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“Affaire Arbitri” (superare la moviola, partendo dalla moviola): le premesse

Creato il 15 aprile 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Prima di cominciare, desidero ringraziare la Redazione di Tifoso Bilanciato, che, permettendomi di ficcanasare nel loro database, mi ha aperto un mondo nuovo e consentito di approcciare l'affaire arbitrale in maniera scientifica.

Partiamo.

 

Il calcio italiano convive da anni con un “mostro” che ne corrode l'essenza: gli errori arbitrali. Ogni domenica, le partite sono precedute da servizi che ripropongono i precedenti dell'arbitro con le singole squadre e relative polemiche; durante la partita, i replay più frequenti sono dedicati agli episodi controversi, piuttosto che ai singoli gesti tecnici; durante l'intervallo, la pubblicità è interrotta solo per una brevissima sintesi degli eventuali gol (pochi) ed un'accurata analisi degli episodi arbitrali (tanti); alla fine, le uniche immagini che si fanno vedere agli allenatori sono quelle dell'immancabile rigore o del millimetrico fuorigioco, condite dalla domanda fatidica: “cosa vuole dire all'arbitro?”. Anche alla radio non si sfugge: finite le partite, segue l'immancabile racconto degli episodi controversi al grido di: “La moviola? Guardiamola alla radio”.

 

Con queste premesse, ci si aspetterebbe che gli italiani siano i massimi esperti mondiali di moviola: niente di più falso.

La questione “errori arbitrali” viene approcciata oggi esattamente come 20 anni fa, quando al “Processo del lunedì” seguiva “L'appello del martedì” ed i massimi esponenti del movimento pro moviola (Maurizio Mosca e Aldo Biscardi) tuonavano contro i poteri forti che ne impedivano l'introduzione su tutti i campi di calcio. “La sudditanza psicologica esiste”; “gli episodi, alla fine, si compensano”; “le grandi sono naturalmente favorite rispetto alle piccole”; “gli arbitri decidono i campionati”; “gli arbitri sono l'alibi dei perdenti”; “se non conti nel Palazzo gli arbitri non ti rispettano”; “non sono errori ma malafede”: il campionario che accompagna le recriminazioni di chi i torti li subisce è conosciuto e abusato. Neanche Calciopoli ha posto fine alla questione arbitrale: spente le fiamme del fuoco purificatore, le streghe del sospetto sono tornate ad avvelenare il campionato italiano esattamente come prima. Passi avanti: zero.

 

Al di là delle solite dichiarazioni polemiche e bellicose, nessuno mai ha cercato di approfondire la questione, di portare dati e numeri a sostegno di una tesi o del suo contrario, di verificare in qualche modo se quelle frasi siano dei banali luoghi comuni o se oggettivamente nascondano una verità scomoda e, per finire, se la moviola risolverebbe il problema, più o meno definitivamente.

 

Ora, questo è un sito dove si parla di calcio, ma lo si fa in maniera unica, diversa: attraverso i numeri. Bene, la titanica impresa che vorremmo compiere è proprio questa: verificare, attraverso dati oggettivi, lo stato di salute arbitrale del campionato italiano e dare finalmente risposta ad alcune domande ricorrenti tipo: quali sono gli errori più frequenti in serie A? I gol annullati? I fuorigioco? I mancati rigori? Insomma, quali? E quali sono gli arbitri più bravi? Ci sono veramente squadre favorite o sfavorite dagli arbitri? Le “piccole” sono vessate dagli arbitri più delle “grandi”? I torti e i favori, alla fine, si compensano davvero? E gli errori, incidono o no sulla classifica finale? E se si, quanto? Davvero gli arbitri decidono i campionati? E, da ultimo: la moviola, ammesso che sia applicabile, risolverebbe il problema?

Insomma, come vedete, una cosa da niente.

 

Ora, tutte le indagini hanno bisogno di un metodo e di uno strumento, ed anche noi non facciamo differenza: abbiamo l'uno e l'altro.

Prima di illustrarvelo però, vorrei fare alcune considerazioni sul metodo e sullo strumento classico di indagine sul tema “favori arbitrali”: la classifica alla moviola.

Chi ha già avuto occasione di leggere qualcosa scritto da me sul tema, sa che sono molto critico nei confronti di questo tipo di classifiche, perché non solo forniscono una rappresentazione troppo sintetica del fenomeno, ma le ipotesi su cui sono costruite (il c.d. “metodo”) sono talmente vincolati e stringenti da non essere in grado di rappresentare la realtà. Inoltre, forniscono un dato di sintesi che è semplicemente sbagliato: più una squadra è forte, e quindi vincerebbe comunque, più risulta favorita in quelle classifiche. Vado a spiegarmi, così poi capirete in che cosa è diversa la “moviola bilanciata”.

Come sono costruite le classifiche alla moviola?

Si comincia scegliendo gli episodi che potrebbero influire sul risultato finale: i rigori concessi o non concessi ed i gol, annullati o da annullare; si corregge l'errore e si riporta il risultato esatto nel punteggio finale della partita. A quel punto, si vede come sarebbe cambiato l'esito della partita e si corregge la classifica di conseguenza.

Prima critica: mancano le espulsioni. Questo è un gravissimo limite, perché pensare che un'ingiusta espulsione o una mancata espulsione non abbiano nessuna influenza sulla gara è semplicemente assurdo.

Punto due: si assume che l'episodio arbitrale cambierebbe il risultato finale, ma non l'andamento della partita. Anche questa, è una grave forzatura: subire un rigore ingiusto al primo minuto o al novantesimo è la stessa cosa? Al primo minuto ho un'intera partita per recuperare, al novantesimo invece sono semplicemente fregato. Sono due errori identici?  Direi di no.

E se attacco per novanta minuti e non faccio un gol, è tutta colpa dell'arbitro? E se avevo impostato la gara su “difesa e contropiede” ed invece mi ritrovo a dover attaccare per aver subito un'ingiusta segnatura, come la mettiamo? Insomma, l'episodio cambierebbe la partita, eccome!!! Non considerare questo fatto è un'inaccettabile forzatura.

Punto tre: tutti i rigori si assumono automaticamente realizzati. Anche qui, è dura sostenerlo. Possiamo dire con ragione che il singolo rigore sarebbe stato “probabilmente” realizzato, ma su una lunga serie di episodi abbiamo invece la certezza che alcuni sarebbero stati sbagliati; la classifica alla moviola tradizionale non ha modo di tenerne conto.

 

L'ultimo argomento, infine, è secondo me decisivo.

La classifica alla moviola pretende di dimostrare come “l'episodio arbitrale influisce sul risultato finale della partita" (e quindi poi sul campionato), ma in realtà fa esattamente il contrario: “è il risultato finale della partita reale che stabilisce se un episodio arbitrale ha diritto di assurgere o meno all'onore di torto”, con un'inaccettabile inversione di causa-effetto.

Mi spiego.

Un rigore negato diventa un torto arbitrale se e solo se la squadra che l'ha subito non vince, altrimenti non è nulla.

Un gol convalidato ingiustamente diventa un torto arbitrale se e solo se la squadra che l'ha subito non vince, altrimenti non è nulla.

Un ingiusto rigore assegnato agli avversari, diventa un torto arbitrale se e solo se la squadra che l'ha subito non ribalta il risultato, altrimenti non è nulla.

 

Con queste premesse, se una squadra vince spesso non significa che è forte, ma che non subisce mai torti arbitrali.

Un rigore regalato al primo minuto ha la probabilità di assurgere a favore arbitrale se e solo se la squadra che ne ha usufruito alla fine vince, perché se perde comunque, l'episodio scompare.

Se la squadra che ne ha beneficiato è abbastanza forte da non farsi rimontare quel gol e portare a casa una vittoria, risulta “molto avvantaggiata”; se si fa parzialmente rimontare, riuscendo a mantenere almeno il pareggio, risulta “poco avvantaggiata”; se è talmente scarsa da perdere comunque, allora non c'è alcun favore arbitrale.

L'esito di questa enorme distorsione è che se una squadra è molto forte e vince spesso, ha molte probabilità di figurare tra le più favorite del campionato.

 

Alcuni esempi aiuteranno meglio a chiarire il problema.

Prendiamo due squadre: A e B. Supponiamo che, nelle rispettive partite, attacchino senza soluzione di continuità per tutta la gara e che entrambe vedano la mancata concessione di un calcio di rigore a favore sullo 0-0; alla fine però la squadra A riesce comunque a segnare e vincere, quella B no. Penso che si debba applaudire e premiare la squadra A, che è stata più forte anche del torto arbitrale; invece nella classifica alla moviola, la squadra B può legittimamente lamentarsi e i 2 punti di scarto nella classifica reale sono colpa dell'arbitro.

Altro esempio: A e B subiscono un gol in fuorigioco; la squadra A ribalta il risultato e vince, la B riesce solo a pareggiare. Di nuovo, penso che si debba applaudire e premiare la squadra A, che è stata più forte anche del torto arbitrale; invece nella classifica alla moviola, la squadra B può legittimamente lamentarsi e i 2 punti di scarto nella classifica reale sono di nuovo colpa dell'arbitro.

Ancora uno e poi finisco, tanto il senso è chiaro. A e B passano in vantaggio grazie ad un rigore inesistente: A vince la partita, B si fa rimontare e perde. Di nuovo, A dimostra di essere più forte di B perché riesce a sfruttare sul campo l'errore a favore, ma è B che, incapace di vincere, può “legittimamente” lamentarsi perché nella classifica alla moviola vede A allontanarsi, grazie ad un +2 “immeritato”.

Insomma, più una squadra è forte, più vince, più risulta favorita in questa abominevole classifica.

 

Vi porto infine due esempi reali, tra le partite che hanno destato più scalpore, che chiariscono perché anche il fatto di non considerare le espulsioni e il “momento” (minuto e punteggio) della partita in cui l'errore arbitrale si è verificato, crea ulteriori inaccettabili distorsioni.

La prima partita è Torino-Juventus 0-1, derby della Mole d'andata, vinto dalla Juventus grazie ad un gol viziato da fuorigioco. Per la classifica alla moviola tradizionale, gol da annullare e risultato finale di parità: Juventus avvantaggiata dall'arbitraggio. Andiamo ora a vedere la sequenza degli episodi: al 36'(0-0) mancata espulsione di Immobile (solo ammonito), autore di un’entrataccia sulla caviglia di Tevez; al 54' gol della vittoria di Pogba da annullare per fuorigioco di Tevez; successivamente mancata espulsione di Meggiorini per un pugno a Marchisio. Ora, sostenere che certamente la Juventus, contro un Torino in 10 per un'ora e addirittura in 9 nel finale, non sarebbe riuscita comunque a segnare un gol, al di là di questioni di tifo, appare una notevole forzatura. Del fatto che queste espulsioni avrebbero potenzialmente cambiato la partita, in qualche modo bisogna ragionevolmente tenerne conto.

L'altra gara è Roma-Inter 0-0, ritenuta a ragione una delle peggiori direzioni arbitrali della stagione. Vediamo gli episodi: 16' Benatia commette fallo da rigore su Icardi, solo davanti al portiere; 37' De Rossi in area colpisce con un pugno Icardi, commettendo un altro fallo da rigore con annessa espulsione; 72' è la volta della Roma di lamentarsi per un fallo da rigore di Samuel su Destro; 86' chiude Juan Jesus rifilando un pugno in mischia a Romagnoli, punibile col rigore e l'espulsione. Ora, per le tradizionali classifiche alla moviola, due rigori per parte e risultato finale di parità: in pratica, è come se non fosse successo nulla. In realtà, seguendo un'ipotetica scansione temporale degli episodi, l'Inter avrebbe potuto trovarsi in vantaggio di due gol con una Roma addirittura in nove, rendendo molto difficile, se non impossibile, la rimonta dei giallorossi. Il momento in cui sono avvenuti gli episodi è un fattore che ragionevolmente non può essere ignorato.

 


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