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Africa /Istruzione è libertà !

Creato il 30 maggio 2011 da Marianna06

   L’ IMPORTANZA POLITICA DELL’ALFABETIZZAZIONE DI MASSA

 

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Anche se è impegnativo, educare gli adulti in Africa è sinonimo di sviluppo certo. E costituisce, senza ombra di dubbio, la carta vincente per eccellenza.

Ma ,a quanto pare, i governanti hanno fatto e continuano a fare,a tutt’oggi,  su questo versante ,orecchie da mercante.

L’argomento già fu oggetto di discussione, nel gennaio del 2006, a Bamako, da parte

dei capi di Stato e di Governo africani.

La risposta che emerse, allora, dal dibattito fu di natura prevalentemente economica.

Infatti, nella Dichiarazione di Bamako, documento finale dei lavori, tutti gli Stati africani

si erano impegnati, nei rispettivi propri bilanci, a mettere a disposizione del settore educativo

almeno il 3% del budget nazionale.

Da allora ad oggi è forse giunto il momento di verificare l’applicazione di quanto fu allora ottimisticamente dichiarato.

Ed è quello che possiamo vedere ed emerge nettamente, luci ed ombre, ma più ombre che luci, da uno studio,pubblicato di recente, per conto dell’ONU, dal titolo:”West Africa’s literacy challenge”.

Quella che dal 2006 fu salutata come una vera sfida epocale,a guardare i dati dello studio, è stata in realtà quasi ovunque disattesa. Esistono isole felici certamente ma il merito non è di chi si era assunto, a suo tempo, piena responsabilità sul da farsi. Più che scuole pubbliche funzionano, lì dove funzionano, le scuole cattoliche, che sono quasi sempre e solo presenti nelle missioni.

In particolare un certo disagio s’avverte, specie a proposito di analfabetismo degli adulti, nell’Africa occidentale,ad esempio, mentre per le ottime potenzialità del territorio si potrebbe sviluppare invece un autentico meccanismo virtuoso atto a favorire il benessere delle popolazioni locali.

Infatti in Africa occidentale,cifre alla mano, ci sono il 40% di adulti sopra i vent’anni, che ancora non sanno né leggere, né scrivere.

E tutti sanno che le prime ad essere deprivate dell’istruzione,dovendo fare una scelta da parte delle famiglie per ragioni strettamente economiche( in Africa studiare costa e costa anche parecchio dai libri, alle tasse e alla divisa!), sono le donne.

Pieno medioevo  insomma .

L’uomo da noi è andato sulla Luna, la tecnologia a livello planetario fa di continuo passi da gigante e spesso c’imbarazza, le distanze tra Nord e Sud del mondo si sono notevolmente accorciate ma per la donna africana, in certi contesti, non c’è davvero niente di tutto ciò.

Rispetto alle loro nonne e alle loro mamme non è cambiato nulla.

E i Paesi con il più basso tasso di alfabetizzazione, sempre a detta dello studio in questione, sono il Benin,il Burkina Faso, la Costa d’Avorio, la Guinea Conakry, il Mali, il Niger e la Sierra Leone.

Tutti con un tasso variabile, che oscilla dal 49% per la Costa d’Avorio, di cui conosciamo le recenti, e anche non recenti, drammatiche condizioni di vita a causa di prolungati periodi di guerra civile, al Mali con il 23%.

Tra i Paesi virtuosi lo studio segnala piuttosto Capo Verde con l’80% di alfabetizzati(ma la cosa era nota per via di alcuni progetti-pilota) e, nell’Africa continentale, il Ghana con il 64%(vedi anche post precedente sempre sul tema dell'istruzione).

Le ricadute favorevoli dell’adulto alfabetizzato, ed in particolare della donna, che in Africa è soprattutto madre, sono comunque incalcolabili .

E questo vale sia perché la madre africana, acquisite certe nozioni anche di educazione sanitaria, perché persona capace di leggere e scrivere, riduce di moltissimo quella che è la mortalità infantile,piaga endemica purtroppo, sia perché difficilmente non indirizzerà i propri figli, maschi o femmine che siano, a frequentare la scuola.

Se poi si vuole affrontare il versante politico della “cosa”, senz’altro anche le scelte elettorali di una persona alfabetizzata saranno fatte con maggiore oculatezza e potrebbero sortire risultati differenti,aprendo magari  gradualmente la strada ad un’autentica democrazia.

In definitiva il disimpegno dei politici, nei confronti dell’istruzione popolare e non, un po’ in tutta l’Africa, riflette chiaramente la volontà di non consentire alla gente di poter gestire con intelligenza e mezzi economici adeguati il proprio futuro.

La povertà economica è decisamente condizionante. E l’ignoranza la favorisce .Non consente di guardare più in là del proprio naso .Genera apatia, assuefazione. E, in questo caso, ai potenti i poveri fanno proprio comodo.

Mi viene in mente ,ad esempio, lo Zimbabwe di Mugabe o l’Eritrea e la Somalia d’oggi,terre martiri.

In certi villaggi, dove non c’è nulla da mettere sotto i denti, a causa della siccità e della conseguente carestia,s’arriva perfino a masticare un sasso per ingannare la fame.

Ed è vero.

Perché meravigliarci e spaccare il capello in due, nelle sedi competenti, se poi da certi Paesi d’Africa si scappa e si rischia la vita sulle note “carrette” del mare ?

Che fare?

L’invito a tutti coloro che operano in Africa per la gente d’Africa è quello di favorire progetti che riguardino soprattutto l’alfabetizzazione  degli adulti.

In quanto saper leggere e scrivere è sempre  autentica libertà.

 Libertà che, in Africa, ancora non tutti hanno.

 

   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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