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Adesioni e dati dello sciopero

Creato il 05 maggio 2015 da Pedagogika2
Il popolo della scuola, studenti, insegnanti e personale amministrativo in piazza, da nord a sud, contro la riforma. Un blitz notturno degli studenti di Università e scuole davanti al ministero dell’Università e la Ricerca ha dato il «la» alla protesta. Davanti alla sede del ministero, in Viale Trastevere a Roma, è comparso uno striscione con la scritta «Vogliamo una scuola buona davvero». Un gruppo di ragazzi ha inscenato un flash mob le cui immagini sono state poi caricate su Youtube. Poi, di primo mattino, i primi assembramenti, per raggiungere i luoghi di ritrovo per la partenza dei cortei: sette, nelle principali città italiane, seguiti da comizi, flash mob e dibattiti per manifestare il dissenso per i contenuti del disegno di legge 2994, in corso di approvazione al Parlamento. Da Bolzano, il premier ha detto: «Ci sono tante persone che protestano, noi ascoltiamo perché è giusto, entrando anche nel merito, ma abbiamo messo 3 miliardi sulla scuola. Qualcuno dice che sono pochi, ma certo più di prima che non c’erano». «Oggi abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori partendo dalla scuola. Poco prima l’apertura del Presidente del Senato, Piero Grasso: «C’è la disponibilità del Senato a sentire i docenti che oggi hanno scioperato», ha detto. Perché per la buona scuola serve un confronto positivo per arrivare a soluzioni possibilmente condivise. La scuola è dei docenti e dei ragazzi ed è il futuro del Paese. Centomila i manifestanti a Roma, decine di migliaia le persone nelle altre piazze, per lo sciopero generale che alcuni hanno definito «il più grande di sempre». Centinaia le scuole chiuse in tutta Italia, con tassi di adesione fino all’80%, secondo gli organizzatori. La manifestazione è stata indetta dalle principali sigle sindacali in sette città: Aosta, Milano, Roma, Bari, Catania, Palermo, Cagliari. La protesta dei Cobas proseguirà anche mercoledì 6 e martedì 12, per tentare di boicottare i test Invalsi, che avrebbero dovuto svolgersi oggi nelle seconde e quinte delle primarie, rinviati all’ultimo momento per non farli coincidere con la giornata di protesta. A scioperare i precari della scuola, ma anche i prof assunti, contro gli albi territoriali e la mobilità. Gli studenti sono scesi in piazza contro gli sgravi alle scuole paritarie decisi dal ddl, contro i finanziamenti privati alla scuola pubblica, per chiedere più soldi per l’edilizia scolastica, la riforma dei cicli, un ripensamento dell’autonomia. «Se il Governo non ci ascolterà - hanno scritto gli studenti in una nota - continueremo a mobilitarci: boicotteremo i test Invalsi il 12 maggio e lotteremo congiuntamente agli insegnanti per bloccare gli scrutini».Scuole vuote, dunque. Strade e piazze piene.Ecco i dati, città per città: centomila a Roma, trentamila a  Milano, 25mila a Bari, 20mila a Cagliari, seimila a Palermo,  migliaia a Catania e Aosta.

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