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Agitu /Una donna pastore coraggiosa /Una storia d'immigrazione a lieto fine

Creato il 27 gennaio 2015 da Marianna06

 

       

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La protagonista di questa storia “vera” è nata e vissuta in Etiopia con la propria famiglia fino a quando ,terminate le scuole superiori, per completare gli studi, decide di venire a frequentare l’università in Italia.

La motivazione che la spinge a farlo è l’interesse culturale, e in parte anche  affettivo, che prova per il nostro Paese per via dei tanti racconti ascoltati dagli anziani e legati al periodo della nostra presenza d’italiani in Africa orientale.

Infatti, Agitu, questo è il suo nome, si stabilisce in Italia, grazie a una borsa di studio meritatissima, e si laurea a pieni voti in Sociologia, alla Sapienza di Roma.

Entusiasta del successo conseguito negli studi rientra in Etiopia e decide, come lei ritiene giusto, di occuparsi di quelle fasce di popolazione, che vivono ai margini di una società, specie quella urbana, che ormai si sta dando un grande da fare sulla via della modernizzazione.

E che insegue un consumismo di maniera, allettata dall’idea che solo quello è il  progresso.

Le campagne, invece, quelle cui Agitu dedica tutto il suo impegno da mattina a sera (leggi la gente dei villaggi), sono sempre di più vittime del land grabbing in quanto per le autorità locali le terre sono pura speculazione economica da vendere al migliore offerente straniero ( multinazionali ben accreditate) per l’industria dell’agro-alimentare mondiale.

E, soprattutto, non c’è più sordo di chi non vuol sentire. Gli affari sono affari.

Difendere  i piccoli contadini in un contesto del genere, pertanto diviene un’impresa al limite dell’ impossibile, pur mettendoci  buona volontà e spirito di sacrificio.

Così ad Agitu non resta che fare di nuovo le valige e ritornare in Italia, di cui per altro ha grande nostalgia.

La famiglia emigra in California e la vorrebbe con sé ma la bella etiope, determinata e coraggiosa, e probabilmente anche un po’ ribelle, ha le idee chiare e sa quello che desidera per il proprio futuro lavorativo.

In Italia nulla è facile ma Agitu non si scoraggia.

Viene a sapere di alcune terre dismesse nel Trentino, che potrebbero fare al caso suo. Con un gruzzolo, che ha portato con sé, acquista subito un gregge di capre e si stabilisce tra i monti, trasformandosi in una donna-pastore.

Nelle tradizioni etiopiche esiste da sempre l’attività del pastore nomade e Agitu la sposa in pieno.

I sacrifici, specie agli inizi, sono tantissimi in quanto i mezzi economici sono molto modesti.

Oggi, però, Agitu non solo produce latte di capra squisito ma anche formaggi preziosi. E ha trovato anche il giusto canale commerciale nello stesso Trentino.

Parliamo del territorio del distretto della Val di Gresta. Lì si appoggia ai cosiddetti GAS e cioè i gruppi di acquisto solidale, che ormai le prendono quasi l’intera produzione.

Considerati i  risultati positivi, la nostra donna-pastore,che ormai in moltissimi conoscono, ha affiancato alla produzione di latte e  di formaggi di capra artigianali anche l’attività di una pollicoltura. Le galline, in questo modo, si cibano degli scarti della produzione casearia e nulla viene sprecato. Semmai tutto si ricicla.

E, allora, anche le uova di Agitu vanno a ruba.

Dal piccolo al grande, con modestia e abnegazione, Agitu, poiché ha tutti i numeri, farà certamente ancora parecchia strada. E un giorno, neanche molto lontano,  chissà, sarà la padrona di una vera e propria fattoria “modello”.

Cosa che noi le auguriamo di cuore.

 

            Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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