Non si fermano le proteste degli studenti albanesi, unitisi nel movimento Për Universitetin, che da mesi manifestano contro la riforma del sistema universitario, voluta dal governo socialista del premier Edi Rama.
Dopo il lancio di uova della settimana scorsa contro l’auto del primo ministro, oggi centinaia di studenti, assieme a molti altri cittadini, hanno marciato nelle strade della capitale Tirana, sfilando dall’università di Korpusi fino al palazzo del governo, dove si è tenuto un sit-in con cori e manifesti contro la nuova, controversa legge dell’istruzione superiore; scopo di questo corteo è stato però anche quello di esprimere il dissenso della cittadinanza contro le recenti violenze delle forze dell’ordine nei confronti dei contestatori, in varie occasioni picchiati e portati con la forza in caserma.
Il provvedimento varato dal governo infatti, secondo gran parte del mondo accademico, non avrebbe come fine la soluzione dei problemi del sistema universitario, ossia le cattive condizioni dei dormitori, la corruzione ed i problemi economici affrontati dagli studenti che sostengono il percorso di studi, bensì quello di favorire gli istituti privati, sostenendoli con contributi statali, provenienti dall’aumento delle rette dell’università pubblica.
Il governo albanese non ha però mai accettato di instaurare un dialogo con i rappresentanti degli studenti, proseguendo per la strada prestabilita e ridicolizzando sui media le proposte dei contestatori i quali, dal canto loro, affermano che le manifestazioni non si fermeranno finché l’esecutivo non accetterà di riscrivere questa riforma, in maniera concertata con la comunità universitaria, in modo da renderla più equa ed efficace.
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