Magazine Politica

Al ballottaggio ha vinto la Sinistra o ha perso la Destra? “Se Atene piange, Sparta non ride”

Creato il 02 giugno 2011 da Lupoantonio

politica-destra-sinistraE i risultati del ballottaggio sono arrivati. La Moratti è fuori. Si sente dire che Pisapia e la Sinistra hanno vinto, che finalmente il Paese si sta svegliando ed è libero, che adesso Berlusconi è “cotto”, che la Destra sta iniziando la sua parabola discendente.
Io credo che ciò che manca in questo Paese (ma forse anche nel resto del mondo) è l’acutezza mentale. Nessuno si pone domande, nessuno dice nulla, se nominassero ministro un pavone nessuno protesterebbe.
Innanzitutto bisognerebbe osservare bene e non limitarsi a “vedere” ciò che accade. Non è la Sinistra che ha vinto, è la Destra che ha perso. Anzi, a dirla tutta, hanno perso tutte e due.

Pare che nessuno faccia caso a ciò che combinano i politici: negli ultimi 10-15 anni (o forse anche prima, ma la mia giovane età limita parecchio l’esperienza diretta) abbiamo avuto una sorta di ping-pong politico per il quale si sono alternati

governicchi dell’una e dell’altra parte, quasi come in un gioco di bambini dove alla fine non vince nessuno ma tutti sono contenti. In questo caso i “tutti” sono i politici, sono loro che si dividono la torta scegliendo le fette migliori e lasciando agli elettori le briciole, e gli elettori – che non sono stupidi, ma solo stanchi e distratti – non se ne rendono conto.
La politica di oggi è teatrino, è varietà, è uno spettacolo con tanto di “scaletta” che viene seguita scrupolosamente: vince un partito, l’opposizione critica ogni sua decisione, il partito non “riesce” a governare e gli elettori dello stesso ne restano delusi. Il risultato è che non vanno a votare alle elezioni successive, mentre l’opposizione riceve gli stessi voti avuti in precedenza e quindi “matematicamente” sale al governo. A questo punto si ricomincia il giro scambiandosi i ruoli: il governo di prima diventa opposizione e viceversa, in un cerchio che non finirà mai se qualcuno non lo spezza prima.

Quello che gli elettori non riescono a vedere è che il sistema politico di oggi è talmente marcio che è impossibile che cambi da sé e nessun partito di quelli esistenti ci proverà mai. Ci fanno credere che cambieranno le cose, ci dicono che “lavorano per noi” ma alla fine da Berlusconi a Di Pietro, da Bersani a Vendola, non ce n’è uno che si salvi, sono due facce della stessa medaglia. Il guaio è che siamo talmente occupati a “tirare a campare” da non accorgerci che sono proprio loro la causa dei nostri affanni.
Immaginate per un attimo di non avere alcuna preoccupazione al mondo e di avere tantissimo tempo a disposizione. Accendete la tv in compagnia di vostro figlio e gli spiegate un pò come funziona la politica. Vi accorgerete subito che coloro che dovrebbero guidarci, coloro che dovrebbero essere “i migliori” fra il popolo, scelti dal popolo stesso per guidarlo, sono in realtà il peggiore manipolo di politicanti che pensa solo ai propri interessi personali.
Notiamo che i partiti sembrano quasi “habitat naturali” nei quali nascono, crescono e si riproducono intere famiglie che si passano fra loro poltrone, titoli e quant’altro e, come se non bastasse, spesso, per assicurarsi di non “uscire dal giro”, gli stessi familiari si smembrano fra partiti avversari. Già questo dovrebbe bastare a farvi spegnere la tv e a insegnare a vostro figlio di non diventare mai come loro.

Ma non è finita qui. Tralasciando ciò che i politici non fanno per il Paese (e ridurre questo ad un dettaglio è già di per sé grave), c’è un altro settore pieno di assurdità sconvolgenti e mi riferisco ai “privilegi dei politici”.
Tanto per dirne una, lo stipendio mensile di un politico (che non si chiama neanche stipendio ma “indennità”) è pari a quanto guadagnerebbe un operaio in un anno di lavoro – basti pensare che i membri del Parlamento guadagnano 14.000 euro mensili mentre i Senatori 14.500 – senza contare che con trentadue mesi di lavoro hanno diritto a pensioni esorbitanti.

A questo punto credo sia chiaro il titolo dell’articolo, frase famosa che si riferisce alle città greche dopo le logoranti guerre del Peloponneso dalle quali uscirono entrambe disastrate nonostante “tecnicamente” Sparta fosse vincitrice. Dall’Antica Grecia alla politica italiana di oggi il passo è breve, la vera differenza la possono fare gli elettori spezzando il cerchio e smettendo di dare la possibilità a tutta la classe politica di derubarci.
Come? Mai risposta fu più semplice: disertando le urne alle prossime elezioni.

Written by Rossella Vicidomini



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :