Magazine Viaggi

Aki Kaurismäki e il suo nuovo film Le Havre

Creato il 30 giugno 2011 da Witzbalinka

Cinque anni dopo il suo ultimo film, lo straordinario e molto particolare Le luci della sera, gli appassionati di buon cinema possono tirare un sospiro di sollievo dopo la presentazione all’ultimo Festival di Cannes di Le Havre, nuova opera del finlandese Aki Kaurismäki. Sempre fedele al suo stile, la conferenza stampa del Festival ha regalato più di un momento curioso, come quando, dopo essere stato ripreso per aver acceso una sigaretta, il regista l’ha riaccesa poco dopo, ricevendo un’altra strigliata a cui ha risposto che si trattava di una sigaretta elettronica, e che poteva spegnerla solo con un posacenere elettronico, o ancora quando ha approfittato di una pausa in una domanda per dire che trovava che tutto a questo mondo fosse ironico.

aki kaurismaki

Ironia, distanza e inespressività sono solo alcune caratteristiche dello stile del finlandese – quasi insopportabilmente duro – , e conferiscono alle sue opere una particolare tenerezza che riesce in qualche modo ad umanizzare il mondo, che però resta pur sempre crudele, spietato, malvagio, un luogo in cui gli uomini sono condannati a sofferenze non necessarie, causate dalla stupidità, dall’egoismo, dall’avarizia e dalla perversione. Nonostante questo quadro piuttosto scoraggiante, lo spettatore stranamente esce spesso confortato dalla visione dei suoi film, anche se sono poche le pellicole che incitano così apertamente al suicidio e alla disperazione. È tutto merito, ovviamente, del lato estetico, sia per come viene interpretato il copione, sia per le inquadrature, sempre perfette e riuscitissime. Come nei lavori di Bresson, Jarmusch o del primo Leigh, i lunghi silenzi e l’incomunicabilità del personaggi creano nuovi spazi dove è possibile un nuovo incontro tra le persone, un incontro capace di dare loro forza sufficiente a resistere alle brutali offerte di un mondo crudele e senza scrupoli. Da questo punto di vista, i suoi film sono in qualche modo agnostici, riaffermano la malvagità e la corruzione di questo mondo materialista ma suggeriscono allo stesso tempo che esiste una scintilla divina ben nascosta al suo interno, che ci permette di intravedere e persino raggiungere, anche se per poco, la vita vera e propria.

Forse l’arte è fatta essenzialmente per salvarci dal mondo, o almeno così è nei film di Aki Kaurismäki., ma lui non lo fa evadendo verso paradisi artificiali ma paradossalmente immergendosi in pieno nei suoi lati peggiori, e creando da tutto questo un’estetica del tutto personale.

Non per niente ha diretto nel 1992 un bellissimo e desolante film in bianco e nero, come quest’ultimo, uno dei migliori adattamenti di sempre del libro cult Scene della vita di bohème, di Henry Murger – a cui si ispirò Puccini per La Bohème -, il cui protagonista è l’attore principale anche in Le Havre. Come ha detto lo stesso Kaurismäki, questo è un ammiccamento a un film che non ha visto nessuno in un film che non vedrà nessuno, ma siamo certi che su quest’ultima cosa si sbaglia di grosso.

 

Paul Oilzum Only-apartments Author
Paul Oilzum

Nonostante l’universalità dei suoi film, si è spesso detto che Aki Kaurismäki è il regista che meglio è riuscito a descrivere particolari aspetti essenziali della società finlandese, e vedere qualcuna di queste opere è un invito ad affittare appartamenti a Helsinki

Contattami 

Anna Only-apartments Translator
Tradotto da: Anna
Contattami


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :