista è ciò che ci permette di vedere delle simili bellezze. E anche gli orrori.»

«O ci inganna. Vedi, è come se l’universo fosse composto dalla sovrapposizione di cinque piani, che corrispondono ai cinque sensi. La vista, l’udito, l’olfatto, il tatto, il gusto. Per me la vista è solo un insieme di ombre, e questo mi costringe a concentrarmi sulle altre dimensioni.»

“Adam and Eve: Il giardino dei peccati” è l’ultimo romanzo di Francesco Falconi. Uscito lo scorso 14 febbraio, è un’opera di narrativa contemporanea, una storia d’amore nondimeno, che pure si colora di tinte fosche e di impressioni quasi surreali, con quel tocco di follia che lo scrittore non perde mai. Mi trascino questa recensione da mesi, francamente non so neanche io il motivo preciso. Ammetto che scrivere un’opinione sensata è molto difficile, perché mi ha toccato molto e nonostante tutto si tratta di una storia che colpisce tutti i sensi, anche il sesto, e Falconi d’altronde ha la capacità di scrivere storie terribilmente belle.

 

Due mondi così diversi, due anime sole che stanno per incontrarsi.

Sofia è l’ultima discendente della famiglia spagnola degli Alvarez. Da anni vive segregata in un villa a Firenze. Non esce quasi mai di casa, il suo mondo è racchiuso in quelle quattro mura. Dalla finestra della sua camera spia il mondo esterno. Lo sogna, lo desidera, e al tempo stesso lo odia. Ma soprattutto detesta la Sofia di Sinistra. Così chiama quella parte del suo volto rimasto sfigurato a causa di un incendio divampato nel giardino della villa. Era una giornata afosa di agosto e Sofia aveva appena otto anni. Un gioco stupido con il fratello Alejandro, un piccolo fuoco acceso vicino a una sterpaglia secca. Conseguenze terribili, che hanno cambiato per sempre il suo futuro. Perché in quel giardino Sofia non ha perso solo la perfezione della bellezza, ma anche Alejandro.

Lorenzo vive invece nella periferia di Firenze con il padre. All’età di otto anni ha contratto la retinite pigmentosa, una terribile malattia degenerativa che, giorno dopo giorno, l’ha reso cieco. Da allora il mondo di Lorenzo è diventato un chiaroscuro di luci e ombre che vibrano al suono della musica. La musica, infatti, è la sua unica ragione di vita. Il violoncello è la sua unica voce.

Un giorno, Lorenzo e Sofia si incontrano nei giardini di Boboli, proprio di fronte alle statue di Adamo ed Eva. Si conoscono, stringono amicizia. Giorno dopo giorno, il loro rapporto si trasforma in qualcosa di più profondo e complicato. Un sentimento perfetto e inviolabile. Un amore cieco e sincero. Ma il mondo che li circonda, il desiderio di vedere al di là delle ombre e godere della bellezza sono una tentazione troppo grande capace di incrinare persino quell’Eden d’amore…

 

Gli incontri sono il sale della vita, sono quei momenti indefinibili della nostra esistenza, che non possiamo catalogare in maniera attiva, ma che, inconsistenti, ci sconvolgono e cambiano il fiume del nostro tempo. Come si possono incasellare? Come fare a riconoscerli? Le risposte tardano ad arrivare e non sempre ci raggiungono, neanche col senno di poi. Sofia e Lorenzo si incontrano con la facilità degli adolescenti, e l’ingombro di pesi sovrapposti sulla schiena, entrambi con le loro paure, entrambi timorosi di scoprirsi.

“Perché la vita è solo una linea invisibile che congiunge la certezza di un inizio e di una fine.”

Due mondi e due desideri, la freddezza della ricchezza seppellita in una villa arida e la continua lotta sul baratro della povertà, cesellata dall’incuria e da cure mediche costose e frammentarie. Ma non sono solo le condizioni economiche a dividere i due protagonisti, sono anche i loro sensi, alterati e sconvolti, quella consapevolezza di essere indicibilmente lontani dalla normalità.

Sofia perseguitata dalla sua metà sfigurata, l’ambizione alla bellezza e alla perfezione, quella perdita segnata dal suo volto, che le ricorda ogni giorno di aver perso una metà fisica e un pezzo di cuore. Riconoscersi soli, intrappolati nella propria camera da letto, è una prigione insostenibile, un po’ Raperonzolo, un po’ condannata, condannata dai rimorsi, dalla rabbia, dai sensi di colpa. Ma Sofia è intelligente, viva, con una fervida immaginazione e la voglia di volare, come una colomba, in cerca di una libertà che le sembra preclusa.

Dall’altra parte della staccionata, dall’altra parte dello spettro c’è Lorenzo, privato della vista, dei colori e del senso fondamentale di contatto con il mondo. Il buio lo divora, gli annienta le facoltà e lo lascia a riempire la sua vita di suoni. Suoni che produce lui stesso, con il violoncello, fedele compagno di sventura. Indipendente, industrioso, amante del giardinaggio, Lorenzo è sensibile e fiducioso, un raggio di speranza rassegnato all’inevitabile. L’incontro tra i due diventa una svolta epica, un risvegliare di coscienze addormentate sotto il peso della sconfitta e dei loro problemi. Conoscersi e innamorarsi, facile, perché entrambi assolvono il bisogno dell’altro di concretezza e stabilità emotiva. Ma tra di loro si affastellano i segreti di una vita che non vuole lasciarli felici, e le possibilità di cambiare le loro condizioni. Ma il cambiamento è proprio ciò di cui hanno bisogno?

Falconi non addolcisce niente, non edulcora le sensazioni che pervadono i due ragazzi che lottano per accettarsi, in un mondo che presenta ideali di perfezione irraggiungibili. Ma niente è perfetto, la normalità è soggetta alle regole personali e soggettive di una società che non accetta il diverso, che preclude il manifestarsi di chi non rientra nei canoni tradizionali. Gli altri cercano sempre di cambiarci, di imporci regole sintetiche di una vita allo stremo, ma è proprio questo quello che ci serve? Siamo noi o sono gli altri a contare? Lorenzo e Sofia devono lottare per riconoscere il loro ruolo nella propria vita, accettarsi, guarire e sopravvivere per poter vivere davvero un amore, che supera qualsiasi confine.


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