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AL CINEMA Lo Sciacallo – Nightcrawler: brividi nelle notti lonsangeline

Creato il 13 novembre 2014 da Masedomani @ma_se_domani

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Lou vaga nella notte, si arrangia, sopravvive, mentre cerca di trovare un lavoro. Le porte in faccia non si contano. Lou non è un super laureato in un ateneo di lusso, non è un manager di qualche multinazionale in cerca di nuove conquiste, è un uomo comune, non dissimile da tanti di noi, che arranca in una società spietata, l’attuale, che ogni giorno porta alla disperazione coloro cui ha mentito, promettendo un posto fisso e l’ascesa verso il successo. Ma Lou ha un’autodisciplina incrollabile, è un acuto osservatore, è intraprendente ed ha uno stomaco di ferro. Queste qualità saranno la sua salvezza.

Una sera l’uomo (col volto di uno strabiliante Jake Gyllenhaal) assiste a un incidente con diversi feriti e incrocia un reporter d’assalto. Una di quelle persone che per vivere ogni notte si sintonizza sulle frequenze della polizia di Los Angeles, corre sulle scene del crimine filmando l’evento per poi rivendere il video al network che offre di più. Lou ha un’intuizione e in un batter d’occhio si getta, con molta determinazione e organizzazione, nella carriera -da autodidatta (!)- di videoreporter. Il suo sodalizio con la sexy e altrettanto determinata Nina (una Rene Russo più che in forma) farà il resto.

Photo: courtesy of Notorious Pictures

Photo: courtesy of Notorious Pictures

“Non si arriva in cima senza sporcarsi le mani” è un detto popolare con un fondo di verità, e il sodalizio tra Lou e Nina ne è la dimostrazione. Il giovane, uno dopo l’altro, raggiunge tutti gli obiettivi che si era prefissato, così come la donna non molla sino a quando conquista l’unico attimo in grado di sigillare una carriera lunga e difficile. “Lo Sciacallo” è una favola moderna, realistica e al contempo un vero schiaffo alla società in cui viviamo. Lou è il ritratto dei trentenni, spietati per necessità; e Nina è la classica donna arrivata che non ha intenzione di venir “pre-pensionata”, quindi tira fuori le unghie e affronta l’agguerrita concorrenza.

Con una trama che porta in trionfo le frasi fatte e i cliché metropolitani e che sancisce la vittoria dei self-made men, grazie al free-download e all’auto-apprendimento a suon di corsi online, “Lo Sciacallo” ha un non so che di beffardo. Inquietante nella storia, che porta una vittima a diventare quasi carnefice; e inquietante nel sottotesto, che fa vincere un uomo che avrebbe dovuto essere un perdente ai limiti dell’emarginazione e, invece, si salva grazie alla caparbietà e comportamenti ai limiti della sociopatia.

Photo: courtesy of Notorious Pictures

Photo: courtesy of Notorious Pictures

La pellicola è inattaccabile, ogni scelta porta a un elogio: colpisce per l’intreccio; per la performance dei suoi protagonisti, in particolar modo quella di Jake Gyllenhaal (il cui sguardo a tratti induce soggezione); per la fotografia che rende ogni inquadratura la versione in movimento di un quadro di Hopper; per i dialoghi freddi, intelligenti ed equilibrati nella lunghezza e nella scelta lemmatica, velati di squisito sarcasmo; e per la colonna sonora, le cui note sono il tocco definitivo in un quadro da brividi.

“Lo Sciacallo” è un film notturno, cupo e buio. Catalizza lo spettatore e stimola la discussione. È un crime-thriller allarmante, è un noir angosciante, è un dramma dal triste realismo. È talmente bello da farci venir voglia di tornare in sala soprattutto quando scopriamo che il regista, Dan Gilroy, è uno sceneggiatore di successo qui alla prima esperienza dietro la macchina da presa.
Evviva il talento, evviva chi osa ed evviva la fantasia, che, talvolta, ci regala gran belle storie.

Vissia Menza


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