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Albania. Relazione Osce, ‘elezioni pacifiche ma ancora troppe irregolarità’

Creato il 10 settembre 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

albania_elezionidi Giacomo Dolzani

Presenta aspetti sia positivi che negativi la relazione [1], stillata dall’Odihr (Office for Democratic Institutions and Human Rights), una branca dell’Osce (Organization for Security and Co-operation in Europe), relativa allo svolgimento delle elezioni amministrative in Albania, tenutesi il 21 giugno scorso e nelle quali sono stati decisi i nomi di 61 sindaci ed oltre 1600 consiglieri.
Le urne avevano confermando il sostegno della popolazione nei confronti del premier, Edi Rama, e della coalizione socialista al governo, la quale è riuscita ad ottenere il 53% dei consensi, contro il 42% raggiunto dai conservatori ed un 5% guadagnato da diversi partiti minori.
Nella relazione dei commissari Osce, coordinati dalla britannica Audrey Glover, si esprime soddisfazione per il clima pacifico nel quale si è svolta la tornata elettorale, notando che i pochi incidenti verificatisi sono stati solo dei casi isolati e circoscritti ad alcune zone del paese; meno soddisfacente invece l’opinione degli osservatori internazionali sullo svolgimento della campagna elettorale, su alcuni aspetti delle operazioni di voto e riguardo alla gestione dei ricorsi su presunti brogli ed irregolarità, spesso non imparziale.
Nonostante non si neghi che la libertà di espressione e di riunione non sia mai stata messa in discussione, si fa però notare la poca trasparenza nei metodi di finanziamento della campagna elettorale di diversi candidati, soprattutto quelli legati a partiti di maggioranza, che avrebbero utilizzato fondi pubblici per la propria attività di propaganda.
Un altro aspetto messo in luce dal documento, forse il più grave, sono le pressioni esercitate dal governo sui dipendenti pubblici (insegnanti di scuola primaria, dipendenti della sanità ed impiegati nella pubblica amministrazione), al fine di influenzare il loro voto tramite la minaccia di licenziamenti di massa in una data area; in un’annotazione sulla relazione si legge infatti: “Le autorità ed i partiti politici dovrebbero garantire che non vengano fatte pressioni sui dipendenti del settore pubblico, e che questi non si sentano obbligati a fornire sostegno politico o ad assistere ad eventi della campagna elettorale per paura di ritorsioni”.
Nonostante queste problematiche riscontrate dall’Osce la situazione, rispetto alle scorse tornate elettorali, è comunque molto migliorata: i casi di denuncia di brogli sono notevolmente diminuiti e l’atmosfera in cui si sono svolte le operazioni è stata molto più distesa che in passato.
L’elevato grado di corruzione all’interno delle istituzioni rimane comunque un problema importante, che il governo di Tirana dovrà affrontare con decisione se vorrà soddisfare gli standard, imposti da Bruxelles, per consentire all’Albania di entrare a far parte a pieno titolo dell’Unione Europea.

da Notizie Geopolitiche



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