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Al suo tavolo da lavoro, Pablo Simò

Creato il 13 agosto 2013 da Unostudioingiallo @1StudioInGiallo
Al suo tavolo da lavoro, Pablo Simòdisegna il profilo di un edificio che non esisterà mai. Come se fosse condannato a fare lo stesso sogno ogni notte, da anni rifà quel bozzetto: un palazzo di undici piani rivolto a nord. Conserva in una cartella la serie di disegni identici, non sa quanti siano, ha perso il conto da tempo; più di cento, meno di mille. Non li numera, però li firma: architetto Pablo Simò, e ci mette la data. Per sapere in quale giorno ha disegnato il primo bozzetto dovrebbe cercarlo sotto la pila di fogli, ma non lo fa; l'ultimo porta la data di quel giorno: 15 marzo 2007. Si ripromette di contarli, prima o poi; disegni dello stesso palazzo, sullo stesso terreno, con la stessa quantità di finestre e balconi alla stessa distanza precisa, sempre con la stessa prospettiva, lo stesso giardino davanti e intorno all'edificio, gli stessi alberi, uno su ciascun lato del portone d'ingresso. Pablo pensa che se contasse uno per uno i mattoni che disegna a mano libera sulla facciata scoprirebbe che in ogni bozzetto la quantità è identica. E' per questo che non li conta, perché ha paura che sia proprio così, ha paura di scoprire che il disegno non lo ripete di sua volontà ma è qualcosa di inevitabile.

CLAUDIA PIÑEIRO, La crepa (Feltrinelli, 2013)



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