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Addio all’avatar di Franco Califano

Creato il 02 aprile 2013 da Chiazzetta @chiazzetta

Meno male che non ho molti lettori perchè più scrivo e più mi rendo conto che quello che esprimo trova sempre meno gente d’accordo, questa volta finirò per essere odiato sia dai fan di Califano che da coloro che nonostante la sua morte continuano a disprezzarlo.
Ok saltiamo la parte del commianto per il fatto che comunque il Califfo era una creatura di Dio e il dottore dice che bisogna dispiacersi per tutte le creature di Dio che se ne vanno.
Questo punto non mi interessa. Non sono una creatura di Dio e non me ne andrò.
Il punto che mi preme di più è il fatto che se ne sia andato un artista o comunque qualcosa che aveva a che vedere con l’arte piuttosto non una testa di cazzo qualsiasi.
Si! un artista, per chi apprezza Califano questa cosa è data per scontata, per chi lo disprezza sembrerà addirittura una bestemmia…
Mi piacerebbe accorciare la distanza tra il gruppo A (la squadra der Califfo) e il gruppo B (Quelli che…era una coglione che passava il tempo a pippare e a scrivere canzoni misogine).

Proviamo a separale l’uomo dall’artista e dalle sue opere…. COncentriaMOci…
In un era come questa dove Maria de Filippi, X Factor e compagnia bella mi rendo conto che è difficile.
Oggi i media fanno sì che un artista sia prima di tutto una persona: una persona il più comune possibile perchè l’ascoltatore si deve poter sentire vicino a lui..
Una volta bastava che le parole dell’artista facesso identificare l’ascoltatore, oggi l’artista (a cui presto verrà tolto anche questo titolo e verrà chiamato… che ne so “il tizio”) deve essere l’ascoltatore medio.
Tuttavia esistono ancora verie maniere in cui questa identificazione può avvenire

Prendiamo un esempio: Vasco Rossi
C’è chi si identifica in Vasco Rossi perchè è coatto e si droga tanto.
C’è chi identifica in Sally di Vasco Rossi o in Alba Chiara.
C’è chi si identifica in alcune o in tutte queste cose insieme.
C’è poi chi segue e ascolta dall’esterno l’esperienza di un artista/persona che non è ne Vasco ne la sua canzone ma una cosa a metà… un personaggio di fantasia… che viene dal profondo e può essere tutti noi e nessuno… Perchè ognuno può passare attraverso di esso…

C’è quindi una specie di Avatar che nasce dalla vita dell’artista, passa per la sua opera ma poi va da un’altra parte.
Le avventure di questo avatar possono essere guerre contro clan rivali, favole per bambini o storie d’amore con puttane. Ad ogni modo si muovono su un piano parallelo rispetto alla realtà e ai cazzi personali della persona che sta dietro e ogni ascoltatore sarà libero di identificarsi o semplicemente di fare il tifo per l’Avatar.

Addio all’avatar di Franco Califano

Detto questo non tenterò di convincere nessuno che Califano Persona non fosse Trash, soprattutto dopo le sue partecipazioni nel circo mediatico dei reality dove lo abbiamo visto russare, bestemmiare e mangiare insetti (a no lui stava alla fattoria no sull’isola… vabbè sticazzi)
Sulla sua vita privata si raccontano molte cose legate a giri loschi e a comportamenti di dubbia moralità
Io non lo conoscevo, non ho gli strumenti per avventurarmi in un indagine del genere.
Secondo me però anche se tutte le peggiori voci sul suo conto fossero vere, la sua importanza artistica non dovrebbe essere ridotta.

GLI ARTISTI NON SONO POLITICI!!!
I politici sono delle persone di merda: chi non è un puttaniere è un moralista convinto; entrambi comunque sono degli stronzi perchè vivono di calcoli (quando sono buoni politici) e prendono troppi soldi rispetto a quanto si impegnano (quando sono cattivi politici).. Prendono troppi soldi… comunque.
I politici devono dare il buon esempio… è il loro lavoro cazzo.. quello che sono è strettamente legato al loro operato…
Califano non doveva dare il buon esempio a nessuno doveva solo darci la sua anima… il suo Avatar.
Il resto poteva anche essere sporco, malvagio e dissoluto, non sono affari nostri.
Poi… a dirla tutta il problema del politico non è neanche il fatto che va a mignotte in se…
Se la vediamo da un punto di vista estremamente aperto, quasi al limite della morale, il problema del politico è l’incoerenza.
Un berlusconi alleato con il centro ecclesiastico, che usa “cattolico” come aggettivo positivo per difendere Dell’Utri, nega fino alla fine che va a mignotte accusando giornalisti e magistratura di complotti contro di lui.
Quando poi sta alle strette dice “Che male c’è a fare delle feste con delle belle ragazze???”
Se per assurdo un politico avesse la coerenza di Califano nel dire che non c’è niente di male ad andare a mignotte (dall’inizio della campagna elettorale) e di contestualizzasse questa cosa anche nelle sue azioni politiche (non come i pluridivorziati adulteri del centro cattolico moderato che fanno il family day) ci starebbe una trasparenza tale che l’elettore nella piena consapevolezza potrebbe addirittura scegliere consapevolmente di votare il partito delle mignotte che sarebbe senza dubbio più coerente di molti altri che ora stanno lì.

E’ probabilmente più difficile scagionare Califano dalle accuse di misoginia.
Anche il suo avatar può essere considerato colpevole perchè potrebbe far identificare uomini che odiano le donne.
Ma anche in questo caso, proviamo a pensare all’energia artistica escludendo il viscidume di un anziano abbronzato e vediamo cosa rimane veramente.
Quello che arriva a me ad esempio (possiamo prenderla come una sensazione soggettiva pura) è un retrogusto di “siamo giovani e liberi” da una parte (La mia libertà) e dall’altra una certa disillusione e disperazione che Califano non ha mai nascosto (Io non piango).
“Tutto il resto è noia” è stata spesso bollata come canzone maschilista e misogina.
In realtà potrebbe essere scritta o cantata da una donna e avrebbe lo stesso senso (l’unica parte maschile è quando dice “la barba fatta” e a onor del vero può valere anche per alcune donne)
Secondo me il senso della canzone non è affatto una lotta di classe con l’altro sesso, bensì una disillusione totale nei confronti delle persone ma anche di se stessi… un senso appunto di noia e depressione che non riguarda neanche solo l’amore ma tutto.
La reversibilità di Califano in femminile è dimostrata dalla doppia versione di minuetto:
quella che ha scritto per Mia Martini narra la storia di una donna succube di uno stronzo.

La versione che canta lui è molto più complessa, da una parte Califano (il suo avatar) non riesce a dire no come la donna succube dell’altra versione, ma ha un ruolo molto più attivo, come se fosse lui a persuadere l’amante che o lo sfrutta o addirittura si fa sfruttare consapevolmente.

Invece che “Troppo cara la felicità per la mia ingenuità” (la versione della Martini) Califano dice “Troppo cara la felicità, meglio la libertà” con un tono deluso, come se fosse proprio la sua incapacità di amare e di farsi amare a generare quella libertà che, anche se ti riempie la vita, nasce per colmare un vuoto.

Da un punto di vista tecnico a Califano come autore c’è ben poco da criticare:
l’uso della metrica, la scelta delle rime e la struttura dei brani è indubbiamente di alto livello (se non da un punto di vista assoluto sicuramente rispetto alla musica italiana media)
Certo il gusto esiste… Non voglio costringere nessuno ad apprezzare questo artista uscente.
Sono molte le cose comunque che possono allontanare un ascoltatore X da califano e dal suo avatar:
-Fastidi generati dalla sua voce
-Il suo essere comunque collocabile nella piena tradizione melodica italiana
-La sua “romanità” che, diciamocelo, un po’ ha rotto il cazzo a non apprezzare nè Califano mè il suo
-e chi più ne ha più ne metta

Mi sentivo però in dovere di dire la mia, per rendere omaggio a un artista che conosco (non ho fatto alcun riferimento a Iannacci perchè credo che il paragone dato solo dalla data di morte vicina sia una cosa orrenda / perchè conosco molto meno le opere dell’artista milanese e non parlo di cose che non conosco!!!!).

Penso si sia capito che sono contro i calderoni generali e i discorsi pressapochiste.
Spero di aver dato informazioni preziose a chi non l’avesse in entrambe le direzioni.
Spero che questo puntualizzazioni siano servite a qualche cosa.

Addio avatar di Franco !

 


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