Magazine Salute e Benessere

Aforismi sull’ INTENTO (INTENZIONE, INTENZIONALITà… )

Creato il 30 novembre 2011 da Mente Libera

Aforismi  sull’ INTENTO (INTENZIONE, INTENZIONALITà… )

Share

“L’intento è l’abilità di essere causativi in modo consapevole”. – P. Paris

Il tuo corpo è un essere errante… E la sua esistenza è errabonda.
Il suo andare è intermittente , fluttuante…
Non ha un proposito , va e viene .
… Solo un proposito inflessibile può farlo cambiare.
… Il proposito inflessibile si ottiene concentrando tutta l’ energia che si possiede , poca o molta che sia , in un solo preciso proposito.
Un proposito è fatto da intenti .
Questa concentrazione e la disciplina brutale necessaria per non perdere di vista un solo istante detto proposito , è la volontà .
La volontà in tutta la sua pienezza crea un intento inflessibile .
Un atto consapevole genera la coscienza di essere …
(D. Solarzano)

Abbandonate ogni intenzione, esercitatevi nella non-intenzionalità, e lasciate agire l’Essere. Questa Via è inesauribile, senzafine”. (Tratto da: “La meravigliosa arte del gatto”) 

.

Aforismi  sull’ INTENTO (INTENZIONE, INTENZIONALITà… )

Intendendolo, ma non con i pensieri,” disse. “Intendilo con il tuo intento, che è lo strato al di sotto dei pensieri. Ascolta attentamente, cercalo sotto i tuoi pensieri, lontano da essi. L’intento è così distante dai pensieri che non possiamo parlarne; non possiamo neanche sentirlo. Ma sicuramente possiamo utilizzarlo.” Taisha Abelar – Il Passaggio degli Stregoni

Di recente ho realizzato che non comprendiamo pienamente la natura dell’intento. Temo che lo stiate confondendo con le intenzioni ed è un trucco intelligente dell’Aquila far sembrare simili due parole, ma che essenzialmente sono opposte. E ‘stato spesso detto che la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, e mentre l’interpretazione di tale mitica località è assolutamente sbagliata, il sentimento espresso è assolutamente corretto.

Guardalo in questo modo: non diventerai mai un essere eterno tramite le buone intenzioni, ma solo tramite un inflessibile intento, e se non vedi la differenza andrai a tentoni, senza riuscirci perché le intenzioni sono le cose che vuoi e speri e pianifichi di fare, ma l’intento è l’immagine incrollabile conservata nel centro del tuo cuore e della tua anima – il paradigma su cui tutto ciò che pensi o fai diventa un riflesso provocato dallo stesso paradigma, sì? Si tratta di un meta-fisica parte di te, invisibile a occhio nudo, ma non meno reale di fegato o milza, e se non lo utilizzi al suo massimo potenziale, l’evoluzione del vostro sé è incompleta, dis-articolato come un corpo senza un cuore, lo vedi?

L’intento è il lato attivo della lucidità, una visione incrollabile tenuta saldamente nella mente, che funge da interfaccia diretta dello stregone tra domanda e risposta, la sonda metamagickal o prodotto applicato al Tutto onnisciente come mezzo per estrarre le conoscenze specifiche necessarie per raggiungere la manifestazione dello stesso intento, ma è la causa della richiesta quantica della volontà – non la volontà, ma senza di essa la volontà non potrà mai manifestarsi, perché senza intento la volontà non ha nulla da rendere manifesto, niente da creare, nessun semi per coltivare; l’intento è l’obiettivo / visione che lo stregone proietta incessantemente sullo schermo silenzioso dell’eternità finché l’eternità rifletterà la volontà del mago concedendogli le informazioni necessarie per raggiungere l’evoluzione prevista. L’intento non scende a compromessi. Non cede alla ragione o al buon senso. Può essere convocato in modo chiaro, istantaneamente e in maniera impeccabile in tutti gli stati di consapevolezza invocando la parola Intento.

I concetti quantistici con cui sono costruiti altri mondi possono fornire le chiavi per la terza attenzione o altrettanto velocemente chiudere la porta per sempre se si considerano banali o solamente come un altro mistero senza soluzione, e questo è un altro motivo per cui il vostro intento dovrà essere delineato in maniera impeccabile con il coltello più affilato, una visione estrapolata dal Nulla che si accende nei momenti di dubbio o confusione. L’intento è lo strumento che fai scorrere sulla rete di informazioni non-locale per creare una sinapsi in sintonia tra la domanda del brujo e la risposta evolutiva, l’incrocio dove la visione diventa manifestazione attraverso la manipolazione di materia /energia utilizzando lo strumento invisibile dell’intento stesso. Si tratta, molto semplicemente, del punto di sovrapposizione della visione e della creazione, posto in essere utilizzando la domanda per ottenere una risposta che è in accordo con la visione inflessibile.

Della Van Hise – sito

L’intento secondo la Tradizione Tolteca
Tratto da: Una via iniziatica. E Martin mi presentò Gesù di Paolo Oddenino Paris

Possiamo definire l’Intento in molti modi, ma la definizione che mi piace di più è questa: “L’intento è l’abilità di essere causativi in modo consapevole”.
E fuori dubbio che ogni essere umano sia causativo nella propria vita sin nei dettagli, ma quasi mai lo è in modo consapevole. Acquisire l’abilità di diventarlo consapevolmente lo pone nella condizione di scegliere e decidere in ogni momento ciò che realmente vuole. Ed ottenerlo.
Nel libro Infiniti Risvegli ho cercato di spiegare come l’Intento si differenzi dalle normali intenzioni che ogni persona si propone.
Le intenzioni sono generate dalla considerazione di più punti di riferimento ed attuate mediante un pensiero logico. Certamente le intenzioni occupano un grande spazio nella coscienza della persona, ponendola di fronte a se stessa ed al mondo, in modo che essa possa determinare il proprio comportamento al fine di giungere alla realizzazione di un pensiero pensato.
L’Intento, diversamente, non si serve di alcun punto di riferimento ma, attraverso la pratica e l’allenamento, permette alla persona di raggiungere la meta stabilita servendosi di un’energia illimitata.
II “segreto” dell’Intento è proprio il fatto che esso, quando espresso, non incontra più ostacoli dovuti ad incertezze, insicurezze, dubbi, ma, allineandosi all’energia dell’Intento Assoluto, unisce la persona all’oggetto di attenzione.
È quindi una “linea diretta” tra la persona e ciò che ella vuole.
Nella cultura occidentale esiste una grossa confusione riguardo a quanto sia lecito desiderare e quanto non lo sia. Sin dai primi anni di vita al piccolo uomo viene insegnato ad avere dei buoni propositi ed a realizzare gli stessi mediante il sacrificio. In questa modalità di approccio alla vita, l’influenza del cattolicesimo è stata enorme.
Molte persone ritengono che avere un Intento inflessibile costi sforzo e sacrificio, ritenendo che esso sia simile ai buoni propositi. Fortunatamente non è così. L’Intento è un’energia libera, percepibile e maneggiabile da chiunque conosca le metodiche necessarie. Non richiede nessun sacrificio poiché, in quanto energia, esiste indipendentemente dal pensiero dell’essere umano.
L’abilità nel manipolare l’Intento consiste prima di ogni altra cosa nel saper percepire la sua propria energia e nel veicolarla.
Dai buoni propositi e/o dalle buone intenzioni, la persona difficilmente riesce a passare in modo naturale alla loro realizzazione, perché propositi ed intenzioni sono quasi sempre oggetto di giudizio.
Se un proposito viene considerato negativamente secondo la morale acquisita, esso è destinato a fallire. Un esempio: “Mercoledì voglio andare a spasso nei prati”. Nulla di male in questo, ma se mercoledì è una giornata lavorativa, il senso di colpa che la persona proverebbe per non compiere il proprio “dovere”, le impedirebbe di soddisfare il proprio proposito.
Vero è che un proposito non necessariamente deve essere realizzato e che può essere cambiato in qualunque momento, ma quando esso si trasforma in un’intenzione, cambiarla o annullarla significa perdere energia, cadere in uno stato di frustrazione e conseguentemente abbassare la stima di se stessi.
La Tradizione Tolteca considera l’Intento un’abilità efficacissima a disposizione del guerriero per raggiungere le mete che si prefigge. In questo contesto non si fa nemmeno menzione alla morale o all’etica, poiché è dato per scontato che la vita stessa del guerriero sia inappuntabile sotto ogni punto di vista.
Perché una persona possa applicare in modo soddisfacente l’Arte dell’Intento, occorre però che abbia ben chiari i propri obiettivi. Uno stato di confusione, la permanenza nel dubbio o anche la semplice indecisione, saranno di ostacolo alla realizzazione dell’Intento.
Ho detto realizzazione dell’Intento e non della meta a cui l’Intento si rivolge.
Realizzare l’Intento è la parte più complessa, raggiungere la meta attraverso l’intento è invece la naturale conseguenza.
Apprendendo l’Arte dell’Intento, la persona pone subito in opera le tecniche per comprendere prima qual è veramente la meta che vuole raggiungere e poi per percepire l’energia dell’Intento all’interno di sé e dirigerla consapevolmente.
La prima parte del lavoro deve essere quindi rivolta ad un’analisi di se stessi, in modo da chiarire quali sono realmente le proprie esigenze e successivamente, mediante una serie di esercizi specifici, imparare a percepire l’energia dell’Intento per poterne fruire a volontà.
L’allineamento dell’Intento personale all’Intento Cosmico diverrà allora molto semplice poiché saranno ormai chiare le metodiche e le applicazioni

Si deve tenere in mente che è l’intento che ci fa percepire, e il potere personale è il prodotto della percezione. L’intento è definito come la sola e unica forza presente in tutto l’universo – è semplicemente la volontà inflessibile, o lo scopo dell’Aquila. L’intento è presente all’interno di tutte le forme di vita, organica così come inorganica, e per questo ovviamente si manifesta in una visione caleidoscopica di variazioni e differenziazioni. Il vero scopo dell’essere umano è imparare come aprirsi e dirigere la forza dell’intento, che si tiene saldamente unita alla consapevolezza dell’uomo così come si trova dentro la consapevolezza dell’Aquila stessa. L’intento quindi non è una forza strana e aliena, ma la giusta eredità dell’uomo. Ognuno di noi è nato con l’abilità di sviluppare l’intento al suo massimo potenziale. (Rif: Theun Mares – Il Ritorno Dei Guerrieri)

Tutto quello che sappiamo è che l’intento è la chiave, ma è proprio questo che è così sconcertante, perché quando l’intento viene messo a fuoco diventa invisibile, poiché, quando viene esaminato, ha la particolarità di sembrare il nulla. (Rif: Theun Mares – Il Grido Dell’Aquila)

A questo proposito è importante sapere che il nostro intento si attiverà e rafforzerà ciò su cui ci stiamo concentrando. Se noi ponessimo la nostra attenzione sul fallimento, intenderemmo il fallimento, ma se noi ci concentrassimo sul successo, allora intenderemmo il successo. E’ così semplice che la reazione naturale è quella di pensare che non possa essere così facile e semplice. Ma pensando questo, stiamo già intendendo che dovrebbe essere più difficile e complicato. (Rif: Theun Mares – Il Grido Dell’Aquila)

In primo luogo, vi è quella che può essere definita consapevolezza intrinseca, che risiede proprio al centro di tutte le forme di vita. Si tratta di una consapevolezza che sembra essere il tessuto stesso della vita manifesta, ed è la fonte di quella forza universale che riconosciamo come intento. Si tratta di una consapevolezza che è la semplicità stessa, eppure allo stesso tempo dimostra un’intelligenza che stranamente non differisce da quella conosciuta dall’uomo. (Rif: Theun Mares – Il Grido Dell’Aquila)

In altre parole, il nagal sta focalizzando il suo intento verso lo sconosciuto, e la verità che emerge, è che il potere dell’intento evidenzierà tutto ciò su cui viene messo a fuoco. Di fatto, l’intento non porta semplicemente avanti ciò su cui si è focalizzato, ma in realtà lo materializza! Rendetevi conto che il nagal inizia con uno scopo sul quale focalizzare il proprio intento. L’intento diventa allora una pressione esercitata sulla mente e, a causa di questa pressione, avviene la manifestazione cosicché lo scopo del nagal si possa materializzare. E’ per questa ragione che si afferma che c’è un’unica forza che pervade tutto l’universo – l’intento – e che questa forza è onnipotente. (Rif: Theun Mares – Il Grido Dell’Aquila)

Ci sono tanti modi diversi in cui possiamo definire l’intento, ma come ho già detto non conosciamo a sufficienza l’intento per poterlo definire con precisione. L’unica cosa si conosce veramente è che l’intento funziona e, di conseguenza, abbiamo una certa conoscenza degli effetti dell’intento. Ma esattamente che cosa è e come funziona, non lo sappiamo. Tutto quello che sappiamo riguardo l’intento compete a ciò che in realtà è la forza dell’intento. Dicendo questo, per essere chiari, sto puntualizzando l’importanza di essere in grado di distinguere tra ciò che possiamo definire, puro intento, in contrasto alla nostra esperienza dell’intento all’interno della manifestazione. In altre parole, la forza dell’intento è l’effetto dell’intento all’interno della manifestazione, ed è questa forza che è responsabile per la manifestazione di quel particolare aspetto del potere definito il potere creativo del Vuoto. (Rif: Theun Mares – Shadows Of Wolf Fire)

Abbandonate ogni intenzione, esercitatevi nella non-intenzionalità, e lasciate agire l’Essere. Questa Via è inesauribile, senzafine”.
La vecchia gatta aggiunse poi qualcosa di stupefacente: “Non crediate che quanto vi ho appena detto sia quanto di più elevato esista. Poco tempo fa, in un villaggio vicino al mio viveva un gatto che
passava le sue giornate a dormire. Non c’era niente che lasciasse
supporre la benchè minima forza spirituale in lui. Era sempre là,
sdraiato come un pezzo di legno. Nessuno l’aveva mai visto prendere un topo. Là dove dormiva e viveva, così come nei dintorni, non
c’erano topi. Un giorno andai da lui e gli chiesi come si doveva interpretare questo fatto: non vi fu alcuna risposta. Per tre volte ancora gli posi la stessa domanda: egli continuò a tacere, non perché
non voleva rispondere, ma perché, con tutta evidenza, non sapeva
cosa dire. Fu così che compresi che “Colui che sa qualcosa, non la
conosce”. Quel gatto aveva dimenticato sé stesso, ed allo stesso
modo tutte le cose attorno a lui: era diventato “nulla”, avendo raggiunto il più alto grado di non-intenzionalità. Egli aveva trovato,
senza alcun dubbio, la divina Via del Guerriero: Vincere senza uccidere. Io sono ancora lontana da lui”.
(Tratto da: “La meravigliosa arte del gatto”)



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :