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Al “Bohémien Café” – Intervista esclusiva a Blanche Lenoir

Creato il 01 febbraio 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

a cura di Eve Delirio

“Femmina”.

E’ questa la parola che ti monopolizza il cervello quando la vedi arrivare.

Blanche. Bianca come è bianco l’ammirevole silenzio della neve.

Blanche Lenoir. Gambe accavallate e una cascata di capelli neri con coi gioca, sorniona. Blanche è Femmina.

Carne, cipria compatta e Desiderio. Blanche Leonoir.

Una delle performer di Burlesque più famose in Italia.  Perché usare il termine “ballerina” non sarebbe del tutto esaustivo. Il Burlesque è innanzitutto uno spettacolo. Erotismo e Ironia shakerate e servite in una deliziosa coppa per champagne. Burlesque è Seduzione epurata da ogni volgarità. In definitiva “Burlesque- agitatevi bene prima dell’uso”.

Blanche Leonoir mi sorride. E attende. Con quelle sue interminabili ciglia lei mi attende.

E’ il suo lavoro saper incarnare il sogno proibito di ogni uomo abbastanza onesto da ammetterlo.

E…beh, il suo mesitere lo sa fare dannatamente bene.

Eve: Ovviamente, in un caffé letterario di fine ’800 non posso che chiederti cosa bevi…offro io…

Blanche: Per me un infuso alla liquirizia. Io adoro la liquirizia.

E: Il tuo nome mi incuriosisce. Da cosa deriva?

B:Inizialmente c’era solo “Lenoir”. La mia tesi aveva argomento Edgar Allan Poe, il poeta innamorato della Lenore e il nero è il mio colore preferito…da qui il gioco di parole. Poi, tempo addietro, ho portato una ciocca di capelli bianchi e così ho aggiunto il “Blanche”. Nero e Bianco. I due opposti. Il saper incarnare le due facce della medaglia.

E: “La nostra era una pantomima rassicurante. Denudarsi per noi era la stessa cosa che sottrarsi.” Questa è una frase di Rosa Fumetto, ballerina del Crazy Horse. Qual è la tua visione di questa affermazione?

B: La ballerina di Burlesque si concede al pubblico, eppure resta distante. Hai la sensazione di poterla toccare, di poterla avere, e, tuttavia, una parte di te sa bene che non è così. E’ un sogno quello che ti offre. Una visione.

E: Se dovessi scegliere una sola parola per definire il Burlesque, quale useresti?

B: Seduzione. Seduzione e Femminilità. In una società in cui spesso le donne sono chiamate a mostrare il loro lato più forte, talvolta aggressivo, si finisce col giocare poco con la seduzione. Burlesque è saper sedurre un uomo, il proprio uomo, ma anche chiunque ci stia attorno. Attraverso i modi, attraverso l’eleganza, anche si trattasse di un semplice accavallamento di gambe.

E: Che consiglio daresti a una donna per sedurre un uomo?

B: Lasciarsi andare. E’ tutto nell’ atteggiamento. Riscoprire la donna che è in ciascuna di noi. Essere più “morbida”, più accattivante.

E: Quali sono gli elementi essenziali che deve possedere una vera performer di Burlesque?

B: Mettersi in gioco. Il Burlesque non richiede un corpo o un viso perfetti, ciò che conta è il modo in cui si “indossano” le proprie curve. Saper essere allegre, spiritose,  perché il Burlesque è anche ironia.

E: In una società popolata da veline, cosa ti ha fatto avvicinare ad un genere tanto particolare e, in un certo qual modo, elitario?

B: Sono sempre stata attratta dal mondo degli anni ’50, dalla figura della pin-up, dalla grandi dive. Queste ultime, in particolare, sapevano essere eleganti, magnifiche nell’ abbigliamento, nelle acconciature. Elitario…no, purtroppo direi che un tempo lo era… ora si parla con troppa facilità di performance burlesque, ma poi vengono proposti spettacoli che di burlesque non hanno proprio nulla. Sono spogliarelli a buon marcato, ma tutta la parte artistica viene meno con troppa facilità. Non ci si improvvisa performer burlesque, quello è solo uno strip-tease.

E: I costumi, corpetti, reggicalze, palloncini perfino, sono un elemento essenziale, imprescindibile, del tuo spettacolo. Tu incarni un personaggio, un modello, una fantasia. A cosa ti ispiri nello scegliere la storia da interpretare su un palcoscenico?

B: Per me è necessario pensare ad una storia, immaginarla e poi farla vivere al mio pubblico. Di solito, il tema che preferisco è quello della “femme fatale”, della donna “noir”. Spesso tutto si origina dalla musica e passa attraverso la collaborazione con i miei costumisti. Una performer burlesque è un’attrice. Non sono io a spogliarmi, lo fa il mio personaggio. Noi creiamo dei mondi entro cui lo spettatore può calarsi.

E: Allora, forse, il Burlesque ha a che fare con la nostalgia. E’ il sognare quello che non si può avere. Il desiderare follemente un personaggio che, comunque, non si potrà raggiungere…

B: Lo spettacolo è una forma di rivincita. Di solito lo show è diviso in due parti: la prima in cui viene presentato il personaggio e la seconda in cui avviene la seduzione, attraverso i movimenti e uno strip che non è mai, mai, integrale. Tu vivi attraverso il tuo personaggio, sia che si tratti della dolce infermiera, sia che tu stia indossando i panni della vedova senza scrupoli che ha assassinato il marito per soldi. Tutti questi personaggi in realtà esistono e hanno una loro storia e noi, in quel frangente, diamo loro una platea, un applauso, una rivincita, in un certo qual senso. Questa è anche la ragione per cui nessuna donna sarà mai bella quanto una performer di burlesque, perché lo spettatore non sta guardando solo la ballerina in quel momento…lui vede riflessa la sua fantasia.  E questo ha a ben poco a che fare con la bellezza in senso stretto.

E: In ultimo, se qualche nostra lettrice volesse apprendere i primi rudimenti del Burlesque, dove potrebbe trovarti?

B: Io terrò un workshop, il “The Glimmering of Burlesque” qui a Roma, l’ 11 Febbraio, presso il Vertical Dolls Studio. Ci sarà da divertirsi…

 

Nel frattempo, Blanche Lenoir ha terminato la sua tisana. Il suo rossetto rosso è impeccabile e io mi domando come diavolo riesca a restar su in quel modo. Forse, semplicemente, certe ragazze non sono fatte per somigliare a tutte le altre. O, forse, è che la fantasia di donna perfetta che ho ioin testa  è quella di una femmina che non ha mai bisogno di rifarsi il trucco e lei, per un estremo atto di gentilezza, mi sta concedendo di trovarmela davanti agli occhi. 

 


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