Magazine Hobby

Al supermercato, in vacanza, al ristorante come a casa: le buone maniere.

Da Mcc
Buon pomeriggio e ben ritrovati.
Oggi a GioCoLanDia si riflette insieme su un tema di grande importanza: le buone maniere. Spesso assistiamo a strilli e pianti al supermercato, a capricci dei bambini nei luoghi pubblici, alle loro continue richieste.
Cosa che naturalmente infastidisce i genitori tanto quanto l'osservatore che scuote la testa e giudica senza magari conoscere situazioni e motivazioni.
Fare i genitori non è facile: questo nessuno può negarlo.
Porsi dall'alto a giudice e affermare: "se mai avrò un figlio e si dovesse comportare così..." troppo semplice e troppo superficiale.
E' vero che spesso dipende dall'esempio che il bambino riceve che esterna i suoi comportamenti, ma è vero anche che il bambino ha tutte le ragioni di poter esprimere se stesso, magari in un modo che noi adulti consideriamo errato, a prescindere da quanto imparato a casa. Se un bambino piange è perchè vuole comunicarci qualcosa, che si tratti di stanchezza, di noia, di voglia di attenzione poco importa: ci sta comunicando qualcosa. Abbiamo il dovere di scoprire cosa, seppur non sia semplice.
Lo spunto per questa riflessione nasce da una richiesta di consulenza da parte di una mamma che per ovvie ragioni chiameremo A.
Ecco in sintesi la sua richiesta che copio e incollo:
Gentile dottoressa,
chiedo il suo aiuto perchè sono stanca di sentirmi giudicata e dei capricci del mio bambino. Lui ama stare in casa e tutte le volte che usciamo è una lotta. Pianti indecenti, urla e capricci a più non posso. Io mi sento imbarazzata di tutto questo e per di più mi devo sorbire anche le ramanzine di amici e parenti che mi dicono che non sono capace...
Per non parlare di quando la gente passa e mi guarda come fossi una povera incapace. E più provo a tranquillizzarlo e più F. piange e piange mentre mio marito si limita a un "stai buono, adesso basta" ripetuto di continuo senza neppure esserne convinto lui stesso. Così alla fine gli compro qualcosa e la piantiamo lì. Ma la volta dopo si ricomincia!Come posso fare? Dove sbaglio? Sono ancora in tempo per rimediare?
Situazioni come quelle di mamma A. non sono uniche e singolari. Soprattutto adesso che siamo in periodo di vacanza lo stress di dover andare in giro e temere i capricci "in pubblico" è dilemma di molti genitori.
Il piccolo F. piange e ama stare a casa: ovvio che poter rimanere a casa coi propri giochini e il suo spazio protetto è per lui il massimo. Ma quando bisogna uscire occorre mostrare ai bambini una certa decisione e soprattutto ricordarsi che gli dobbiamo una spiegazione. Se spiego al bambino dove e perchè si va, magari anche in modo divertente, sarà più probabile che non si verifichino capricci e pianti. Spesso noi adulti, dando per scontato, prendiamo il bambino e usciamo senza spiegare dove e perchè. Questo potrebbe innervosirlo.
Non lasciamoci influenzare dalle altrui "conversazioni" e/o giudizi: stabiliamo noi come famiglia come gestire questa situazione. Non deve essere l'imbarazzo nei confronti altrui a spingerci a trovare una soluzione ma la voglia di capire i nostri bambini.
Prepariamolo in anticipo del fatto che non si compreranno giochini o premi, o spieghiamo se e cosa potrà scegliere di comprare. E' ovvio che se abbiamo promesso "se fai il bravo ti compro un regalo", dobbiamo ricordare che ogni prmessa è un debito.Non limitiamoci a dire "adesso basta" ma chiediamo come mai e perchè. Proviamo a capirlo. Non urliamo: è importante dare il buon esempio.
Spieghiamo come mai non si urla e soprattutto non si urla quando ci sono molte persone, perchè potremmo disturbare.
Se qualche volta dovesse capitare di cedere a una richiesta ricordiamoci di specificare che si è trattato di un caso eccezionale, altrimenti lo intenderà come abitudine.
E' molto probabile che il piccolo F. abbia compreso che dopo un pò mamma e papà cedono, e che quindi approfitti della situazione.
Ricordatevi anche che i genitori devono, sempre davanti ai bambini, presentare una coesione e condivisione delle scelte sana.
Cercate di rendere tutto un gioco:
e se giocassimo a far la gara fra chi è più bravo più a lungo mentre facciamo la spesa?
e se giocassimo ai colori per trovare quanti colori ci sono nelle scatole dello scaffale?
e se contassimo tutte le cose che mettiamo nel carrello?
I bambini si annoiano se non hanno da fare o se non si sentono coinvolti.
I bambini, opportunamente stimolati e coivolti sono bambini che tendenzialmente riescono a stare più tranquilli ovunque si trovino.
Ricordate infine che a casa le regole non devono cambiare: quello che conta è la coerenza educativa che manifestiamo loro.
C'è sempre tempo per scoprire l'erore e rimediare
Non esistono ricette segrete, o direttive comuni per tutti e tutte le situazioni.
Conta porsi nei panni di un bambino ed essere capaci di trasformare tutto in un gioco fantastico dove si è fra i protagonisti.
Spero questa riflessione comune possa essrvi stataa di aiuto.
Felice serata.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :