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Al mio papà.

Creato il 18 marzo 2013 da Gianna

Al mio papà. Te ne sei andato, discretamente e umilmente come hai sempre vissuto. Te ne sei andato arrendendoti, come poche volte hai fatto nella tua vita, senza clamori e senza disturbare. Ho vissuto con te gli ultimi anni per alleviare la tua solitudine e per renderti meno ostico questo mondo con cui non riuscivi più a stare al passo, nonostante il tuo secolo di esperienza e la tenacia con cui lo hai sempre affrontato e criticato. Spero di esserci riuscita, anche se la tua cronica asserzione di autonomia ti impediva di lasciarti andare completamente alla protezione che ti offrivo.  
Ho imparato tanto da te, anche se spesso ti ho contestato per l’autorità eccessiva e per le pretese di obbedienza assoluta che hai messo nell’educarci e che ancora pretendevi da figli, nipoti e pronipoti. Ho imparato l’amore per la natura, a cui tu ancora dedicavi le poche forze che ti erano rimaste. Mi hai trasmesso il senso di indipendenza e giustizia, la capacità di affrontare gli ostacoli in maniera costruttiva, cercando soluzioni e percorrendo strade alternative. Mi hai insegnato l’umiltà, sinonimo non di inferiorità ma di voglia di conoscere ciò che risulta oscuro, bisogno di chiarezza nella consapevolezza dei propri limiti.
E infine ho ereditato l’onestà che in te era un tratto peculiare. Eri onesto fino al midollo, onesto al punto da subire piuttosto che venir meno ai tuoi princìpi.
E di tutto questo ti ringrazio, un’eredità simile è da tenere ben stretta. Ora che non ci sei più riprenderò in mano la mia vita con ancora maggiore consapevolezza e responsabilità.
Mi dispiace solo che tu non abbia potuto assistere, come auspicavi, alla demolizione di quei personaggi della politica che ogni tanto ti facevano bestemmiare, ma tranquillo, ci stiamo lavorando…….
Ciao papà.

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